Politica

Aveva suscitato qualche perplessità l'astensione del comune di Bagheria all'Assemblea dei sindaci dello scorso venerdì allorchè i 42 sindaci comuni dell'ATO idrico in atto gestito dal commissario della Provincia Manlio Munafò, hanno votato a larga maggioranza l'ipotesi di trovare una soluzione che veda l'AMAP soggetto protagonista.

Patrizio Cinque in una dichiarazione rilasciataci stamane ha precisato: "Intanto va ricordato che siamo stati tra i primi all'assemblea dei sindaci del Patto di Ventimiglia, a riprendere la idea di Leoluca Orlando di affidare temporaneamente la gestione dell'ATO idrico all'AMAP, perchè era in ogni caso garanzia di gestione pubbica; detto questo però noi vogliamo intraprendere un percorso che sia chiaro nei contenuti, negli obiettivi  e negli obblighi reciproci tra Amap e comuni."

"Intanto va rilevato - continua il sindaco che gli otto milioni di euro - che la Regione ha messo a disposizione dell'AMAP di quà al 30 settembre, sono stati impegnati sul fondo di rotazione dei comuni ( per dirla in soldoni il comune di Bagheria si vedrà sottratte dalle somme spettantegli dalla Regione circa 500.000 euro n.d.r); noi vogliamo capire quale sara la natura degli impegni che l'Amap va ad assumersi ed anche la nostra 'convenienza', perchè per fare un esempio, pare che l'Azienda palermitana non voglia farsi carico della manutenzione ordinaria, e per chi vive a Bagheria sa cosa questo voglia dire. Il paese è ridotto un colabrodo, noi siamo in dissesto e non abbiamo risorse fresche, se l'AMAP non si impegna a curare la manutenzione delle reti, l'operazione per noi rischia di essere in perdita."

Un altro aspetto è legato ad un finanziamento 'incagliato' di circa 8.000.000 di euro di risorse europeee destinate al rifacimento di una parte della rete idrica e di un adduttore principale che tra l'altro serve anche S.Flavia; che garanzie abbiamo di recuperare questo importante finanziamento ?.

Quindi, molto semplicemente, questa è la tesi di Patrizio Cinque - "io non voglio fare un salto nel buio, perchè al consiglio comunale debbo sottoporre una proposta chiara dalla quale si evincano tutta una serie di compiti e di obblighi che ci andremmo ad assumere e, non ultimo, la destinazione del personale ex APS, che sinora si è occupato del servizio a Bagheria".

"Comprendiamo bene - conclude il primo cittadino - che,  come ha detto l'assessore Vania Contrafatto, il ciclo idrico integrato presenta aspetti particolarmente complessi legati al depuratore, ecc.. ma ci stiamo preparando alla eventualità che il prossimo venerdì 28 febbraio il commissario alla provincia ci riconsegni le reti. I cittadini possono stare sereni, perchè stiamo lavorando per garantire non solo l'approvvigionamento idrico, ma anche gli altri servizi collegati"

Rimaniamo sempre più disgustati dall’atteggiamento che il Presidente del Consiglio Claudia Clemente ha nei confronti delle proposte dei consiglieri di minoranza. Abbiamo il dovere di denunziare l’atteggiamento non equilibrato e non imparziale che purtroppo mantiene il Presidente Clemente. 

È sotto gli occhi di tutti la situazione drammatica che stiamo vivendo in città rispetto alla raccolta rifiuti, infatti proprio per questo il Sindaco Patrizio Cinque il 13/02/2015 ha emanato l’ennesima ordinanza sindacale per il pagamento dei cosidetti noli a caldo (compresa la famigerata PALICIEDDA, si proprio quella che il Sindaco Cinque additava in campagna elettorale a simbolo affaristico-mafioso dello scambio clientelare tra la politica ed il settore privato) .

Pertanto i consiglieri di minoranza abbiamo richiesto la convocazione di un consiglio straordinario ed urgente sul tema dei rifiuti cosi come previsto a norma di regolamento, quindi il presidente ha l’OBBLIGO di convocare il consiglio a norma di legge, invece ieri il presidente Clemente ha mandato una nota in cui sostanzialmente comunica che non ha intenzione (contravvenendo a quanto disposto dal regolamento comunale) di convocare il consiglio poiché ritiene che non sia necessario e che soprattutto essendo in dissesto bisogna evitare di celebrare consigli straordinari. 

A proposito di ciò che ha scritto la Clemente ci corre obbligo di precisare alcune cose: noi siamo consiglieri di minoranza siamo stati coloro i quali abbiamo chiesto di azzerare tutti i gettoni di presenza sia di consiglio che di commissione ed il gruppo consiliare del mov 5 stelle ed il presidente Clemente hanno votato contro quindi oggi giustificare la non convocazione del consiglio a causa del dissesto è una pura BUGIA che serve a celare l’asservimento del Presidente Clemente al volere esclusivo del Sindaco Cinque e dei suoi sodali.

A causa di tutto ciò ci troveremo costretti a mandare nuovamente una nota agli enti locali ed al prefetto. Posta questa doverosa nota noi vogliamo discutere, al di là dei colori politici, sui temi che in questo momento ci sembrano fondamentali per la città: RIFIUTI, ACQUA, LAVORO, e dobbiamo constatare che non ci viene data la possibilità di poterne neppure parlare ma soprattutto deliberare (l’unico organo debutato agli atti deliberativi è il consiglio comunale non certo le commissioni).

Inoltre teniamo a precisare che già i consiglieri comunali rinunciano al 30% del gettone di presenza ed inoltre soltanto i consiglieri di OPPOSIZIONE si fanno carico della presenza della televisione in aula dando la possibilità ai cittadini che non navigano su internet di poter sapere ciò che accade al comune. Piuttosto, data la giustificazione data per la non convocazione del consiglio comunale, invitiamo il Presidente Clemente a dimezzarsi l’indennità di funzione che prende mensilmente pari a 1500 € dato che comunque può anche svolgere il ruolo di presidente con molto meno di quanto percepisce.

Ricordiamo al consigliere Claudia Clemente che è stata scelta dai consiglieri quale “PRESIDENTE” del consiglio, non “PADRONE”.

I consiglieri di minoranza.

L’uscita di un componente da un gruppo, da una squadra, da un progetto è sempre fonte in primo luogo di un sentimento di tristezza, prima che di disappunto ma è e deve essere anche naturale fonte di riflessione all’interno del gruppo stesso.

Il gruppo del MoVimento 5 Stelle di Bagheria, composto non solo da sindaco, amministrazione comunale e consiglieri comunali ma anche da numerosi attivisti senza alcuna carica elettiva è sempre in costante contatto, grazie alla presenza di un Deputato Regionale, con il Gruppo Parlamentare dell’Assemblea Regionale Siciliana, che continua a manifestare la massima fiducia e la massima stima a tutto il gruppo bagherese, oltre che l’apprezzamento per il lavoro fin qui svolto nell’amministrare una realtà difficile e complessa come quella di Bagheria.

Il gruppo del MoVimento 5 Stelle di Bagheria, è e resta un gruppo solido, coeso, unito.

Le decisioni all’interno del gruppo sono prese in maniera democratica e trasparente, con un continuo confronto tra le idee, anche differenti, che si manifestano in ogni possibile occasione di incontro. Il sindaco e gli assessori non hanno mai mancato, nonostante gli innumerevoli impegni e le imponenti difficoltà nel relazionarsi con tutte le componenti del gruppo del MoVimento 5 Stelle di Bagheria, oltre che con la cittadinanza, aggiornando costantemente e fedelmente sulle cose fatte e sulle iniziative da intraprendere, senza mai sottrarsi al dibattito ed al confronto e facendo tesoro del contributo di tutti.
Si fanno errori, nessuno è infallibile e nessuno ha la bacchetta magica, ma non manca il dibattito, il confronto e la democrazia.

Non riconoscersi più in un gruppo, in una squadra, in un progetto è cosa da mettere in conto, può accadere; ma fare parte, da eletto soprattutto, del MoVimento 5 Stelle, implica anche la costante e forte consapevolezza, che quando in questo gruppo, in questa squadra in questo progetto non ci si riconosce più, non basta “girarsi dall’altra parte e guardare altrove”, non basta appellarsi all’assenza del vincolo di mandato, occorre un semplice atto di coerenza, occorre fare un passo indietro, dimettendosi dalla carica elettiva ricoperta.

Questo perché l’eletto del MoVimento 5 Stelle sa ed ha accettato all’atto della candidatura di essere un portavoce, di essere un rappresentante, oltre che dei cittadini, del gruppo, della squadra e del progetto che lo hanno candidato. Il vincolo di mandato o meglio la sua assenza non deve essere un pretesto legislativo ancorché costituzionale, un appiglio giuridico, da usare come paravento per giustificare tutto ed il contrario di tutto, per l’eletto del MoVimento 5 Stelle vi è un vincolo morale forte stabilito con gli elettori, con i cittadini, con il proprio gruppo e soprattutto con il simbolo che si rappresenta, che lega a doppio filo il proprio percorso all’interno delle istituzioni. Perché l’eletto del MoVimento 5 Stelle non ha voti propri, nessuno di noi è stato eletto grazie al proprio “bacino elettorale”, siamo stati eletti grazie al lavoro di un gruppo che, in maniera completa e totale, si è speso e ci ha messo la faccia e siamo stati eletti grazie ad un simbolo senza il quale ognuno di noi non sarebbe mai potuto arrivare ad essere sindaco, consigliere comunale, deputato regionale, nazionale o europeo.

Questo è il MoVimento 5 Stelle, nel quale il vincolo di mandato è vincolo morale che lega ed unisce un gruppo verso un obiettivo comune, che a differenza dei partiti tradizionali in cui questo vincolo, ben presente seppur mascherato, si chiama “disciplina di partito” e genera franchi tiratori, correnti, voto in dissenso, spaccature, fratture, “cambi di casacca”, impone le dimissioni dalla carica ricoperta, quale gesto di coerenza e rispetto del vincolo morale stesso, laddove non ci si riconosca più nell’obiettivo comune e nel percorso intrapreso.

Ma l’obiettivo comune è appunto una sintesi comune di idee diverse ed il percorso è intrapreso insieme ad altri, non si può pensare di non riconoscersi più solo perché la propria idea o la propria posizione sono minoritarie (o uniche) all’interno di un gruppo, quando non addirittura in antitesi agli stessi valori fondanti del gruppo stesso, questo significa non aver compreso fin dall’inizio quelli che sono gli obiettivi, quello che è il percorso ed in buona sintesi quelli che sono i valori fondanti del gruppo stesso ed in questo caso è ancor più urgente e necessario dimettersi dalla carica elettiva ricoperta perché significa che di quel gruppo non si è mai realmente e soprattutto moralmente fatto parte.

Non c’ero alla manifestazione di commiato a Peppe, sono un timido ed amo verità e coerenza; dalla mia seconda candidatura a sindaco i nostri rapporti si erano logorati, mi sono convinto che se da qualche parte stava guardando quello che succedeva la dentro non avrebbe gradito la mia presenza, così come non l’avrebbero gradita alcuni dei suoi amici più intimi.

Con Peppe abbiamo iniziato insieme nel PCI, insieme abbiamo fondato Lega Ambiente, dentro il partito eravamo la sinistra, gli ingraiani, i Folena boys che si battevano contro il consociativismo ed il trasformismo.

Abbiamo lottato per una società più giusta, più equa e solidale, lui ha tenuto care le certezze ideologiche che allora ci animavano, la lotta di classe, il conflitto, l’antagoniso, io, a partire dalla seconda metà dell’85 ho cominciato ad interrogarmi, a mettere in discussione vecchie fede per abbracciare una fede nuova, quella in Gesù di Nazaret.

La mia conversione, da lui e da molti altri non fù compresa, la scelta dell’amore piuttosto che l’odio, sia pure di classe, la scelta di cambiare se stessi prima di mettere mano al sistema, la scelta della conciliazione piuttosto che dell’antagonismo, la scelta di individuare nell’altro chiunque esso sia un fratello.

Le mie scelte furono viste come tradimento, l’abbandono del pensiero forte per abbracciare il dubbio come ambiguità ipocrisia.

Sono convinto che ognuno, a modo suo, ha continuato a credere che solo l’impegno personale per cambiare le cose storte, per un futuro migliore, dà un senso all’esistenza, le dà dignita, ognuno a modo suo ha cercato la verità contro l’ignavia, l’ipocrisia e la demagogia, forse io più con l’annuncio e la testimonianza, con la convinzione che un po di verità è racchiusa nei ragionamenti di tutti, lui con la denuncia ferma e inflessibile, con la convinzione che stava dal lato dei buoni, lato da tenere ben distinto da quello in cui stanno i cattivi.

altHo imparato, col tempo, che bontà e cattiveria stanno dentro ognuno di noi, indipendentemente dal lato in cui spesso casualmente ci troviamo.

Rivedendoti in sezione, dove ci siamo ritrovati dopo alcuni anni in cui tu sei rimasto coerente a Gramsci, forse a Berlinguer, mentre io ho provato a studiare Sturzo e La Pira, mi è venuta in mente una delle scene finali del film Novecento, il capolavoro di Bertolucci, la scena in cui i due protagonisti, vecchi e cadenti, ancora si stuzzicavano, mi sentivo naturalmente De Niro.

I dua alla fine si conoscevano profondamente e certamente tra loro c’era stima e, molto nascosto, anche affetto, io sento di coltivare questo sentimenti verso Peppe, buon viaggio fratello!

20 febbraio 2015 Pino Fricano
 

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