Quel rapporto controverso tra me e Beppe Zaso - di Pino Fricano

Quel rapporto controverso tra me e Beppe Zaso - di Pino Fricano

Politica
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Non c’ero alla manifestazione di commiato a Peppe, sono un timido ed amo verità e coerenza; dalla mia seconda candidatura a sindaco i nostri rapporti si erano logorati, mi sono convinto che se da qualche parte stava guardando quello che succedeva la dentro non avrebbe gradito la mia presenza, così come non l’avrebbero gradita alcuni dei suoi amici più intimi.

Con Peppe abbiamo iniziato insieme nel PCI, insieme abbiamo fondato Lega Ambiente, dentro il partito eravamo la sinistra, gli ingraiani, i Folena boys che si battevano contro il consociativismo ed il trasformismo.

Abbiamo lottato per una società più giusta, più equa e solidale, lui ha tenuto care le certezze ideologiche che allora ci animavano, la lotta di classe, il conflitto, l’antagoniso, io, a partire dalla seconda metà dell’85 ho cominciato ad interrogarmi, a mettere in discussione vecchie fede per abbracciare una fede nuova, quella in Gesù di Nazaret.

La mia conversione, da lui e da molti altri non fù compresa, la scelta dell’amore piuttosto che l’odio, sia pure di classe, la scelta di cambiare se stessi prima di mettere mano al sistema, la scelta della conciliazione piuttosto che dell’antagonismo, la scelta di individuare nell’altro chiunque esso sia un fratello.

Le mie scelte furono viste come tradimento, l’abbandono del pensiero forte per abbracciare il dubbio come ambiguità ipocrisia.

Sono convinto che ognuno, a modo suo, ha continuato a credere che solo l’impegno personale per cambiare le cose storte, per un futuro migliore, dà un senso all’esistenza, le dà dignita, ognuno a modo suo ha cercato la verità contro l’ignavia, l’ipocrisia e la demagogia, forse io più con l’annuncio e la testimonianza, con la convinzione che un po di verità è racchiusa nei ragionamenti di tutti, lui con la denuncia ferma e inflessibile, con la convinzione che stava dal lato dei buoni, lato da tenere ben distinto da quello in cui stanno i cattivi.

altHo imparato, col tempo, che bontà e cattiveria stanno dentro ognuno di noi, indipendentemente dal lato in cui spesso casualmente ci troviamo.

Rivedendoti in sezione, dove ci siamo ritrovati dopo alcuni anni in cui tu sei rimasto coerente a Gramsci, forse a Berlinguer, mentre io ho provato a studiare Sturzo e La Pira, mi è venuta in mente una delle scene finali del film Novecento, il capolavoro di Bertolucci, la scena in cui i due protagonisti, vecchi e cadenti, ancora si stuzzicavano, mi sentivo naturalmente De Niro.

I dua alla fine si conoscevano profondamente e certamente tra loro c’era stima e, molto nascosto, anche affetto, io sento di coltivare questo sentimenti verso Peppe, buon viaggio fratello!

20 febbraio 2015 Pino Fricano