Perché è bello essere innamorati? Qual è il segreto dell’innamoramento? Cosa rende l’esperienza dell’attrazione per un potenziale partner un’emozione tanto vitale e di cui ci si può anche “ammalare”?
Pagine e pagine sono state scritte in nome dell’amore, della sua forza, dei suoi misteri; solo, recentemente, si cominciano a capire meglio le ragioni di questa emozione e del perché l’uomo, per sentirsi vivo, abbia bisogno di amare.
Chi è stato innamorato ha provato la forza di questo sentimento così profondo e travolgente e sa bene quanto sia impensabile controllare la propria agitazione emotiva, la brama di stare con la persona amata, il desiderio di unirsi a lei/lui.
In questo stato emozionale c’è una fase la cui importanza biologica è indiscutibile: la fase dell’attrazione che precede quella dell’attaccamento vero e proprio.
E’ proprio l’attrazione che nasce tra due esseri umani che porta alla formazione della coppia, all’affiliazione e alla prosecuzione della specie.
L’attrazione ha inizio quando si sceglie qualcuno come oggetto del proprio desiderio e questi diventa il primo pensiero del mattino e l’ultimo della notte.
Ma perché è così bello, la maggior parte delle volte, essere innamorati? Qual è il segreto dell’innamoramento? Cosa rende l’esperienza dell’attrazione per un potenziale partner un’emozione tanto vitale e di cui ci si può anche “ammalare”?
A darci una mano nella ricerca delle ragioni dell’amore, intesa come attrazione, e dell’innamoramento è lo studio delle modificazioni neurochimiche rilevate quando viviamo ciò che si attiva con l’attrazione/desiderio di un oggetto d’amore: l’esaltazione, l’euforia, il desiderio di possedere l’Altro ma anche il timore di perderlo e la gelosia nei suoi riguardi.
Queste fasi, inoltre, sono accompagnate da manifestazioni neurovegetative che sfuggono al controllo razionale e che chiunque sia innamorato, di certo, prova: tachicardia, sudorazione, tremori, pallore/rossore, aumento della pressione.
Magari avremmo voluto nascondere le nostre emozioni per la persona amata, ma non siamo riusciti ad evitare di diventare rossi o bianco cadavere in sua presenza né a comandare al cuore di smetterla di battere all’impazzata o alle gambe di tremare.
Numerose ricerche condotte con animali da laboratorio hanno registrato nei suddetti il rilascio di dopamina, responsabile di uno stato di benessere, quando gli stessi consumano un cibo, assumono certe droghe oppure desiderano un partner.
Il topo da laboratorio rilascia dopamina già quando avverte l’odore della femmina, la guarda e desidera accoppiarsi con la stessa.
Nell’essere umano avviene un fenomeno simile che coinvolge tanto la fase appetitiva (ovvero, del desiderio e dell’attrazione) quanto quella consumatoria dell’atto sessuale. Lo stato di benessere, suscitato dal rilascio di dopamina e non solo, si mantiene dal momento del desiderio a quello della sua soddisfazione.
Desiderare qualcuno ed unirsi allo stesso, dunque, fa stare bene, esalta, rende euforici in modo analogo a quanto succede quando si consumano sostanze come la nicotina, l’eroina, la cocaina che provocano un benessere molto meno desiderabile, perchè fittizio ed artificiale nonché dannoso per la salute psico-fisica.
L’innamoramento, insomma, è una specie di sballo sano e naturale (perché collegato al rilascio di endorfine e di neurotrasmettitori presenti nel nostro organismo): uno sballo che non prevede nulla di artificiale e che non dovrebbe arrecare danno.
L’essere umano avverte il bisogno biologico di provare l’emozione dell’amore.
Anche nel campo dell’innamoramento e dell’amore possono, però, innescarsi fenomeni di dipendenza affettiva che creano un forte malessere dopo una prima fase di esaltazione-euforia analogamente a quanto accade con il consumo di droghe.
Non è un caso che anche quando si parla di amore si usano termini come addiction e dipendenza, termini, strettamente, collegati al campo delle tossicodipendenze.
Il momento più felice ed esaltante che una coppia viva all’inizio dell’unione coniugale viene chiamato “luna di miele” esattamente come viene definita la prima tappa delle dipendenze da sostanze, durante la quale il consumatore è “innamorato” della sostanza assunta (l’eroina viene chiamata “la bella donna”) e non riconosce che vi sia nulla di dannoso per la propria salute.
L’eventualità di “ammalarsi” d’amore è, quindi, un rischio che vale la pena correre dal momento che ne derivano in ogni caso “emozioni da sballo” senza che occorra ricorrere ad alcuna droga. E questo è il bello dell’amore!
Giuliana Larato
nell'immagine l'opera di Gustav Klimt "L'abbraccio"