Politica

Ci scusiamo con quanti, dopo la lettura dell’articolo, ci rimprovereranno che i problemi da trattare per Bagheria sono ben altri, conosciamo bene le problematiche che rendono poco serena la nostra comunità e rispetto a queste non ci siamo mai tirati indietro, cerchiamo di dare il nostro contributo ma possibilmente non siamo adeguati. 

Certo diventa difficile riconoscere l’adeguatezza di una persone, per il ruolo istituzionale che ricopre, se si trova catapultato a resistere ad un assedio senza risorse.

Il gruppo consiliare de “L’Altra Bagheria” per non abusare del copyright vantato dal consigliere comunale Angelo Puleo sta valutando ed è tentato di procedere formalmente al cambio di denominazione.

Con questo atto vorremmo infatti disintossicarci definitivamente, se mai ci riusciremo, di un difficile e cupo periodo che ci ha visto compartecipare l’azione politica appunto con il consigliere Puleo.

Giudicare il mandato affidatogli non è certo di nostra competenza perché abbiamo avuto la fortuna di non averlo votato, ma definire il percorso fatto insieme rientra nelle nostre prerogative e ci preme sintetizzarlo.

Un proverbio siciliano dice che “quannu a jatta un po arrivari a saimi, dici ca fa fetu di ranciru” (quando la gatta non riesce a raggiungere il lardo, dice che fa puzza di rancido), e questo per spiegare che vi sono soggetti che quando non riescono ad ottenere qualcosa si convincono che non vale la pena rimanerne deluso. L’esempio è calzante.

Quando fu chiesto al consigliere Puleo, in un’ottica di turnover, di concedere il ruolo di capogruppo ad altro componente non ebbe a dare alcuna risposta, si limitò ad informare con un articolo che non esistevano più i presupposti politici per continuare a collaborare con “L’Altra Bagheria”.

Forse sarebbe stato più onesto dire che venivano a mancare a fine mese ben 36 ore, tante sono le ore di permesso retribuite concesse per l’espletamento della carica di capogruppo, con corrispondente rimborso da parte del Comune al suo datore di lavoro, senza trascurare che ancora aspettiamo che ci comunichi se ha potuto controllare la sua agenda dirigenziale dove è tracciato il bilanciamento mandato politico/lavoro.

Ma del resto cosa aspettarsi da un soggetto che avuto l’ardire di insinuare che il consigliere Massimo Mineo e l’Assessore Piero Tornatore dividono l’indennità, (un vecchio detto dice che “si giudica come si opera”…), (e adesso che gli assessori non percepiscono alcun compenso, li rubano per dividerseli?).

Il consigliere uscente ha comunque avuto la capacità in pochi giorni di fondare e transitare in nuovo contenitore che aveva bisogno di un capogruppo dimostrando così che il problema non è mai stato lui.

A noi rimane la presunzione di essere riusciti a scaricare una zavorra e se possiamo non essere all’altezza politicamente quanto meno rimaniamo stimati per correttezza, linearità e sinergia di gruppo.

Quando bisognava trovare chi sostituisse l’avvocato Fara Pipia all’assessorato al bilancio il consigliere Puleo ebbe a fare la parte da leone.

Si doveva individuare qualcuno il cui compito principale era far dimenticare, in tempi brevi, l’insignificante parentesi politica riempita dall’assessore Fara Pipia che si è contraddistinta per una cosa sola: avere votato un bilancio in giunta e subito dopo avere messo i remi in barca, abbandonato la nave in tempesta e lasciato che a proporre il bilancio fosse il sindaco, che con tutto le responsabilità del ruolo si è sobbarcato pure questa.

E adesso si deve assistere settimanalmente alla lezioncine della professoressa fuggiasca che cercava un futuro migliore per i suoi figli ma non si è capito in quale comune.

Ma questa è un’altra storia…

Ritorniamo, invece, al ruolo svolto dal consigliere Puleo che con patos pensò bene di sponsorizzare l’alta professionalità della dottoressa Giusy Maggiore per ricoprire la carica di assessore al bilancio. E dire che non voleva una sua rappresentanza in giunta!

Del resto non l’ha mai ufficializzata, lo sappiano solo “i parenti ra zita”. E poi perché dichiararlo visto il continuo tiro al bersaglio all’assessore al bilancio, meglio eclissare.

Quando a gennaio 2011 il consigliere Puleo si faceva fotografare al centro del corso Umberto I° si parlava di riduzione dei costi della politica, addirittura il 96,98% degli intervistati lo aveva chiesto, ma lui ha preferito accontentare il 2,64 % che ha detto di no.

Mentre il sindaco dal suo insediamento non fa altro che ridurre i costi e tagliare gli sprechi, qualcuno si aspetta che a parlare lo stesso linguaggio non siano i consiglieri comunali Marco Sciortino ed Emanuele Tornatore quanto il leader di “Laboratorio B”, ma anche in questo caso conviene eclissare e poi una volta che gli aderenti al laboratorio hanno fatto tutti altre strade (chissà come mai!) perché riprendere l’argomento?

Del resto “a iaddina fa l’ovu e ‘o iaddu avvampa u culu” (la gallina fa l’uovo e al gallo brucia il sedere), e questo perché il Comune è in dissesto e a tutti gli amministratori viene abbattuto del 30% l’indennità di carica.

Va, infine, sottolineato che all’abbattimento del 30% è corrisposto l’aumento esponenziale dell’intolleranza al Sindaco da parte del consigliere Puleo. Coincidenza,impressione nostra?

Potremmo ancora continuare per molto ma preferiamo farlo a puntate.
Le prime considerazioni andavano fatte visto che nel suo ultimo intervento il consigliere comunale Puleo non ha mancato di rimarcare a più riprese la mancanza di autorevolezza e l’incapacità di raggiungere gli obiettivi da parte del sindaco Lo Meo .

A scuzzaria 'mmenzu a via, u so immu 'nsu talia” (La tartaruga in mezzo alla strada, la sua gobba non vede), del resto bissare su chi, pur contestato e criticato, sta assumendo con grande responsabilità di mandato oneri per la sua collettività, è facile.

E tra populismo e corsi di recupero alla scuola del consigliere Gino Di Stefano, il consigliere Puleo sta lavorando con grande impegno ed abnegazione alla sua prossima elezione.

Sempre che la Corte dei Conti nelle ultimi votazioni di atti volti alla salvaguardia dell’Ente non accerti responsabilità di carica.

Sarebbe molto più saggio seguire un proverbio cinese che invita a valutare bene che “se le vostre parole non sono migliori del silenzio, dovreste restare zitti”.

E lo dovremmo fare per primi noi che abbiamo firmato l’articolo, ma innanzi a tanta superficialità, arroganza e presunzione esternata dal consigliere Puleo, diventa difficile rimanerne estranei.

Per ciò che riguarda la nuova denominazione che stiamo cercando per il nostro gruppo consiliare, sempre che il consigliere Puleo non ci denunci prima per appropriazione indebita, ci premureremo, (pur sapendo che la cosa non interesserà a nessuno), a darne informazione nei prossimi giorni, anche perché non abbiamo mai dimenticato che “L’Altra Bagheria” è condivisione con tanti amici di lista che hanno permesso a tutti noi, compreso il consigliere Puleo, di rappresentare la nostra Città.

I consiglieri comunali
Amari Giovanni
Mineo Massimo
Raspanti Giacomo

 

E' iniziato lo show down, il confronto decisivo e ravvicinato, tra il sindaco Lo Meo e gli organi di controllo dei bilanci comunali, a partire da quella Corte dei conti che nei prossimi mesi, con una apposita Commissione, prenderà di fatto in mano la formazione del bilancio del comune di Bagheria, nel tentativo, non sappiamo quanto realizzabile di allontanare lo spettro del dissesto.

Decine di telefonate in queste ore tra il sindaco, il responsabile del settore finanziatrio Vincenza Guttuso da un lato  e Corte dei conti e Assessorato regionale alle finanze dall'altro.

C'è un primo problema da risolvere, che prescinderà adesso dalla volontà dei partiti, e cioè la ricognizione che sia la più veritiera possibile sulla esposizione finanziaria del comune e la nomina del nuovo assessore alle finanze, che certamente verrà scelto all'interno di una rosa di nomi che attingerà a professionisti di elevata caratura o funzionari provenienti  dalle file della macchina regionale o da passate esperienze in importanti pubbliche amministrazioni 

Ma già il vero tema sul tappeto è un'altro: assieme alla Corte dei conti si sta cercando di capire se in base alla situazione debitoria del comune ci sia ancora la possibilità di salvarci dal dissesto  con una rigorosissima politica di bilancio oppure, come si suol dire, è arrivato il momento di portare i libri in Tribunale.

In poche parole si sta procedendo ad una ricognizione che sia la più possibile feedele della situazione finanziaria del comune, a partire da quei debiti fuori bilancio, che, se si guarda a quelli già "riconosciuti" dal consiglio supererebbero i 27 milioni di euro.

 A questi 27 milioni occorrerà però sommare quelli in progress, che debbono ancora essere riconosciuti dal consiglio e su cui non c'è nè un'idea nè una contabilità chiara; non solo, ma occorrerà aggiungere le pesanti sanzioni risarcitorie che il comune dovrà pagare, (nella forma più onerosa ha stabilito il TAR), ai titolari di quei famosi piani di lottizzazione che erano stati revocati dai commissari prefettizi nel dicembre del 1999: alcune sentenze sono state già emesse, altre se ne attendono, ma tutte prevedono oneri per l'amministrazione che si possono a naso far ascendere ad una cifra che andrà dai cinque ai sette milioni di euro.

Si tratterà poi di aggiungere ancora quei debiti per la fornitura di beni e servizi, per affitti e utenze, e per cui il comune è in ritardo nei pagamenti di circa due anni.

Insomma una previsione ragionevole porta il debito consolidato almeno a  40 di milioni di euro.

Nei prossimi giorni si capirà, sempre in via molto preventiva e presuntiva,  se questo debito sia pure per la parte che si riferisce ai debiti fuori bilancio, così come è previsto, potrà essere estinto accendendo un mutuo con la Cassa depositi a lunga scadenza e a basso interesse.

Mutuo che comunque dovrà essere autorizzato dalla Corte dei conti e dallo Stato: rimarrebbero comunque gli altri debiti per i quali nel bilancio che si andrà a presentare di concerto con la Corte, si dovrà pensare ad una ipotesi di ripiano.

L'altro aspetto che dovrà essere chiarito è se, con le entrate correnti, portando ovviamente al massimo tasse e tariffe e mettendo in campo tutte le misure di spending review di cui si è parlato nei mesi scorsi, a partire dal recupero dell'evasione e tanto altro, il comune sarebbe in grado di camminare sulle proprie gambe.

Va ricordato a questo proposito che già a gennaio 2013 entrerà  in vigore presso le pubbliche amministrazioni una normativa europea per cui i fornitori di beni e servizi delle pubbliche amministrazioni, dovranno essere pagati entro trenta giorni dalla emissione dlella fattura per il servizio o il bene prestato.

Se la strada cui abbiamo accennato sarà giudicata percorribile, allora si riaprirebbe il dialogo tra i partiti, edopo averne verificata la disponibilità ad assumersi l'onere di approvare un bilancio durissimo, si tornerebbe alla giunta politica; perchè per portare a compimento questa operazione, sarebbe fondamentale l'apporto del consiglio, nel senso che i consiglieri non potrebbero sottrarsi a quell'obbligo di aumentare tasse e tariffe al massimo, stavolta Tarsu compresa.

Anche se rimane sempre aperto un problema: se le somme messe in bilancio come entrate, pensiamo alla Tarsu, sono tali soltanto sulla carta, perchè nei fatti l'evasione è ad oggi dell'ordine del 70%, tutte le previsioni saltano

Se invece fosse chiaro che questa ultima spiaggia, questa ultima trincea di difesa dal dissesto si fosse costretti ad abbandonarla, allora entrerebbe in scena la giunta tecnica, che  farebbe proprio questo bilancio di lacrime e sangue, redatto seguendo pedissequamente le indicazioni  perentorie degli ispettori della Corte dei conti; a quel punto, entrati in gioco i tecnici, il dialogo con i consiglieri e i partiti si interromperebbe ed il consiglio verrebbe abbandonato al proprio destino, già segnato nel momento in cui  dovesse respingere il documento il bilancio.

Alla fine si salverebbe, forse, solo Lo Meo, che in questo frangente non ha alcuna intenzione di dimettersi, ma anzi  è intenzionato a resistere, resistere, resistere.....

Una cosa purtroppo è certa nella gran confusione di idee che caratterizza in questi giorni il mondo della politica locale: quei 30 o 40 e c'è chi parla addirittura di 50 milioni di euro di debiti, saranno i bagheresi a doverli pagare, e su questo non ci piove.

E' da questo dato che bisogno partire per capire, al di là dei tecnicismi su dissesto e pre-dissesto, cosa accadrà ai bagheresi nei prossimi anni.

Un debito che sarà finanziato e ripianato soprattutto con l'aumento di tasse, imposte e tariffe che, per la competenza comunale, saranno portate alle aliquote massime, con (si spera) il recupero dell'evasione; facendo pagare cash gli oneri concessori, che sino ad ora, da parte soprattutto dei grossi costruttori, sono stati compensati con il tradizionale piatto di lenticchie del giardinetto e dell'aiuola.

Si dovrà far pagare, una volta e per tutte, quanto dovuto a chi occupa suoli pubblici;  si dovranno  disdire contratti di affitto onerosi, stipulati a tutto vantaggio dei proprietari in tempi di vacche grasse; si dovranno utilizzare al meglio e al più presto i locali comunali vuoti, vendendo se necessario anche i gioielli di famiglie, nè più nè meno di quanto stanno facendo in questi mesi migliaia di famiglie di bagheresi; si faccia quel piano pubblicitario, mettendo ordine in una giungla dove vige la legge del più forte, che possa consentire all'amministrazione di introitare nuove e importanti risorse.

Ci sarà una cura dimagrante che prevederà interventi anche sul personale dipendente del comune e del Coinres.

Dovrà cioè trovare concreta applicazione  quella spending review che già nel luglio del 2011, l'assessore alle Finanze Fara Pipia gli aveva sottoposto.

Solo ad alcune condizioni però, i bagheresi  saranno disposti a tollerare una simile cura.

La prima è che il sindaco Lo Meo, che pure in questa vicenda ha responsabilità molto relative, si renda finalmente conto della gravità della situazione e abbandoni i vecchi metodi e i vecchi sistemi di fare politica, traccheggiando, facendo l'occhiolino a questo e a quello, promettendo senza potere mantenere, subendo i piccoli e miserabili ricatti, come è sinora avvenuto su tutta una serie di questioni; circondandosi altresì di assessori, la cui scelta  era frutto di imposizioni e logiche spartitorie dei partiti, piuttosto che di riconoscimento di capacità e competenza.

Lo Meo è stato eletto da oltre 15.000 bagheresi, ed è a loro che deve rendere conto: lasci stare la spasmodica ricerca dei consensi in consiglio, fatta secondo i canoni della vecchia politica che si sono rivelati fallimentari: i consiglieri, anche quelli da lui beneficiati, gli hanno voltato le spalle nel momento decisivo.

Metta finalmente il consiglio di fronte a scelte che tagliano clientele, favoritismi e privilegi, e chi non sarà d'accordo lo dica e se ne assuma la responsabilità di fronte ai cittadini.

Azzeri la giunta: faccia intendere la straordinarietà del momento, e nella scelta dei nuovi assessori dimostri coraggio e volti pagina: abbandoni le estenuanti trattative con i partiti, e guardi con attenzione a quanto può esprimere la società civile bagherese, al mondo delle competenze e delle professioni.

Troverà figure di persone specchiate e capaci, che pure a Bagheria esistono, che potranno risuotere condivisione e consensi nel corpo della società.

Il voto regionale dovrebbe avergli insegnato qualcosa, a lui come a tutti quelli che in questo momento si occupano della cosa pubblica a Bagheria e altrove.

Ed infine un provvedimento che per la valenza simbolica che racchiude, può servire a far capire  alla gente che, mentre la casa brucia, i primi ad aiutare  a spegnere l'incendio debbono essere gli inquilini del Palazzo, e quindi  ridurre del 60-70 %  ed oltre i costi dei gettoni dei consiglieri e dei relativi rimborsi, facendo sedute anche ogni giorno, domenica compresa, ma solo la sera dopo le ore 18 , quando la normale giornata di lavoro si è conclusa.

Riducendo la previsione di spesa del capitolo indennità e rimborsi ai consiglieri dai 709.000 euro del 2012  a meno di 200.000 euro nel 2013.

Se il sindaco Vincenzo Lo Meo se la sente di fare queste cose, con coraggio e determinazione, vada avanti; altrimenti è meglio che lasci e torni a dare la parola ai cittadini.

Angelo Gargano

 

Vede il bicchiere mezzo pieno il sindaco Vincenzo Lo Meo dopo la vera e propria Waterloo rappresentata dalle sedute di consiglio, in cui la proposta di incremento delle aliquote IRPEF comunale e IMU sono state respinte ed il Partito democratico ha lasciato la maggioranza.

"Perchè - argomenta il sindaco - sul voto finale la maggioranza PD-UDC-FLI-L'Altra Bagheria, ha tenuto".

"Sono seriamente  preoccupato - ci ha detto il sindaco - ma personalmente non mi sento affatto uno sconfitto: sino all'ultimo ho cercato di fare intendere che l'interesse della città e dei suoi abitanti era di evitare il dissesto, pur sapendo di chiedere sacrifici enormi.

"Sarebbe stata la strada giusta per attingere al Fondo di rotazione dello Stato e andare verso un dissesto guidato"

Cosa avverrà adesso ?

"Dal punto di vista delle procedure dovremo comunicare alla Corte dei conti, agli Assessorati regionali al Bilancio e agli Enti locali la nostra impossibilità a redigere un bilancio che rispetti l'equilibrio e la parità tra entrate e uscite.

Poi gli organi dello Stato attiveranno la nomina dei commissari che, per legge, dovranno occuparsi della fare una ricognizione sulle esposizione debitoria dell'Ente e avviare l'azione di risanamento che dovrà consentire di ripianare i debiti pregressi. Noi continueremo ad amministrare comunque con le risorse e le partite correnti"

Cosa farò io come sindaco?

"Non penso affatto a dimettermi, la considererei una fuga di fronte alle responsabilità: nell'immediato parlerò con i rappresentanti dei partiti  e poi assieme, lunedì, alla ripresa politica, decideremo il da farsi".

"Dico solo che alla Regione si è creata una situazione che vede il Partito Democratico e l'UDC protagonisti della scena politica, e questo elemento non possiamo trascurarlo; inoltre al di là dell'episodio accaduto sull' IRPEF ho apprezzato il senso di responsabilità complessivo manifestato durante il lunghissimo dibattito di questi giorni  dal Partito democratico."

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