I due corni del dilemma di Lo Meo: sarà giunta tecnica o politica?

I due corni del dilemma di Lo Meo: sarà giunta tecnica o politica?

Politica
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E' iniziato lo show down, il confronto decisivo e ravvicinato, tra il sindaco Lo Meo e gli organi di controllo dei bilanci comunali, a partire da quella Corte dei conti che nei prossimi mesi, con una apposita Commissione, prenderà di fatto in mano la formazione del bilancio del comune di Bagheria, nel tentativo, non sappiamo quanto realizzabile di allontanare lo spettro del dissesto.

Decine di telefonate in queste ore tra il sindaco, il responsabile del settore finanziatrio Vincenza Guttuso da un lato  e Corte dei conti e Assessorato regionale alle finanze dall'altro.

C'è un primo problema da risolvere, che prescinderà adesso dalla volontà dei partiti, e cioè la ricognizione che sia la più veritiera possibile sulla esposizione finanziaria del comune e la nomina del nuovo assessore alle finanze, che certamente verrà scelto all'interno di una rosa di nomi che attingerà a professionisti di elevata caratura o funzionari provenienti  dalle file della macchina regionale o da passate esperienze in importanti pubbliche amministrazioni 

Ma già il vero tema sul tappeto è un'altro: assieme alla Corte dei conti si sta cercando di capire se in base alla situazione debitoria del comune ci sia ancora la possibilità di salvarci dal dissesto  con una rigorosissima politica di bilancio oppure, come si suol dire, è arrivato il momento di portare i libri in Tribunale.

In poche parole si sta procedendo ad una ricognizione che sia la più possibile feedele della situazione finanziaria del comune, a partire da quei debiti fuori bilancio, che, se si guarda a quelli già "riconosciuti" dal consiglio supererebbero i 27 milioni di euro.

 A questi 27 milioni occorrerà però sommare quelli in progress, che debbono ancora essere riconosciuti dal consiglio e su cui non c'è nè un'idea nè una contabilità chiara; non solo, ma occorrerà aggiungere le pesanti sanzioni risarcitorie che il comune dovrà pagare, (nella forma più onerosa ha stabilito il TAR), ai titolari di quei famosi piani di lottizzazione che erano stati revocati dai commissari prefettizi nel dicembre del 1999: alcune sentenze sono state già emesse, altre se ne attendono, ma tutte prevedono oneri per l'amministrazione che si possono a naso far ascendere ad una cifra che andrà dai cinque ai sette milioni di euro.

Si tratterà poi di aggiungere ancora quei debiti per la fornitura di beni e servizi, per affitti e utenze, e per cui il comune è in ritardo nei pagamenti di circa due anni.

Insomma una previsione ragionevole porta il debito consolidato almeno a  40 di milioni di euro.

Nei prossimi giorni si capirà, sempre in via molto preventiva e presuntiva,  se questo debito sia pure per la parte che si riferisce ai debiti fuori bilancio, così come è previsto, potrà essere estinto accendendo un mutuo con la Cassa depositi a lunga scadenza e a basso interesse.

Mutuo che comunque dovrà essere autorizzato dalla Corte dei conti e dallo Stato: rimarrebbero comunque gli altri debiti per i quali nel bilancio che si andrà a presentare di concerto con la Corte, si dovrà pensare ad una ipotesi di ripiano.

L'altro aspetto che dovrà essere chiarito è se, con le entrate correnti, portando ovviamente al massimo tasse e tariffe e mettendo in campo tutte le misure di spending review di cui si è parlato nei mesi scorsi, a partire dal recupero dell'evasione e tanto altro, il comune sarebbe in grado di camminare sulle proprie gambe.

Va ricordato a questo proposito che già a gennaio 2013 entrerà  in vigore presso le pubbliche amministrazioni una normativa europea per cui i fornitori di beni e servizi delle pubbliche amministrazioni, dovranno essere pagati entro trenta giorni dalla emissione dlella fattura per il servizio o il bene prestato.

Se la strada cui abbiamo accennato sarà giudicata percorribile, allora si riaprirebbe il dialogo tra i partiti, edopo averne verificata la disponibilità ad assumersi l'onere di approvare un bilancio durissimo, si tornerebbe alla giunta politica; perchè per portare a compimento questa operazione, sarebbe fondamentale l'apporto del consiglio, nel senso che i consiglieri non potrebbero sottrarsi a quell'obbligo di aumentare tasse e tariffe al massimo, stavolta Tarsu compresa.

Anche se rimane sempre aperto un problema: se le somme messe in bilancio come entrate, pensiamo alla Tarsu, sono tali soltanto sulla carta, perchè nei fatti l'evasione è ad oggi dell'ordine del 70%, tutte le previsioni saltano

Se invece fosse chiaro che questa ultima spiaggia, questa ultima trincea di difesa dal dissesto si fosse costretti ad abbandonarla, allora entrerebbe in scena la giunta tecnica, che  farebbe proprio questo bilancio di lacrime e sangue, redatto seguendo pedissequamente le indicazioni  perentorie degli ispettori della Corte dei conti; a quel punto, entrati in gioco i tecnici, il dialogo con i consiglieri e i partiti si interromperebbe ed il consiglio verrebbe abbandonato al proprio destino, già segnato nel momento in cui  dovesse respingere il documento il bilancio.

Alla fine si salverebbe, forse, solo Lo Meo, che in questo frangente non ha alcuna intenzione di dimettersi, ma anzi  è intenzionato a resistere, resistere, resistere.....