Politica

Le prossime settimane dovrebbero essere decisive per la riforma dell’Imposta Municipale Unica. Dopo l’ultimo incontro del 18 luglio, è iniziato il lavoro tra i parlamentari che sostengono il Governo Letta per trovare le soluzioni tecniche da adottare. 

Nel giro di qualche giorno il ministro Saccomanni predisporrà il calendario per consentire ai gruppi che sostengono la maggioranza di avanzare delle proposte organiche.

E’ chiaro che per gli italiani l’Imu non ha la priorità assoluta, l’imposta sulla prima casa non è, certamente, la madre di tutti i problemi che stanno interessando l’Italia.

Sono altri i settori su cui bisogna intervenire urgentemente, dove dovranno essere dirottate le poche risorse disponibili per superare la crisi, primo fra tutti: il lavoro.

E non basterà riduzione del cosiddetto cuneo fiscale (costo del lavoro o riduzione della tassazione).

Occorre, infatti, un vero piano di sviluppo e di nuove politiche industriali che possano far invertire la tendenza negativa registrata negli ultimi anni dalla nostra economia (Pil con il segno meno).

Pur tuttavia, dal punto di vista del confronto politico, la rimodulazione dell’Imu sulla prima casa resta l’ostacolo centrale che in questa delicata fase i partiti di governo devono saper superare.

Nel rispetto di quanto previsto nel programma elettorale del Pd, voglio provare ad avanzare una proposta che potrebbe esentare fino all’80% dei contribuenti italiani, facendo pagare solo le prime case con una rendita catastale elevata e di proprietà dei ceti più agiati.

Questa potrebbe essere una soluzione condivisibile dalla maggioranza del Parlamento. In questo modo sarebbe, inoltre, possibile ridurre al minimo l’impatto dell’imposta, senza tuttavia rinunciare a una parte dei circa 4 miliardi di gettito previsti, garantendo anche l’applicazione del principio di equità del tributo.

Una delle possibili soluzioni potrebbe essere, a mio modo di vedere, quella di muoversi su un doppio binario di calcolo, tenendo conto: da un lato delle agevolazioni da concedere per la prima casa; dall’altro della capacità contributiva delle singole famiglie, utilizzando anche i parametri Isee, che consentono di valutare la reale capacità contributiva delle diverse fasce di popolazione.

Detto in cifre, si potrebbe alzare il tetto della franchigia dagli attuali 200 a 500 euro e stabilire un tetto minimo di 15 mila euro di reddito Isee.

Inoltre, sostituire nel calcolo i vani con i metri quadrati, stabilendo ad esempio una soglia minima di esenzione in circa 80 mq.

In ultimo, tenere conto delle ‘assimilazioni’ degli immobili alla prima casa.

Per quanto riguarda quest’ultimo punto, è stato già da me proposto ed approvato in aula, un ordine del giorno finalizzato ad inserire nella definizione di abitazione principale di cui al comma 2, dell’articolo 13 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, anche l’unità immobiliare concessa in uso gratuito a parenti e affini in linea retta o collaterale entro il primo grado di parentela.

On. Francesco Ribaudo
Membro della Commissione Finanze


19/07/1992 La strage di via D’Amelio: vittime Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina e poi…..l’Italia e gli italiani.
Ventuno anni dopo ancora troppi misteri avvolgono quella strage,la trattativa Stato- mafia; le indagini di Borsellino sull’intreccio mafia-politica-imprenditoria; la scomparsa dell’agenda rossa del magistrato dove egli annotava i pensieri sulla strage che aveva ucciso Falcone e la sua scorta il 23 maggio di quello stesso anno.

Oggi mi domando cosa debba essere davvero l’antimafia.

Certamente non è quella parolaia su cui alcuni hanno costruito la propria carriera politica, quell’antimafia basata solo sulle parole e non sui gesti, ma poi quali gesti?

Quelli di riempire la Sicilia con i cartelloni “la mafia fa schifo” tranne poi scoprire che lo stesso (ormai ex)Presidente della Regione che ha fatto scrivere questo, sarà condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra?

No l’antimafia vera è ben altro, sono gesti dei cittadini che non si abbassano alle angherie, sono i gesti degli amministratori locali di qualsiasi partito che fanno rispettare le leggi, ma dovrebbero essere i gesti anche di un governo regionale o nazionale che sia il quale dovrebbe costruire opportunità di lavoro e sviluppo.

Certamente la legalità è una condicio sine qua non senza la quale non si può pensare allo sviluppo e al riscatto sociale della nostra terra, ma la legalità, il perseguirla assiduamente senza pensare alle opportunità di lavoro da creare può bastare?Senza un lavoro non si mangia e se ne cercherà uno qualsiasi pur di vivere e se non si trova?

Cercheranno l’illegalità, cercheranno una mano ed in questo ambito la mafia cercherà manovalanza, in questo ambito si fa strada la credenza che almeno la mafia fa lavorare… ed invece la mafia e il suo intreccio con la politica portano ad un sottosviluppo che permette il controllo delle masse e dei voti più facilmente,quella stessa mafia che ha tenuto la nostra terra in un regime di arretratezza culturale, economica e politica di cui ancora si sentono gli effetti.

Lo Stato e la Regione devono dare risposte ai cittadini ormai disperati, non si può pensare di stare attenti ai conti e al Patto di Stabilità ed intanto fare la fine della Grecia, perché è su quel terreno, sul terreno del lavoro, insieme a quello della legalità che si giocherà la battaglia dell’antimafia vera e non parolaia.

Solo così il sacrificio di Giovanni, Paolo, dei ragazzi della scorta non sarà stato vano
 

 

Attivare al più presto le risorse delle Zone franche urbane: è questo in sostanza il nocciolo dell'intervento della deputata bagherese alla Camera.

Se non riparte il Mezzogiorno non riparte nemmeno l'Italia". È quanto dichiara in Aula alla Camera la deputata Gabriella Giammanco (Pdl) illustrando la sua interpellanza urgente sullo stato di attuazione delle Zone franche urbane in Sicilia, con particolare riferimento alle risorse spettanti al comune di Bagheria.

Nel suo discorso la deputata bagherese cita numeri da bollettino di guerra: “Secondo il rapporto della Banca d’Italia sull’economia siciliana solo nel 2012 si sono persi 38.000 posti di lavoro, con un calo dell’occupazione del 2,7 per cento, dato in continua flessione da sei anni. I soggetti più in difficoltà sono i giovani tra i 15 e i 24 anni: uno su due è senza lavoro. Il tasso di disoccupazione di questa fascia d’età, infatti, ha raggiunto il 51,3 per cento, un dato nettamente superiore alla seppur grave media nazionale, che si attesta al 35,3 per cento.

Anche le retribuzioni dei lavoratori dipendenti risultano tra le più basse d’Italia: si aggirano intorno ai 1.100 euro, rispetto ai 1.300 euro della media del Paese. Dal rapporto della fondazione RES, Istituto di ricerca su economia e societ à, emerge anche il nostro triste primato nazionale per chiusura delle imprese: sono più di 1.500 le piccole aziende siciliane che hanno cessato la loro attività nell’ultimo anno”.

La parlamentare del Pdl ha inoltre ricordato che "a Bagheria il tasso di disoccupazione è il settimo più alto a livello nazionale" e si è detta convinta che "l’istituzione di una zona franca urbana, cioe' un'area con una fiscalita' di vantaggio, per chi fa impresa risulterebbe strategica per lo sviluppo del nostro territorio".

Il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, in risposta, ha tenuto a sottolineare che "il Governo condivide l’ispirazione dell’interpellanza presentata dall’onorevole Giammanco, in particolare l’affermazione dell’importanza della ripresa economica e sociale del Mezzogiorno per la ripresa economica del Paese".

"Per le zone franche della Regione Sicilia – ha spiegato De Vincenti - sono stati attivati 147 milioni di euro.

In particolare, per la zona franca urbana del comune di Bagheria, la dotazione finanziaria stimata ammonta a circa 12,9 milioni di euro.

Quando avremo dalla Regione siciliana risposte su eventuali cofinanziamenti, sulla tipologia delle imprese e l’individuazione di altri criteri, emetteremo il bando e le imprese potranno fare istanza per l’agevolazione”.

La Giammanco ha, quindi, sottolineato che la palla passa ora alla Regione: “Capisco che in questo contesto la Regione siciliana giochi un ruolo fondamentale, quindi, mi auguro che il presidente Crocetta sia il piu' possibile collaborativo ed efficiente in modo che si possano presto sbloccare queste risorse a favore della Sicilia, a favore di tanti comuni siciliani a favore, appunto, della mia Bagheria. Ridare ossigeno ai piccoli imprenditori grazie a un regime fiscale di vantaggio, mettere in circolo nuova liquidità e riattivare, quindi, i consumi, la produzione e, di conseguenza, l'occupazione, e' la strada giusta per uscire dalla crisi". 

Quello che noi, della lista Onda Libera, avevamo previsto! E per questo in tempi non sospetti ci eravamo rivolti al Sindaco con un appello nel quale, tra l’altro, sostenevamo che la cittadinanza non poteva più sopportare rinvii o remore varie e chiedeva a gran voce l’attuazione di un programma di cambiamento in virtù del quale il Sindaco aveva vinto le elezioni.

La sequela di errori compiuti in quest’anno di sindacatura, quali per esempio non aver preso posizioni chiare e nette sulle vicende Coinres (come quanto meno ha fatto lo stesso Sindaco di Bagheria Lo Meo!), che, ne siamo sicuri, avrebbero visto il sostegno anche delle opposizioni per il bene del paese, ma invece accettando supinamente decisioni prese da altri, ha portato all’attuale situazione imbarazzante delle montagne di rifiuti per strada viste (e subite dalla cittadinanza!) in questi giorni. 

La cosa ancora più grave è che non si intravede nessuna idea dell’Amministrazione sul futuro della gestione dei rifiuti a fronte della nuova legge regionale che impone lo scioglimento del Consorzio e un progetto chiaro dei Comuni interessati alla gestione diretta a breve termine.

Ma poi è vero o non è vero che il Sindaco in tema di igiene e sanità può disporre atti urgenti anche senza l’approvazione o la discussione in ordini collegiali? Perché nulla è stato fatto fin ora?

Due parole merita poi pure la questione sollevata dai Consiglieri Sanfilippo e Venturi in merito all’attività, certamente non mettiamo in dubbio professionalmente valida ed elevata, svolta dal Consulente del Sindaco, i cui suggerimenti non sappiamo se vengano presi in considerazione e trasformati in atti concreti dall’Amministrazione, se no non si capisce il perché della sua nomina.

Perché anche noi a suo tempo, ben nove mesi fa, ci eravamo permessi di dare qualche suggerimento all’Amministrazione su come poter fare qualcosa di utile e produttivo per la cittadinanza, pure in presenza di situazioni difficili in campo economico, certo queste non determinate dall’attuale Sindaco.

Ma egli non sembra disposto ad accettare consigli e suggerimenti da chi pensa di avere qualche idea e la mette a disposizione della collettività, anche mettendo da parte differenti modi di vedere le cose, visto che invece l’attuale maggioranza in Giunta non sembra avere nessun progetto o programma o idea da mettere in campo ed il nostro Comune sta morendo a poco a poco!!

Il culmine si è poi raggiunto pochi giorni fa con la delibera di Giunta di utilizzazione del campo sportivo da parte dell’U. S. Città di Palermo, nella quale, pur sforzandoci e pur tenendo presente la lodevole esigenza del Sindaco di portare economie alle vuote casse comunali, non si riesce a vedere dove sono, visti invece i non pochi oneri a carico del Comune, i vantaggi economici che tanto dovrebbero stare a cuore all’Amministrazione!

Ci corre l’obbligo precisare a tal proposito che in campagna elettorale noi avevamo criticato aspramente il “metodo” che intendeva adottare il precedente Sindaco in merito all’affidamento ed all’utilizzazione del campo sportivo, chiedendo con forza il ricorso ad un bando di gara ad evidenza pubblica, non certo l’affidamento “tout court” senza gara ad un solo soggetto che certamente non potrà portare alla città quei benefici che ci si aspettava arrivassero dall’attività di quel gioiello che è il nostro campo sportivo, che è costato tanta fatica a coloro che l’hanno realizzato e tanti sacrifici economici a tutti i contribuenti flavesi che ancora pagano un mutuo abbastanza salato, visti gli attuali tempi di crisi del bilancio comunale!

Giusi Gerratana di Onda Libera
 

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