Abbiamo ripreso dal profilo facebook di Alessandra Lalicata questa riflessione sulla vicenda di Gianluca Calì .___________________________________________________________________________________________
Aspiriamo al progresso, costruiamo il nostro futuro ancorandoci alla realtà che ci circonda, perché le fondamenta sono il punto di partenza. Le nostre radici sono il punto di partenza. Lo è la nostra terra.
C’è chi dalla “base” sogna di andarsene e si impegna per farlo, partendo pur sempre da questa. Alcuni vogliono restarci. E pochissimi ci ritornano. Lo fanno perché la amano e, impiegando le loro energie migliori, vogliono contribuire alla sua rinascita. Investono il loro tempo e il loro denaro.
Ma nella “nostra” di terra, la passione non basta, ci vuole anche il Coraggio.
Se mi chiedessero “cos’è il Coraggio?” , oggi risponderei con un nome.
Il nome di un imprenditore, Gianluca Maria Calì. Un uomo che è tornato, per dare il suo contributo. Ma che ha dovuto fare i conti con la “bestia nera” , la “Man forte che tutto può" , la piaga della nostra terra bellissima e disgraziata.
La Mafia.
Rifiutatosi di pagare il pizzo, li ha denunciati. Ha acquistato una villa all’ asta, di proprietà di un boss. Villa che sarebbe servita per incrementare il turismo nella zona del palermitano. Ostacolato in ogni modo, non ha mai mollato. Minacciato di morte, non si è mai arreso. Imbattendosi inoltre, in “infedeli Servitori dello Stato”, come lui stesso li ha definiti.
Io mi sono appassionata alla sua storia, credo che uomini come lui rappresentino un valore aggiunto e un cenno di speranza, quella che ci serve.
E l’indignazione, per chi la nostra Sicilia la vuole arretrata e bruciata, non è mai troppa.
Per guardare avanti dobbiamo ricordarci chi siamo e da dove veniamo. Andare via perché “qui non funziona nulla” non è la soluzione. O forse è quella più comoda. Impariamo da lui.
Alessandra Lalicata
nella foto di copertina Gianluca Calì
Se mi chiedessero 'cos'è il coraggio?', oggi risponderei con un nome - di Alessandra Lalicata
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