Politica

Sentiamo il dovere di spiegare alla città le motivazioni che hanno indotto il PD a ritirare l'appoggio alla Giunta Lo Meo.

La scorsa notte abbiamo preso atto dell'assenza della maggioranza in un momento cruciale per le sorti e per la sopravvivenza stessa dell'Ente.

I problemi finanziari del Comune sono ormai noti e si sono aggravati per via dei minori trasferimenti nazionali e regionali.

Questo ha indotto la Giunta e il Partito Democratico con i suoi rappresentanti a valutare l'aumento delle imposte vincolandolo ad azioni concrete che gli uffici avrebbero dovuto compiere sul recupero dell'Evasione fiscale e su una seria politica di razionalizzazione delle spese, pena il ritiro degli assessori del PD all'amministrazione Lo Meo.
Una scelta di responsabilità dunque perchè non si può chiedere ai cittadini un aumento del prelievo fiscale senza lottare contro coloro che le imposte scelgono di evaderle.
La lotta all'Evasione non è più procrastinabile in un'epoca in cui lo Stato impone ai Comuni di elevare il prelievo fiscale.

Ovviamente ci rendiamo conto che un aumento delle tasse in un periodo socialmente ed economicamente critico come questo sarebbe stata una scelta impopolare e dunque, per coniugare le ragioni dell'equità con quelle del rigore, abbiamo presentato un emendamento che calmierava il prelievo sulle fasce di reddito più basse.

L'emendamento è stato bocciato. Preso atto dell'assenza di unità e cooperazione tra le forze di maggioranza abbiamo tratto le nostre conclusioni, peraltro già anticipate in numerose riunioni di coalizione.

Senza un cambiamento di rotta, che rivoluzioni il modo di amministrare Bagheria richiamando la politica e la classe dirigente del Comune alle proprie responsabilità nei settori di competenza, il Partito Democratico risulta incomatibile a questo modo di gestire le scelte che ricadono sulla collettività.

Il segretario del Partito Democratico
Maria Laura Maggiore

E' da venerdì mattina che il consiglio comunale di Bagheria è tornato a parlare dell'IMU, argomento che in realtà non era stato trattato nell'ultima seduta, come avevamo erroneamente scritto, anche se la concitata sequenza degli eventi (l'abbandono del PD della maggioranza e dei lavori d'aula) e la conseguente bocciatura dell'IRPEF, ci aveva fatto pensare ad un naufragio dell'intero collegato Irpef e Imu.

In realtà l'aggiornamento della seduta è avvenuto dopo le ore 24 del 31 ottobre, e questo fa pensare da un canto che il rinvio al 2 novembre, sarebbe garanzia della legittima del voto di stasera e qualunque esso sarà.

Qualche funzionario comunale da noi consultato pensa invece che, anche se la seduta del consiglio è in prosecuzione, deliberare oltre le ore 24 del 31 ottobre, metta l'eventuale decisione favorevole a rischio di impugnazione; ma il consiglio, malgrado questa ipoteca, sta discutendo e votando tutta una serie di emendamenti e tra poco si arriverà al voto finale.

Per responsabilità dell'amministrazione comunale si è creato un impasse imprevisto su Regolamento e Aliquote IMU.

Per diverse ore della mattinata il consiglio comunale e' rimasto fermo sull'articolo 3 del regolamento IMU al comma 1; tutto è nato dalla domanda formulata dal consiglieri La Corte del PDL e  Di Stefano PID. che hanno chiesto all'amministrazione se era stata fatta dalla giunta la delibera prevista per legge sul valore venale delle aree edificabili.

Dopo la dichiarazione del Sindaco che ha ammesso la grave dimenticanza, il Cons.La Corte ha invitato il Sindaco ha riunire urgentemente la giunta per dare la possibilita' al consiglio di andare avanti. Alla proposta si associano i consiglieri Mimmo Di Stefano di  Bagheria popolare  e per il PID Gino Di Stefano.

Durante l'intera giornata si sono comunque susseguite le interruzioni e le richieste di integrazione e di chiarimento su singoli articoli del regolamento. Nella tarda serata si sta procedendo al voto sugli emendamenti.

Uno di questi emendamenti, promosso da Daniele Vella capogruppo PD, e sottoscritto da consiglieri di diversi partiti, è stato approvato a larga maggioranza, e prevede uno sgravio dell'imposta del 20% per quelle famiglie che abbiano nel nucleo familiare un disabile, così come definito dalla legge 104.

Mentre scriviamo, e sono quasi le ore 23, ci si prepara a votare un emendamento del PD, sul quale c'è però il parere contrario del dirigente, che prevede di portare a 5 la prima casa, lascia al 7.6 i terreni agricoli e al 10.6 l'aliquota sulla seconda casa.

Il voto finale sul regolamento e le aliquote si dovrebbe avere,  in base all'andamento dei lavori, entro le 24 del 2 novembre.

AGGIORNAMENTO

Dopo le ore 23 scoppia la bagarre: Gino Di Stefano, capogruppo PID, introduce un argomento del tutto nuovo, che lo porta a chiedere di secretare la prosecuzione della seduta: in estrema sintesi, sarebbe stato portato in aula un parere firmato da due componenti del collegio, che in realtà però era stato redatto da un solo componente, pare il presidente Leonardo Passarello, in assenza dell'altro firmatario.

Gino Di Stefano chiede di secretare la seduta per poter parlare con libertà e senza la presenza del pubblico di questo problema.

La segretezza della seduta è in effetti una eventualità prevista dal regolamento e dalle norme sugli enti locali, cui si può  fare ricorso  laddove si debbano affrontare questioni disciplinari o notizie di procedimenti giudiziari che riguardino consiglieri, dipendenti comunali o componenti di organismi previsti dalle leggi.

Aggiornamento ore 24,00: la proposta di secretare la seduta, messa ai voti, è stata bocciata dal consiglio comunale con larga maggioranza.

Si è passato quindi a votare l'emendamento del partito democratico di agevolazione per le fasce deboli, disabili in particolare, che è stato approvato a larga maggioranza.

L' emendamento, anche questo presentato dal PD,  che prevedeva la riduzione delle aliquote per la prima casa e il  mantenimento del minimo per i terreni agricoli, è stato invece bocciato dall'aula.con i soli  voti favorevoli  del PD e del PID e l'astensione di tutti gli altri.

Tra poco dopo il voto su un emendamento del presidente del consiglio poi ci sarà il voto finale  sulle aliquote IMU.

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Aggiornamento, 3 novembre ore 2,30: Con 10 voti favorevoli e 13 contrari il Consiglio comunale ha bocciato il regolamento sull'Imu che prevedeva l'aumento delle aliquote onde evitare il dissesto finanziario dell'ente, misura che peraltro probabilmente non sarebbe stata sufficiente allo scopo. 

Malgrado il Partito Democratico avesse annunciato l'abbandono della maggioranza, alla fine ha comunque votato a favore del provvedimento, ma la maggioranza del sindaco Lo Meo, nonostante il loro sostegno, a quel punto non c'era più.

Hanno votato favorevolmente: Antonio Scaduto, Caterina Vigilia, Antonino Maggiore, Daniele Vella, Emanuele Tornatore, Pietro Pagano,  Antonino Arena, Giacomo Raspanti, Giovanni Amari, Massimo Mineo

Contrari: Gino Di Stefano, Angelo Puleo, Pietro Di Quarto, Domenico Prestigiacomo, Filippo Maggiore, Pietro Aiello, Paolo Amoroso, Nino La Corte, Francesco Gurrado, Marco Sciortino, Rosario Giammanco, Maria Grazia Lo Cascio, Maurizio Lo Galbo

La situazione di quasi dissesto finanziario in cui versa Santa Flavia, dal nostro gruppo Onda Libera ampiamente prevista e annunciata durante la campagna elettorale (bastava leggere le osservazioni della Corte dei conti), non ci coglie di sorpresa.

Per un semplice esercizio di onestà intellettuale, sarebbe del tutto ingeneroso attribuire le colpe di tale dissesto all’attuale Sindaco, ma sempre per tale esercizio, riteniamo che l’attuale classe politica non sia capace di andare oltre a sbrigative e redditizie pratiche di tassazione, che come è noto, oltre che a ingrossare il fardello dei singoli cittadini, non eliminerebbero il danno –ormai strutturato- ma semmai potrebbe contenerlo solo per l’immediato.

Crediamo, ora come allora, che La questione vada affrontata attraverso un piano emergenziale organico che preveda strategie di rientro nel breve , medio, e lungo termine , che potrà avere luogo solo attraverso il concorso di tutte le parti sociali interessate, che a vario titolo potranno partecipare, attraverso passaggi concertativi, alla stesura delle regole o accordi finali.

Pensiamo ad esempio (tra le azioni a breve termine), ora come allora, a passaggi concertativi per l’ottimizzazione delle risorse professionali interne al fine di elaborare progetti obiettivi strategici per lo smaltimento di pratiche arretrate relative a riscossioni di tasse sul suolo comunale dovute e dolosamente non pretese dagli amministratori precedenti.

Sempre nel breve termine, pensiamo, ora come allora, ad una politica senza se e senza ma sul mercato ittico, ritenendo lo status quo assolutamente inaccettabile non solo per i mancati (ingenti) introiti nelle casse comunali, ma anche per una evidente quanto allarmante questione igienico sanitaria, oltre che, attraverso una gestione rigorosamente legalitaria, daremmo la possibilità ai nostri pescatori di contenere fenomeni ricattatori e di deprezzamento dei loro prodotti.

Pensavamo di elaborare delle forme di “azionariato civico” e di tassazioni temporanee prevedendone la relativa restituzione con gli introiti a regime di progetti a medio e lungo termine, quali:
1- Progetto relativo allo smaltimento autarchico e differenziato dei rifiuti, trasformandoli in risorsa e reddito piuttosto che oneri del tutto insostenibili utilizzando forme di credito nazionale ed europeo.
2- Attraverso l’adozione di un PEC (piano energetico comunale) mirato alla realizzazione di forme di produzione di energia solare mediante lo sfruttamento di superfici comunali o vaste porzioni territoriali. L’ idea produttiva mirava ad una convenzione con l’ente gestore nazionale al fine di un abbattimento totale dei costi energetici pubblici e privati nel territorio di Santa Flavia a compensazione delle tassazioni temporanee in prima battuta e a costi agevolati in una seconda fase.
3- Non potevamo non ritenere una risorsa tutto il contesto territoriale e ambientale che con i suoi Beni Culturali lo rendono unico e attraente, e da qui l’ipotesi di uno sfruttamento anche economico attraverso iniziative tematiche quali amplificatori attrattori, al fine di aumentare e incentivare piccole imprenditorie commerciali relative al circuito culturale.

Va da sè che questa era ed è la nostra visione di società sostenibile, e ritenevamo di avere anche le capacità necessarie per attuare quel programma, oltre che le capacità di interlocuzione con tutti gli organismi regionali di riferimento.

Eravamo consapevoli che si sarebbe dovuto attuare un piano di “salute” pubblica e che in quanto tale occorreva una interlocuzione diversa con l’eventuale opposizione, e cioè una potenziale interlocuzione inclusiva piuttosto che di scontro fine a se stesso, portando con i fatti e sulle questioni concrete all’autoisolamento di chi non fosse realmente interessato al bene della collettività, ma alla luce degli esiti elettorali e delle questioni odierne, non esitiamo a dire che forse eravamo estremamente razionali quanto utopici.


Giusi Gerratana
 

L'implosione della maggioranza di Lo Meo era da tempo nell'aria e da tempo prevedibile.

Da tempo il partito di cui è espressione è spaccato tra chi, in modo più o meno convinto ha continuato a sostenerlo e chi, anche pubblicamente, a più riprese lo ha attaccato e criticato, esprimendo forti perplessità nei suoi confronti.

Credo però che la crisi che ieri sera si è consumata non è solo la crisi dell'Amministrazione Lo Meo, ma è la crisi anche dell'UDC cittadina e, non me ne vogliano i politici bagheresi, di tutta la politica bagherese.

Coloro che appartengono ad un partito non dovrebbero avere delle idee comuni in alcune materie fondamentali e il “partito” non dovrebbe essere un laboratorio dove affinare tali idee per poi proporle o opporle, a seconda dei ruoli, agli esponenti che siedono in consiglio o in giunta o a chi fa il Sindaco, per poterle portare avanti, sviluppare e concretizzare?

E non dovrebbe esserci un circolo virtuoso di proposte, progetti e sostegno tra il Sindaco e il partito o i partiti che lo esprimono?
Il partito non è un privilegiato luogo di confronto e di sintesi delle idee di chi vuole in qualche modo dare un contributo e incidere nella vita di una comunità?

L'UDC ha espresso il Sindaco Lo Meo e ha creduto nel suo programma, ma mentre i consiglieri hanno continuato (fino a ieri) a sostenerlo, autorevoli esponenti dello stesso partito hanno continuato pubblicamente a contestarlo.

Alle elezioni regionali, alcuni hanno appoggiato un candidato bagherese che non si è capito bene se e quale idee avesse per la nostra comunità, ed altri, ivi compreso il Sindaco, hanno sostenuto un candidato che nessuno ha mai visto e nessun bagherese conosceva. Nulla di personale contro questi candidati, ma mi chiedo, questa è politica?

A che serve essere iscritti o far parte di un partito se poi non solo ognuno fa come crede, ma ognuno candida un personaggio diverso e chiede il voto non su un progetto o su un'idea ma solo, nella migliore delle ipotesi, per cortesia, come contropartita di un favore già fatto o di una favore promesso o di un ipotetico futuro bisogno.

SI parla tanto di rinnovamento della politica, della necessità di riavvicinare i cittadini alla politica, ma come si spera di attrarre , di coinvolgere i cittadini quando all'interno di un partito non si capisce nulla di quello che succede e ognuno pare che sia una scheggia impazzita che dice, vota, fa come crede e ognuno sostiene un candidato che vuole e per le proprie personali, imperscrutabili, ignote ragioni?

Qual è la credibilità di un partito che candida gente che non è in grado di esprimere una idea, un progetto, anche una mera speranza per la nostra collettività e da una parte sostiene il Sindaco, mentre dall'altra lo attacca?

Con riferimento alle recentissime elezioni regionali, i candidati del nostro comprensorio, sostenuti dai vari partiti ed esponenti politici, che idee hanno espresso in campagna elettorale? Erano portavoce di un progetto politico? E se sì, quale?

La crisi che ieri si consumata è una contrapposizione che nasce da una diversa visione su questioni fondamentali che riguardano l'amministrazione della nostra città o è il frutto di una resa dei conti tra le diverse fazioni di un partito che hanno sostenuto candidati diversi?

Più in generale, qual è l'idea che l'UDC e gli altri partiti politici che siedono, a diverso titolo, in Consiglio hanno in materia di sviluppo economico e urbanistico della nostra città? Qual è l'idea di turismo? Cosa fare per le fasce più deboli della popolazione? Quale il ruolo di Bagheria all'interno del comprensorio? Come risolvere il problema dei rifiuti? E come risanare le nostre finanze?

Sarà un mio limite ma, allo stato attuale, tutti i partiti mi sembrano piuttosto un insieme scomposto di persone spinte a “fare politica” , ad iscriversi ad un partito o a candidarsi per i più disparati, più o meno nobili, obiettivi, che molto spesso nulla hanno a che fare con il benessere e lo sviluppo della nostra comunità e che riescono (forse) a trovare l'unico, effimero e fugace momento di aggregazione solo al momento delle elezioni.

Non me ne vogliano i politici locali, ma sia l'UDC che tutti gli altri partiti e movimenti politici rappresentati in Giunta e in Consiglio mi sembrano completamente sbiaditi, lontani, evanescenti.

Eppure, proprio all'interno dei partiti, e mi riferisco anche a quelli che siedono all'opposizione, dovrebbe avvenire quel processo di sintesi di idee, progetti, proposte da portare avanti con l'amministrazione o contrapporre all'amministrazione.

Invece ho la sensazione che a loro interno non ci sia nessuno che abbia idea o almeno si prenda la briga di interrogarsi su come restituire dignità alla nostra città.

E il modo in cui è stata effettuata la campagna elettorale per queste regionali, così come gli eventi che stanno accadendo in Consiglio, sono la prova dell'assenza di contenuti, di idee, di slancio, di progettualità.

Ormai lo abbiamo capito tutti e siamo tutti veramente stanchi. E' veramente stanca la gente che ha premiato il movimento 5 stelle, che, stando così le cose, continuerà vertigionosamente a crescere.

Ad un mese dalla mia designazione di assessore, alla prima o alla seconda riunione di coalizione ebbi a dire, tra lo sguardo stizzito del Sindaco e quello esterrefatto o stupito di qualche mio collega, che l'Amministrazione mi sembrava “una nave senza timone”.

Oggi dico che l'intera Bagheria mi pare una nave alla deriva.

Da cittadina bagherese, vorrei sapere se c'è qualcuno, all'interno o all'esterno dei partiti, che si interroga su quale debba essere il futuro della nostra comunità . Qualcuno si chiede dove stiamo andando? Verso cosa siamo diretti?

Sono domande che mi stanno molto a cuore perché, visto che per invertire l'attuale tendenza (ammesso che si cominci subito) ci vorrà almeno un decennio, vorrei sapere se vale ancora la pena di continuare a investire energie, speranze, aspettative e risorse in questo Paese di Bagheria oppure se tra un decennio dovrò inseguire i miei figli chissà dove in cerca di lavoro.
 

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