Politica

Su iniziativa del Partito Democratico, è stata varata una norma che consente al Comune di Bagheria di riproporre entro il mese di marzo 2014, un piano pluriennale per riequilibrare i conti e salvare la città dal fallimento.

L’attivazione di tale procedura è subordinata ad un effettivo miglioramento della condizione economica, che va attestato dalla Corte dei Conti.

Nell'interesse della Città, tale opportunità dovrà da parte dell’Amministrazione comunale essere colta e sostenuta con percorsi amministrativo-finanziari chiari e trasparenti, nonché con azioni socio-politiche di confronto con le forze politiche e sindacali e con il mondo associativo e del volontariato, che non siano solo di facciata.

Il PD è consapevole che le condizioni di cattiva amministrazione che – a suo tempo – lo hanno portato a scegliere l’opposizione, oggi si siano aggravate; e che le ultime scelte dell’Amministrazione, invece, di avviare percorsi di risanamento, rischiano di peggiorare ulteriormente una situazione finanziaria sempre più drammatica.

Infatti, il riadeguamento ai livelli massimi delle indennità per Sindaco, Assessori e Consiglieri, il pericoloso tentativo di esternalizzare l'attività di accertamento e di recupero coattivo dei tributi, l’istituzione di un nuovo settore; i ritardi nella dismissione degli affitti; il continuo susseguirsi di assessori e dirigenti nel delicato settore economico-finanziario, la mancata attivazione del controllo di gestione, sono tutte scelte che aggravano l’attuale situazione amministrativo-finanziaria, che vanno nella direzione opposta a quella prevista dalle norme vigenti in materia di Comuni sull'orlo del fallimento e soprattutto compromettono il dialogo con associazioni, sindacati e forze politiche.

Il PD invita l’Amministrazione ad adottare invece fin da subito atti concreti a sostegno del risanamento dell’Ente, perché un ulteriore fallimento nell’adozione del piano di riequilibro sarebbe non solo imperdonabile, ma causerebbe il dissesto e consegnerebbe il governo della Città ad una gestione commissariale.

Ciò nonostante il PD ritiene che sussistano margini di lavoro perché l’Amministrazione comunale, in piena e assoluta autonomia e responsabilità di scelte, possa predisporre un nuovo piano di risanamento dell’Ente, che contenga non solo tutte le necessarie misure, idonee a superare le prescritte approvazioni, ma inoltre sia ispirato e improntato a principi di equità e di sostenibilità per i cittadini.

altPurtroppo registriamo fino ad oggi una situazione di stallo sull’iter del processo di risanamento, non rilevando in essere atti concreti relativamente al Bilancio di Previsione 2013 e relativo preconsuntivo, indispensabili a dimostrare alla Corte dei Conti “un miglioramento della condizione di ente strutturalmente deficitario”. Così come non siamo a conoscenza di atti d’ufficio finalizzati: 

• ad attivare con i creditori un accordo di compromesso, al fine di diminuire drasticamente la massa debitoria, prodotta dai debiti fuori-bilancio, in mancanza del quale riteniamo non si possa predisporre nessun piano di risanamento. In merito, è opportuno sottolineare che ad oggi non si conosce l’ammontare di tali debiti, nonostante le ripetute richieste;
• alla dismissione degli affitti e alla alienazione e valorizzazione degli immobili comunali (ex Opera Pia, ex macello comunale, ecc…);
• alla revoca della delibera delle indennità di carica;
• alla revoca in autotutela della delibera sull’addizionale comunale Irpef, la cui illegittimità è stata sollevata dal Ministero;

altA nostro avviso, il piano di riequilibrio, al fine di garantire un progressivo risanamento del comune e l’eliminazione dei privilegi, dovrà contenere fra l'altro anche:

1. Diminuzione drastica dei costi della politica a partire dalle spese per consiglio e giunta;

2. Riorganizzazione della macchina burocratica con ripensamento dei settori e razionalizzazione della spesa del personale e diminuzione al minimo della retribuzione accessoria dei dirigenti;

3. Rafforzamento delle procedure e del controllo interno di gestione e dei centri di spesa per misurare in termini quantitativi e qualitativi il contenimento dei costi e l’eliminazione degli sprechi;

4. Diminuzione delle società partecipate e razionalizzazione delle loro spese a cominciare da affitti e indennità di carica.

5. Riorganizzazione dei servizi pubblici locali, a cominciare dal ritorno all’acqua pubblica;

6. Avvio della raccolta differenziata con riduzione dei costi almeno del 30%, e revisione delle tariffe con idonei strumenti per tutelare le fasce deboli;

7. Seria lotta all’evasione fiscale e recupero degli oneri concessori non versati;

8. Risoluzione delle pratiche di sanatoria.

Il PD si augura, quindi, che il Comune si doti di un efficace piano di recupero finanziario, ma in ogni caso ritiene conclusa politicamente l'esperienza dell'Amministrazione Lo Meo perché fallimentare e dannosa.

IL CIRCOLO DEL PD di BAGHERIA
 

Tra il presidente della Regione e il sindaco di Palermo, Orlando, è in atto solo un gioco delle parti, mentre cittadini e Comuni rischiano di affogare”.

Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars è durissimo sulla questione del servizio idrico integrato, che rischia di creare il caos in 52 comuni del Palermitano e di lasciare senza lavoro oltre 200 famiglie.

“Per evitare questo - dice la deputata Valentina Palmeri - auspichiamo, nel periodo transitorio, la gestione in capo all'Ato che salvaguardi l'efficienza della gestione attuale e i livelli occupazionali di Acque Potabili Siciliane. Chiediamo inoltre al presidente dell’Ars, Ardizzone, che il ddl attualmente in seconda commissione sia velocemente portato in aula, al fine di salvaguardare la gestione con enti di diritto pubblico, la partecipazione popolare e la tariffa unica regionale”.


Per il Movimento 5 Stelle c’è troppa ambiguità in tema di acqua: ”La politica siciliana e specialmente quella palermitana - affermano i deputati Cinquestelle - si stanno distinguendo per l'ambiguità delle scelte. Se i sindaci e il presidente della regione si dichiarano per l'acqua in gestione pubblica, nei fatti, quando hanno l'opportunità di realizzare un ente di diritto pubblico che gestisca in efficacia, efficienza ed economicità il servizio idrico integrato, si tirano indietro.
Infatti, nonostante il tentativo di far gestire ad Amap il servizio idrico integrato per tutta la provincia di Palermo, la stessa municipalizzata e il sindaco di Palermo oppongono la questione economica dei costi per non assumersi la responsabilità della gestione”. 

”Sorgono spontanee due domande”, proseguono i deputati: “Il sindaco di Palermo ha sempre parlato di area metropolitana, ma con quali finanze e con quali criteri la vuole gestire se, quando ha l'opportunità di gestire il servizio idrico integrato della provincia di Palermo, si tira indietro? E ancora, il surplus di entrate di cui ha beneficiato Amap per l'applicazione del piano tariffario provinciale è stato utilizzato per fare investimento, o è stato stornato per altre necessità?”.

Una domanda è posta dai parlamentari M5S anche al presidente della Regione: “A Crocetta chiediamo perché si ostina a cercare una soluzione di gestione comunale, quando gli stessi sindaci non vogliono riprendersi le reti e cercano una gestione di ambito ottimale dell'acqua? Il caso di Palermo ne e' la prova”.

Tony Gaudesi
Uff. stampa gruppo M5S all’Ars 

Nella foto la deputata all'Ars del Movimento 5 Stelle Valentina Palmeri

Chi pensava ( o sperava) di assistere a duelli rusticani ( verbali s'intende) tra sindaco e oppositori è rimasto deluso: la seduta di ieri sera che anche noi avevamo preannuciato come 'calda' per gli argomenti inseriti all'o.d.g. è filata via piana e tranquilla, al punto che già alle 20.00 era tutto finito.

Diciamo subito che per noi non è stata una seduta inutile, tutt'altro: abbiamo appreso dall'assessore ai Lavori pubblici, ing. Sucato, che rispondeva ad una interrogazione circa la vicenda del depuratore di Porticello, una serie di notizie importanti sull'argomento.

E tra quelle più importanti oltre alle conferenze di servizio e gli incontri con le autorità interessate, cui ha puntualmente partecipato l'amministrazione, c'è che il finanziamento dell'opera è il primo in agenda in Sicilia, e sarà erogato entro l'anno, e che l'importo complessivo compreso anche un progetto collegato recuperato in extremis, sarà dell'ordine di circa 9.000.000  di euro.

Prima dell'assessore Sucato, Mimmo Matrone aveva letto la sua polemica lettera di dimissioni dalla commissione elettorale e dalla III commissione che si occupa di urbanistica e lavori pubblici; alla dichiarazione  era subito seguito il voto dei consiglieri per eleggere il sostituto di Matrone.

Giuseppe D'agostino ottenendo cinque voti andrà a sostituire Matrone, che peraltro ha ancora ottenuto nella votazione quattro voti.

La richiesta di Giuseppe Tripoli di verifica della maggioranza che doveva essere la miccia per far esplodere le contraddizioni interne alla maggioranza non ha funzionato: anche perchè dalla data della richiesta, datata 18 novembre, ed oggi, di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima.

E' accaduto che è stata ritrovata con la mediazione del sindaco Salvatore Sanfilippo, l'unità e l'armonia tra i sostenitori della maggioranza, per cui di fatto lo stesso Tripoli ha considerato 'superata' dagli eventi la propria richiesta.

Il rimpasto di giunta comunque, prima o poi,  ci sarà: ma, come diceva Manzoni, 'adelante Pedro con judicio': e di judicio il consiglio di Santa Flavia ne ha tanto.

Delusi la ventina di spettatori, qualcuno dei quali a conclusione della seduta ha manifestato rumorosamente il proprio malumore.

nella foto di copertina Nino Mangione, presidente del consiglio comunale di Santa Flavia

 

Abbiamo intervistato l'ex sindaco Pino Fricano sulle attuali vicende riguardanti l'amministrazione comunale di Bagheria.

Che pensi di questa vicenda del riequilibrio?

Sono pessimista, non credo che questa amministrazione sia in grado di utilizzare l’opportunità fornita dall’iniziativa legislativa dei due deputati PD, bisogna intanto dimostrare il miglioramento delle condizioni di ente strutturalmente deficitario, poi entro i 90 giorni adottare il bilancio di previsione 2013, che a questo punto diventa una sorta di consuntivo e, sulla base di questo, il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale (PRFP).
Poi bisogna vedere che ne pensa la Corte dei Conti, l’emendamento approvato, fra l’altro, non interviene sul comma 1 dell’ormai famoso 243 bis del TUEL, quindi che fine fa la delibera adottata dalla Corte ?
In ultimo mi pare che i provvedimenti adottati dalla Giunta vadano tutti in direzione opposta a quella richiesta dal legislatore, in particolare la scelta di un esattore esterno, l’istituzione di un nuovo settore, il mancato blocco dell’indennità accessoria, i ritardi nella dismissione degli affitti e nell’avvio del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, l’aumento delle indennità per gli organi amministrativi, sono tutte scelte che aggravano la situazione .

Cosa converrebbe fare allora a tuo avviso ?

Visto che l’attività amministrava non avvia a soluzione i problemi, anzi li aggrava, credo occorra prendere una iniziativa forte per mandare a casa, al più presto, sindaco e company, parallelamente verificare, coi funzionari, se ci sono le condizioni , in Consiglio, per l’adozione di un piano di riequilibrio legato a scelte coraggiose che avviino concretamente e responsabilmente il risanamento finanziario.
       

Senza amministrazione?

L’amministrazione intanto faccia quello che deve fare, a partire dal bilancio, parallelamente ci sia una iniziativa autonoma del Consiglio, presidenza e commissione, poi si vada avanti anche con l’eventuale commissario che dovesse sostituire sindaco e giunta.

Come la mettiamo coi tempi, ormai è iniziato praticamente il count down finale?

Per il riequilibrio ormai rimangono circa 2 mesi, per andare a votare a primavera la stessa cosa, i tempi sono stretti se si fa la scelta che accennavo è realistico pensare ad uno scenario che veda il voto nella primavera del 2015, con Consiglio e commissario che portino a compimento il percorso di riequilibrio o di dissesto, se il Consiglio non dovesse adottare né il riequilibrio né il dissesto andremo alle elezioni con l’organo straordinario di liquidazione.

Con quali schieramenti andare al voto?

Credo che anche a Bagheria vada bene il percorso che ha proposto Renzi a livello nazionale, la partecipazione alle primarie locali ed il successo renziano rendono credibile l’ipotesi del nuovo PD come centro di una coalizione che veda un protagonismo del mondo associativo ed una forte discontinuità con la situazione attuale, il quadro attuale presente in consiglio o alle regione è già vecchio e non può rappresentare alcun riferimento.

altCome vede il MoVimento 5stelle ?

Quanto sin ora detto è solo la mia posizione personale, nel partito vedremo come andrà a finire anche sulla base dei risultati dell’imminente congresso regionale, con i rappresentanti locali di Grillo credo ci siano diversi punti di convergenza programmatica, la vicenda dei consulenti e dei “posti” nel gruppo all’ARS, anche di rappresentanti locali , a spese della collettività ha reso questo movimento meno “diverso” dagli altri, anche i recenti attacchi al PD hanno il sapore della vecchia opposizione strumentale per posizionarsi come unici puri, niente di nuovo sotto il sole, per cui anche in questa direzione ritengo necessario un confronto su basi programmatiche, ferma restando la scelta del candidato a sindaco con primarie aperte.

Primarie con chi?

Come ho detto prima credo siano necessari forti segnali di discontinuità, in questo senso spero che l’iniziativa degli organi di vigilanza faccia emergere responsabilità specifiche, non tanto per far pagare qualcuno, alla fine comunque dovremo pagare tutti, quanto perché chi ci ha messo in questi guai non può riproporsi per ricoprire ruoli istituzionali.
Spero si comprenda che sia finita la fase delle smanie di protagonismo, della ricerca di uno stipendio facile o di un ruolo di potere, ed i primi a capirlo dovranno essere i cittadini che dovranno affidare il loro voto non a chi fa promesse particolari ma a chi è in grado di rispondere con impegno ai problemi di tutta la comunità, a chi non si limita alle facili critiche ma sa anche indicare proposte precise per uscire dal pantano, prima di tutto per creare lavoro, che non potrà più essere dato con posti pubblici ma attraverso opportunità che il pubblico deve fornire alle imprese.

Gli elenchi dei debiti fuori bilancio fatti pubblicare dal sindaco Vincenzo Lo Meo aiutano ad individuare responsabilità?
 

Il primo elenco pubblicato va in direzione opposta, sul debito principale viene indicata una data che non ha nulla a che fare con le effettive responsabilità, come è facile dimostrare, le responsabilità vanno ricercate nella gestione commissariale, quando si è fatta la scelta di  tagliare il costo degli espropri per rientrare nei limiti del finanziamento ricevuto.

Qualcuno dice che anche tu hai creato problemi con le assunzioni dei precari?

Sul Coinres, si è già espressa la magistratura ordinaria e la Corte dei Conti prosciogliendomi da ogni addebito, se ci si riferisce alla stabilizzazione dei precari va ricordato che questa è stata fatta rispettando tutti i parametri di legge, con un costo assistito da finanziamento regionale, con una pianta organica che ci ha consentito di rientrare nel patto di stabilità e con saldi finanziari che all’ultimo esercizio di mia amministrazione, il 2005, hanno visto la presenza di oltre due milioni di avanzo di amministrazione, utilizzato dall’amministrazione successiva per coprire i suoi debiti.

I problemi, come sostiene la relazione predisposta per l’ultima audizione alla Corte dei Conti, che contraddice il primo elenco presentato, li ha creati chi c’era prima e chi è venuto dopo, anche se non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, perché si finirebbe per assolvere anche chi ha le responsabilità più grandi rischiando di ripetere gli errori del passato, ritengo, comunque, che sia necessario un ricambio generazionale, di volti e di modi di pensare, nessuno tra chi ha fatto politica sin ora è senza colpa.

E i dirigenti?

I dirigenti operano su obiettivi indicati dal Sindaco, specificati dal Direttore generale e monitorati dal nucleo di valutazione, prima di guardare all’operato dei dirigenti bisogna guardare cosa hanno fatto gli altri: c’erano gli obiettivi e cosa prevedevano? Il direttore generale o il suo facente funzioni cosa ha fatto? Il nucleo di valutazione ha valutato, cosa e come ha valutato?

Alla base di tutto, c’è il Sindaco, ma così come a decidere le spese del COINRES era l’assemblea dei sindaci, ad approvare il bilancio è il Consiglio, anche lì bisogna vedere chi lo ha votato, chi ha votato contro solo per mantenere il numero legale e così via dicendo.

Le responsabilità sono molteplici e volendo risalire proprio all’origine la colpa principale è degli elettori, che hanno scelto per un tornaconto personale e non sulla base di un consapevole ed onesto giudizio sulla capacità che il consigliere o il sindaco avevano di garantire il bene comune.

Gennaio 2013
 

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