Politica

Al Presidente della Regione, All’Assessore per la salute. Premesso che:

La Struttura sanitaria “Villa Santa Teresa” di Bagheria è una azienda sanitaria privata che opera prestazioni nel campo della DIAGNOSTICA PER IMMAGINI, RADIOTERAPIA e MEDICINA NUCLEARE; Le prestazioni della stessa si caratterizzano per una elevata specialità, grazie ad un parco attrezzature elettromedicali moderno e tecnologicamente avanzato, nonché di competenze mediche, tecniche ed assistenziali di indubbio livello.

Premesso ancora che:

sono state definite dalla struttura sanitaria, nel tempo, diverse forme di collaborazione con altri soggetti operanti nel settore sanitario e con il mondo accademico avviando significative sinergie nell’ambito dell’offerta sanitaria regionale e nazionale a titolo di esempio si citano:
- l’azienda Universitaria Ospedaliera Paolo Giaccone di Palermo
- l’Azienda Ospedaliera V. Cervello di Palermo
- l’Ospedale G. Giglio di Cefalù
- l’IRCSS Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.
- l’Università degli Studi di Palermo, nell’ambito della quale è stata ormai da qualche anno attivata la Scuola di Specializzazione di Radioterapia finalizzata al riconoscimento della struttura quale sede permanente della scuola medesima.

Considerato che:

Con delibera della Giunta Regionale n. 266 del 22 luglio 2013, il Presidente della Regione dava mandato all’Assessore regionale per la salute, in considerazione del fatto che l’Autorità Giudiziaria aveva disposto la confisca del bene e che era ed è interesse della Regione fare confluire la struttura sanitaria “all’interno delle strutture pubbliche del Servizio sanitario regionale, anche al fine di scongiurare il pericolo che la mafia possa infiltrarsi nel processo di eventuale cessione di detta struttura ai privati”, di avviare tutti gli atti necessari anche di natura legislativa per raggiungere tale obiettivo.

Appreso che:

Si è costituito un gruppo di studio allo scopo di formare una cooperativa privata di ex lavoratori finalizzato al passaggio della proprietà della struttura sanitaria;

Appreso ancora che:

tutte le organizzazioni sindacali di categoria hanno rappresentato ai vertici dell’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla mafia la loro contrarietà ad un trasferimento a privati della struttura;

Accertato che:

ad oggi l’Assessore Regionale alla Salute non ha predisposto nessun “ atto di natura anche legislativa” finalizzato ad avviare procedure per il trasferimento della proprietà nell’alveo delle strutture pubbliche regionali così come dispone la delibera di Giunta sopracitata;

Ritenuto urgente

monitorare con attenzione il delicatissimo passaggio del trasferimento di proprietà della struttura alfine di evitare ogni possibile condizionamento ed al fine della salvaguardia occupazionale di tutti lavoratori della struttura stessa, per conoscere se non ritengano opportuno:

- Avviare una interlocuzione urgente con l’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla mafia finalizzata a conoscere gli intendimenti della stessa in ordine alla struttura sanitaria Santa Teresa di Bagheria;
- Predisporre ogni atto utile affinché la struttura venga assegnata al Patrimonio della regione ed inserita conseguentemente nell’elenco delle strutture sanitarie pubbliche;
- Verificare che tutto il personale in servizio, che ha contribuito alla riconosciuta elevata specialità venga mantenuto in servizio con il passaggio di proprietà della stessa.

(l’interrogante chiede lo svolgimento con urgenza)


(10 marzo 2014 )

FIRMATARI
ALONGI

  

Si è svolta oggi una riunione tra i gruppi politici presenti in consiglio comunale per stabilire la data della seduta del consiglio comunale in cui discutere la mozione di sfiducia al sindaco sottoscritta da 19 consiglieri comunali.

La legge prevede che l'intervallo va dal 10° giorno successivo alla presentazione sino al 30° giorno: considerato che la mozione è stata protocollata venerdì 7 marzo, la prima data utile potrebbe essere quella di martedì 18 marzo; data poco probabile in considerazione che cadrebbe alla vigilia dei festeggiamenti religiosi di San Giuseppe, patrono di Bagheria.

La data ultima che la legge prevede sarà il 6 di aprile: è stato deciso in sede di conferenza dei capigruppo di verificare intanto presso l'Assessorato regionale agli enti locali sulla tempestica nella eventualità la mozione di sfiducia venisse accolta, e cioè in poche parole, se ci sarebbe il tempo di inserire il comune di Bagheria tra i comuni siciliani che andranno al voto in primavera, presumibilmente domenica 25 maggio, anche se ancora il decreto ufficiale del Presidente della Regione non è stato pubblicato.

Bisognerà vedere quali saranno i tempi di presa d'atto dell'Assessorato agli Enti locali di un eventuale voto favorevole del consiglio alla mozione e per la nomina del Commissario straordinario che dovrebbe guidare la città sino al voto di primavera.

E' emerso un orientamento di massima che colloca intorno al 21 di marzo, giorno più giorno meno, la data del consiglio comunale in cui si aprirà il dibattito sulla mozione di sfiducia.

Nel frattempo continuano le petizione popolari per chiedere le dimissioni del sindaco Lo Meo,  sia on line del Movimento 5 stelle che attraverso i classici gazebo sistemati ieri a Bagheria ed Aspra dall'associazione Prospettiva futura di Alessandra Iannì.

In soli due giorni sono già state largamente superate le mille firme.

Come ogni anno molti di noi si apprestano a celebrare “la festa della donna”! Mai definizione la si potrebbe considerare superficiale e paradossalmente offensiva per la donna stessa.

L’8 marzo in tutto il mondo si celebra “la giornata internazionale della donna”. Non è, come superficialmente potrebbe apparire, una differenza soltanto semantica. No! La differenza è molto più pregnante nei contenuti e nelle forme. 

La donna o come ebbe a definirla con frase fatta “L'altra metà del cielo” da molti attribuita a Mao Tse Tung: di certo si è diffusa nel mondo occidentale in seguito alla Grande Rivoluzione Culturale.

Anche se la definizione più pregnante è quella inglese "women hold up the other half of the sky" ("le donne reggono l'altra metà del cielo").

L’origine della giornata, alcune fantasiose versioni, la farebbero risalire all’8 marzo del 1908, quando a New York, nella fabbrica di camice Cotton morirono centinai di lavoratrici nel rogo della fabbrica (da profonde ricerche femministe nei recenti anni ottanta, la fabbrica risultò inesistente) alimentando ricostruzioni che sono ancor oggi diffuse sia tra i mass media che nella propaganda di alcune organizzazioni sindacali.

La giornata internazionale della donna nasce dalle lotte femministe nel mondo agli inizi del XX secolo, e per impulso che la rivoluzione russa diede al riconoscimento del valore e dell’impegno della donna nel mondo.

In Italia nacque nel settembre del 1944 a Roma per merito dell’UDI (Unione Donne Italiane). Nell’UDI confluirono donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d’Azione alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e proprio per l’iniziativa dell’UDI si decise di celebrare la giornata della donna, nei territori liberati, l’8 marzo 1945, mentre a Londra veniva approvata e inviata all’ONU la Carta della donna contenente la parità dei diritti e di lavoro. Nell’8 marzo 1946, con la fine della guerra, fu celebrata in tutta Italia la giornata dedicata alla donna e ai suoi diritti, vedendo per la prima volta la comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio ai primi di marzo.

Nasce quindi secondo un’idea di alcune donne dell’UDI che è doveroso ricordare: Teresa Noce; Rita Montagnana; Teresa Mattei.
Storia ben diversa, dalla volgare strumentalizzazione che se ne è fatta da qualche decennio a questa parte. Noi donne e uomini del PD di Bagheria, così abbiamo voluto ricordare questa bella giornata della donna.

Gruppo di lavoro Cultura e Turismo del PD di Bagheria - 8 marzo 2014

 

In copertina foto di repertorio
 

Non posso non esimermi dall’intervenire a commento di un articolo pubblicato su BagheriaNews in cui ho letto diverse opinioni e sottolineo opinioni oltre a possibili scenari espressi dal direttore Angelo Gargano nel suo articolo.

Non condivido affatto un certo modo di fare giornalismo basato su i “si dice”, “parrebbe”, “voci di corridoio mormorano” ecc, tale modo di scrivere induce a pensare che ci siano apposite strategie comunicative volte non ad informare ma a condizionare l’opinione pubblica attraverso un modo di fare giornalismo schierato e identitario o, peggio ancora, volto a ricevere sovvenzioni.

In quell’articolo si accenna a probabili ipotesi di scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose preannunciando e ipotizzando dossier preparati dai Carabinieri, quasi a suggerire modalità di indagine e fronti da seguire ma facendo illazioni che ricadono solo ed esclusivamente su questa amministrazione.

Riprendo inevitabilmente dei passaggi dell’articolo perché non voglio e non credo sia giusto che su questa città debba, ancora una volta, tout court, essere gettata l’infamia della mafia, senza distinzioni di sorta, criticando, senza discernere, l’intera classe politica e questa amministrazione.

Per chiarire di cosa si tratta, voglio ricordare due sole righe di quanto espresso dal Direttore: “Le indagini delle forze dell’ordine sul pianeta mafia di Bagheria e dintorni con gli inevitabili addentellati nel mondo delle imprese, della politica e dell’apparato amministrativo”.

 Non esiste ambito della società bagherese, quindi secondo il Direttore, che non sia addentellata con la mafia?

 Questo non è solo un giudizio ma è una condanna per l’intera città e quando arriva da una parte importante della società, quella che informa e crea pubblica opinione, la cosa diventa ancora più pesante.

 Bagheria è tutta mafiosa? Se è questo quello che il direttore vuole dire, lo dica apertamente senza tanti fronzoli.

 Riprendo ancora quanto da lui scritto: “C’è poi la variabile ‘indipendente’ del più che prevedibile scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose: non ci vuole essere maghi per prevedere che i Carabinieri stiano preparando il dossier da sottoporre al Prefetto per chiedere il cosiddetto accesso agli atti presso il comune di Bagheria, prodromica allo scioglimento”.

 Ne è cosi certo della mafiosità di Bagheria che oramai definisce lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose “più che prevedibile”? Quali le sue fonti, non occorre averne nel giornalismo? O basta ascoltare solo i detrattori?

 Nessuno oggi può pensare che la politica da sola possa favorire delle “infiltrazioni”. E’ necessaria una quanto meno contiguità dell’apparato amministrativo, dei dirigenti, dei dipendenti, affinché in cosi poco tempo (32 mesi di amministrazione) e con tutti i problemi legati alle difficoltà finanziarie ed alla mancanza di uno strumento “che fa gola” come il PRG, queste infiltrazioni abbiano fatto breccia.

Se il redde rationem non è quindi all’attuale Amministrazione, né tanto meno alla Politica in generale, ma alla macchina amministrativa nel suo insieme, se è questo che pensa il Direttore, allora lo dica chiaramente, supportato da fatti e non da opinioni, non nasconda il dito.

 Ma la parte interessante è quando afferma, a proposito delle strategie che la politica può mettere in atto per arrivare ad un accordo sulla sfiducia alla mia Amministrazione: “la Corte dei conti potrebbe metter becco in questo periodo accertando la responsabilità di questo consiglio nella creazione del dissesto e appiedare i politici responsabili, impedendone così come la legge prevede la candidatura per dieci anni”.

 Sia chiaro a tutti, sfiducia o non sfiducia, piano di riequilibrio si, piano di riequilibrio no, ovvero dissesto; questa amministrazione ha sempre fatto, fa, e farà di tutto per far venire a galla le responsabilità amministrative di ogni fatto o atto che ha portato in questo stato la nostra Città. Ne deriveranno, ovvie responsabilità: politiche che la cittadinanza giudicherà al momento opportuno, alle prossime elezioni e responsabilità amministrative che verranno giudicate dall’amministrazione.

 Nell’articolo vengono inquadrati in un’unica cornice fatti tra loro assolutamente scollegati.

 Voglio ricordare che questa amministrazione da me guidata è mal vista e maltrattata anche perché ha compiuto azioni che prima mai erano state fatte.

 E’ stata inflessibile sulla questione Coinres, scoperchiando un coperchio che da troppo tempo necessitava di essere aperto e portato alla luce del sole.

 Ed io stesso ne ho fatto le spese, personalmente, con minacce alla mia persona, per i licenziamenti, per le riduzioni di stipendi, per i controlli effettuati fino a collaborare con gli inquirenti, mediante l’ufficio igiene, per far venir fuori, recentemente, i furti di benzina.

 Abbiamo licenziato un dipendente, il dirigente del settore Lavori Pubblici, colto in flagranza di reato, e ciò ancora prima della sentenza di condanna penale.

 Abbiamo reso trasparenti tutte le procedure, pubblicato ogni atto sul sito web, e ci siamo resi disponibili ad incontrare chiunque ce lo chiedesse su tutti i temi caldi che in questi mesi hanno coinvolto la città di Bagheria.

 Siamo intervenuti subito con l’emergenza “Cimitero” per la quale già era stata prevista la rotazione del personale, avevamo anche iniziato il percorso per una convenzione con la congregazione SS. Sacramento per recuperare 935 loculi, operando nella maniera più trasparente e legale svolgendo tutte le procedure nel modo più corretto per verificare la titolarità in campo alla Congregazione e non eludere alcuna norma dei contratti pubblici.

Volevamo recuperare corpi di fabbrica che fanno capo al secolo scorso e che ospitano le tombe del SS. Sacramento, corpi di fabbrica vetusti che mostrano problemi di incolumità pubblica perché cadenti. Il percorso che si voleva fare era salvare questa parte importante del cimitero, dare decoro al cimitero stesso ed evitare consumo di ulteriore suolo e costi notevoli di esproprio, il tutto seguendo un percorso chiaro inviando anche il progetto alla Sopraintendenza per essere approvato. Che ce ne facciamo di un cimitero storico cadente?

Abbiamo accelerato il percorso per l’utilizzazione dei beni confiscati alla mafia, abbiamo ricevuto tre finanziamenti e nei prossimi giorniverranno valorizzati e messi a bando altrettanti beni. Abbiamo lanciato finalmente lo sportello telematico della pratiche delle attività produttive, ciò ridurrà i tempi di attesa per le imprese, progetto che era fermo da un po’.

 Sfido chiunque a trovare uno che sia uno dei procedimenti fatti che siano stati realizzati per scopo personale o a beneficio di uno dei membri di questa Giunta.

 Se poi come, in qualche caso, impiegati infedeli che non seguono le giuste procedure con i loro atti disonorano l’attività di tutta l’amministrazione non possiamo farne noi le spese: prenderemo i giusti provvedimenti ma non possiamo essere capri espiatori.

 Mi viene da pensare che proprio perché abbiamo toccato poteri amministrativi interni forti: procedendo con rotazioni dirigenziali e di tutto il personale, opponendoci a favoritismi, licenziando chi andava licenziato e sanzionando chi andava sanzionato, proprio per questo, ci siamo fatti parecchi nemici che screditano l’operato di questa amministrazione che duramente e con fatica ha cercato sin da subito di mettersi a lavoro per sistemare i conti, redigere il PRG, colloquiare con Roma e la Regione per ricercare fondi e soluzioni per le finanze comunali.

 Ci abbiamo messo la faccia, e ora, un certo modo di fare opinione ce la schiaffeggia senza motivo.

 Non abbiamo mai pensato di avere la bacchetta magica e sapevamo che non era facile governare una città ed un Ente come Bagheria, si un ente dove non è facile scardinare alcuni modi di operare, cambiare delle baronie condizionate anche dalla politica e non riteniamo di essere stati infallibili o i migliori della classe ma di certo abbiamo sempre operato nella legalità, trasparenza degli atti anche a costo di sbagliare, e con legittimità seguendo tutte le leggi, regole e norme.

 Non ci sto dunque a leggere articoli in cui leggo semplicisticamente: “le infiltrazioni di cosa nostra in questi settori sono più che documentate ed evidenti” , non ci sto ad essere assimilato, con la Giunta che dirigo, a queste affermazioni, la mia amministrazione non può pagare colpe di altri governi e soprattutto, non può e non deve pagare colpe di singoli che commettono reati appurati.

 Ma come diceva Max Weber, le scelte politiche possono essere fatte “per principio” indipendentemente dalle loro conseguenze, oppure “per responsabilità” considerando le presumibili conseguenze. Anche chi fa giornalismo dovrebbe ricordarsi queste cose.

 Io e la mia amministrazione le nostre responsabilità ce le assumiamo tutte ma non ci stiamo a prestarci, quali capri espiatori, a precise strategie denigratorie che pensano solo ad andare a future elezioni.

 Il Sindaco Vincenzo Lo Meo
sottoscritto dalla Giunta

N.B. La presente nota è stata inviata, per conoscenza, anche alle Forze dell’Ordine

 

 

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