Politica

Il Grillo di Bagheria e Gli attivisti liberi entrambi del Movimento 5 stelle con due diversi comunicati intervengono sulla vicenda del cimitero di Bagheria che tanto clamore sta suscitando.

Ieri pomeriggio, gli attivisti del Movimento 5 Stelle -Il grillo di Bagheria- sono stati al cimitero per verificare con i propri occhi cosa realmente stesse accadendo, vista la notizia divulgata dai media sui roghi di bare e salme e sulle indagini portate avanti dai carabinieri, restando stupefatti e sconcertati dalle immagini raccapriccianti che hanno trovato sul luogo.

Crediamo che Bagheria abbia toccato veramente il fondo. Dichiarano gli attivisti del M5S-Abbiamo sempre pensato di dover difendere dalla malapolitica i nostri cari in vita, adesso prendiamo atto che dobbiamo proteggere anche i nostri cari estinti. Crediamo inverosimile che queste pratiche di incenerimento siano casi isolati. Possibile che questa amministrazione non si sia mai accorta di ciò che accadeva dentro i cimiteri ? L'amministrazione deve delle spiegazioni ai suoi cittadini.”

Il gruppo bagherese, durante il presidio di ieri ha trovato frammenti di ossa, abiti di defunti estumulati, crocifissi e altri suppellettili.

Siamo di fronte ad uno scempio perpetrato ai danni dei nostri cari, commesso da gente che si è macchiata di reati che hanno violato sia la legge della polis sia la legge dell’uomo, e permesso da un’amministrazione negligente che non ha minimante percepito ciò che stava accadendo.”

Movimento 5 stelle  'Il Grillo di Bagheria'

Dal canto loro gli Attivisti liberi chiedono una convocazione del consiglio comunale. Questo il loro comunicato.

Alla luce di quanto emerso dall’indagine dei carabinieri sul ritrovamento di resti umani bruciati presso il cimitero comunale di Bagheria e alle accuse di vilipendio e soppressione di cadavere mosse a 3 dipendenti comunali, chiediamo al Presidente del Consiglio Comunale, Caterina Vigilia, l’immediata convocazione di un consiglio comunale aperto, affinchè il sindaco Vincenzo Lo Meo riferisca alla città sulla mancata vigilanza e controllo delle attività legate alle gestione cimiteriale, consentendo indirettamente la pratica di macabri “rituali” di sbarazzo dei nostri cari defunti.

Un’amministrazione che non è in grado di garantire la giusta serenità alla sua comunità è un’amministrazione che deve rimettere il suo mandato.

Movimento 5 Stelle “Attivisti Liberi”
 

 

 

 

Gravi anomalie nell’esposizione delle voci iscritte in bilancio, disattendendo l'obbligo di rappresentazione chiara e veritiera del documento contabile". 

Con questa motivazione il Tribunale di Termini Imerese ha annullato le delibere di bilancio del Coinres degli esercizi 2007, 2008 e 2009, che sono da ritenersi nulle per inosservanza dei principi di chiarezza e veridicità. 

Gli atti sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per accertare le responsabilità penali e civili sulla gestione.

«La sentenza da ragione al Comune di Marineo, che fin dal 31 dicembre 2008 aveva fortemente contestato la mala gestione del consorzio, rescindendo il contratto di servizio e avviando gestione “in house” e quindi la raccolta differenziata porta a porta che ha raggiunto la percentuale del 60%. Inoltre ciò ha evitato anche che il Comune di Marineo finisse trascinato verso il dissesto finanziario».

Questo è quanto dichiarato in una nota dal deputato nazionale Franco Ribaudo, ex sindaco di Marineo.

Abbiamo appreso dagli organi di stampa locali, della deliberazione di Giunta Municipale n° 21 del 14/02/2014, avente per oggetto: “Proposta al Consiglio Comunale di ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario ex art 243-bis D.Lgs. 267/2000 (art. 1 comma 573 Legge n° 147/2013)”.

Nella predetta proposta di procedura di riequilibrio, non risulta alcuna traccia del piano e tantomeno risulta allegato alla predetta delibera.

Preso atto che per la redazione di un piano di riequilibrio, occorre predisporre lo schema istruttorio così come da pronunce della sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti e misure correttive adottate dell’ente locale;

Considerato che tale schema risulta essere fondamentale per l’approvazione da parte del Consiglio Comunale entro i 90 giorni dettati dal D.L. 151 del 30/12/2013 (decreto salva-dissesto), in attesa della tanta sospirata conversione in Legge, per l’efficacia de qua;

Preso atto che lo schema del piano di riequilibrio, deve essere corredato del parere dell’Organo di controllo dell’Ente Locale (Revisori dei Conti);

Atteso che tale schema, così come predisposto dalla Corte dei Conti, presuppone una serie di valutazioni, verifiche ed analisi che fanno riferimento al bilancio corrente ed agli esercizi precedenti prodromici alla stesura del piano come risulta dalla delibera 22/2013 del 13/09/2013 della sezione autonomie della Corte dei Conti che ha ribadito, da più parti, l’opportunità di procedere preventivamente alla stesura di un piano di riequilibrio pluriennale, all’approvazione del bilancio di previsione 2013, consuntivo 2013 previsionale 2014 (quantomeno in Giunta), Regolamento tributi 2014 ed infine tariffe 2014, in quanto risultano elementi ISTRUTTORI, ESSENZIALI ED IMPRESCINDIBILI.

Per quanto anzidetto, risulta, pertanto, di estrema importanza ai fini del redigendo piano di risanamento, avere certezza, contezza e veridicità dei seguenti dati:

• Risultato di avanzo/disavanzo di amministrazione degli anni precedenti;
• Analisi dei residui attivi e passivi;
• Capacità di indebitamento dell’ente;
• Capacità di autonomia finanziaria dell’ente;
• Evoluzione della spesa del personale;
• Situazione economico-finanziaria degli organismi partecipati dell’ente dell’ultimo triennio, al fine di evidenziarne Costi/Oneri e situazioni di criticità;
• Evoluzione della spesa degli organi politici dell’ultimo triennio;
• Evoluzione della spesa inerente i debiti fuori bilancio ed altre passività potenziali.

Preso atto della massa passiva che dovrà necessariamente scaturire da atti “formalmente” approvati (bilanci-rendiconti e relativi allegati obbligatori), occorrerà eseguire una capillare valutazione delle risorse rinvenibili.

Tale valutazione, consentirà all’ente di poter rivedere, e con la propria dotazione finanziaria, e con il ricorso all’indebitamento (laddove legittimamente possibile), la possibilità di poter estinguere il deficit rilevato, nell’arco temporale pluriennale decennale.

Per quanto sopra esposto, alla luce della succitata delibera di G.M. n° 21 del 14/02/2014, se la proposta per il Consiglio Comunale di ricorso alla procedura di riequilibrio non tiene conto dei dati testè elencati, Ci CHIEDIAMO:

• Quale parere deve esprimere l’Organo di controllo?
• Quale piano di riequilibrio il Consiglio Comunale dovrebbe approvare ?

Sicuramente l’unica certezza in valore assoluto che fuga ogni dubbio dall’indecisione del piano di risanamento, spetta alla Corte dei Conti

Cordialmente                      LA VOCE DEI COMMERCIALISTI

FIRMATARI

Dott. Nicolò Benfante
Rag. Nicolò Mauro Gagliardo
Dott. Stefano Maggiore
Dott. Antonino Mineo (1956)
Dott. Francesco Nuccio
Rag. Filippo Romano


  

In occasione della legge di stabilità abbiamo assistito al solito gioco per accontentare alcune amministrazioni comunali, roccaforti portatrici di voti di qualche potentato politico.

Dopo il maxi emendamento del Governo, è stato ripresentato in seconda lettura alla Camera dei Deputati, all’art. 1 l’emendamento a firma Ribaudo – Culotta che ha generato il comma 573 della legge di stabilità che riportava quanto proposto al Senato dall’emendamento “salva comuni” a firma Lumia – Verducci.

Il comma 573 fissava in trenta giorni il termine entro il quale gli enti locali, in sede di prima applicazione, potevano riproporre la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, modificando gli effetti del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), che tutelava anche quei Comuni (uno di questi Bagheria), che pur vedendosi bocciato il piano di riequilibrio dal Consiglio Comunale (unico organo competente), potevano rivedere i conti e riproporre al consiglio un nuovo Piano di Riequilibrio.

Nel caso specifico di Bagheria, tale norma entra in contrasto con quanto stabilito dalla Corte dei Conti, (nella deliberazione del 15 novembre 2013, in occasione della mancata approvazione del Piano di Riequilibrio a Bagheria, la Corte dei Conti chiedeva al Consiglio Comunale di dichiarare quanto prima il dissesto perché l’ente rischiava di aggravare la situazione debitoria), così facendo si permetterebbe ai comuni affossati dai debiti fuori bilancio (a Bagheria si parla di circa 60 mln ), di adottare un vero e proprio dissesto gestito dagli stessi amministratori che lo hanno causato.

Alla lettera d) comma 2 art.1 del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 151 “milleproroghe” il Governo punta addirittura a prolungare a 90 giorni il termine fissato per la ripresentazione del Piano di Riequilibrio.

Questa norma darebbe più tempo ai Sindaci di accordarsi con i loro Consigli Comunali per l’approvazione di un atto già bocciato dagli stessi Consiglieri, così facendo si eviterebbe la procedura di Dissesto, che :

- affiderebbe la gestione finanziaria dell’ente ai commissari regionali il cui unico scopo sarebbe quello di risanare in tempi certi il comune (massimo 5 anni);

- permetterebbe lo scioglimento del Consiglio Comunale in carica, con un notevole risparmio per le casse dell’ente;

- contribuirebbe a far ripartire la programmazione ;

- permetterebbe alla Corte dei Conti di individuare e punire gli autori del disastro, imponendo loro il pagamento di sanzioni oltre all’incandidabilità degli stessi .

A nostro modo di vedere questa norma è inconcepibile, come inconcepibile è la bocciatura in Commissione Bilancio al Senato dell’emendamento 1.31 che in qualche modo sanava l’anomalia proposta in legge di stabilità, anomalia rilevata anche da un articolo del Sole 24 ore, che parla di “approcci diversi” nelle sezioni regionali sul Piano di Riequilibrio.

Ci chiediamo come sia possibile assistere a situazioni dove amministrazioni comunali come Alessandria, che si sono attenute a ciò che imponeva la legge, sono state lasciate al loro destino, mentre altre “protette” politicamente stanno per essere salvate a spese dei cittadini, che subiranno gli stessi effetti di un normale dissesto, (tasse ai massimi livelli, rideterminazione della pianta organica, vendita immobili di proprietà comunale, ecc.), salvando gli amministratori.

La scadenza del decreto-legge è fissata per il 28 febbraio, se la battaglia al Senato non sortirà gli effetti sperati, (votazione favorevole in aula dell’emendamento 1.31 o scadenza dl), nei prossimi giorni il M5S potrà contare sul lavoro dei ragazzi alla Camera che, come dimostrato per il decreto-legge 150, hanno capacità e mezzi per fermare un ennesimo torto ai danni della collettività ed in favore della mala politica.

 

 

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