Attualità

I cani baywatch arrivano anche in Sicilia. Parte oggi, sulla spiaggia di Mondello, il servizio di salvataggio effettuato dai bagnini a quattro zampe.

Si chiamano Merlino, Artù e Seline e sono i tre baywacth, autorizzati dalla Capitaneria di Porto, che grazie all’accordo con la Mondello Italo Belga, che da tempo perseguiva questa collaborazione, sorveglieranno il golfo di Mondello per tutti i week-end di luglio e agosto e nei giorni festivi. Altre cinque unità cinofile affiancheranno i tre “colleghi” alternandosi durante i fine settimana estivi. È previsto, infatti, oltre a una postazione fissa con gazebo accanto a una delle torrette di salvataggio, il pattugliamento costante di tutto il litorale.

Mondello è la prima spiaggia della Sicilia a dotarsi di unità cinofile per la sicurezza in mare – precisa Marcello Consiglio, referente della sezione siciliana della Sics, la Scuola italiana cani salvataggio – e questo servirà non solo a garantire i bagnanti nei momenti di maggiore affluenza, ma anche a far conoscere i nostri cani e il loro lavoro. Peraltro, già nel 2010, insieme alla Mondello Italo Belga avevamo organizzato una presentazione in spiaggia, con una dimostrazione di quello di cui questi cani sono capaci”.

“Sono molto soddisfatto di essere riuscito, finalmente, a portare questi simpatici baywatch a Mondello – dice Gianni Castellucci, amministratore delegato della Mondello Italo Belga. – La loro presenza, a fianco dei quaranta professionisti che garantiscono la sicurezza giornaliera della spiaggia, rende la spiaggia più allegra. E poi siamo sempre attenti ai possibili miglioramenti e arricchimenti del nostro servizio e i cani bagnini sono un inedito dalle nostre parti”.

È importante sottolineare che i cani, proprio come i “colleghi umani” della Mondello Italo Belga, sono dei professionisti, con un addestramento specifico.

“Le nostre unità cinofile seguono un corso di addestramento di nove mesi – continua Consiglioal termine del quale vengono sottoposte a una prova finale per il rilascio del brevetto che ha validità annuale. L’aspetto più importante è che cani e padroni vanno a scuola insieme, fanno tutto insieme. L’intesa deve essere massima: devono capirsi con uno sguardo, perché in emergenza non c’è tempo da perdere e non devono preoccuparsi l’uno dell’altro, ma sapere di poter contare sull’aiuto reciproco. Per questo motivo il cane non può e non deve mai andare in mare da solo, perché non è in grado di valutare i segnali e il livello di pericolosità”.

È stato anche provato che la presenza di un cane facilita i salvataggi perché, soprattutto i bambini, si sentono rassicurati dall’arrivo dell’animale. I cani bagnini indossano poi una speciale imbragatura, realizzata ad hoc dalla Protezione Civile che permette loro un migliore galleggiamento e, grazie alla presenza di diverse maniglie, un più facile appiglio per le persone in difficoltà. Le razze scelte per l’addestramento sono tre: labrador, golden retriever e terranova (quest’ultima però non viene impiegata in Sicilia perché non è in grado sopportare un clima così caldo).

“Si tratta di cani molto docili e abituati al riporto, caratteristiche che, insieme all’agilità corporea e alle capacità natatorie, li rendono idonei a queste attività, oltre a possedere un pelo idrorepellente e zampe palmate, ideali per il nuoto. Per i conduttori – spiega ancora Marcello Consiglio – è richiesta invece una notevole abilità nel nuoto e un allenamento costante”.

 

Riprendiamo dal periodico on line Cronache di gusto un articolo a firma di Giulio Ambrosetti, che fa giustizia delle notizie allaramnti che vengono talvolta diffuse senza alcuna cognizione di causa circa il pericolo di estinzione del tonno rosso.

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ALLARME   PESCA   ACCIDENTALE   DEL  TONNO, UN  RISCHIO  ANCHE  PER  IL  CONSUMATORE     da Cronache di gusto.it

Nessuno lo dice ufficialmente, anche se nel mondo della pesca siciliana il fatto, da qualche tempo, è sotto gli occhi di tutti: non si può andare a pescare pescespada senza catturare esemplari di Tonno Rosso del Mediterraneo.

Il problema non riguarda solo la Sicilia, ma un po’ tutto il Mare Nostrum.

Cosa è successo? Semplice.

Da un paio di anni l’Iccat, l’organismo internazionale che si occupa e si preoccupa nella pesca dei grandi pelagici, fissando regole e quantità di pesca, sulla base delle indicazioni che sono arrivate dal mondo scientifico, ha opportunamente ridotto i prelievi di Tonno Rosso del Mediterraneo.

In termini tecnici, ridurre i prelievi significa ridurre la quantità di Tonni pescati nel Mare Nostrum.

La tecnica di pesca del tonno più diffusa, oggi, è quella con le reti di circuizione. L’Iccat, da qualche anno a questa parte, ha ridotto le quote assegnate ad ogni Paese che esercita la pesca del Tonno nel Mediterraneo (per quote si intendono i quantitativi di Tonno - in questo caso di Tonno Rosso del Mediterraneo - che ogni Paese può pescare: quote che, ogni Paese, va a ripartire tra le varie Marinerie). La riduzione delle catture imposta dall’Iccat ha sortito effetti positivi.

Oggi il Mediterraneo è pieno di tonni. “Quasi quasi - ci dice un vecchio pescatore di Sciacca - sarebbe pure conveniente montare le vecchie tonnare…”.

Le tonnare, che un tempo erano presenti in quasi tutte le aree costiere siciliane, non ci sono più.

Il tonno, come già ricordato, si pesca, per lo più, con le reti di circuizione. I tonni vengono avvistati, circondati con le reti e catturati. L’Iccat ha vietato l’uso degli aerei, grazie ai quali le cosiddette ‘Navi fattorie’, che imperversano nelle acque internazionali del Mediterraneo, avvistavano grandi quantitativi di Tonno Rosso del Mediterraneo, avvantaggiandosi rispetto agli altri pescatori e aumentando a dismisura le catture.

Il tonno si pesca anche con il palangaro: un lungo filo dal quale, a una certa distanza l’uno dall’altro, sono attaccati i ‘bracciuoli’, ovvero i fili con gli ami.

Ebbene - ci dice Salvino Roccapalumba, dirigente regionale del settore Pesca, mente storica di questo settore in Sicilia - i pescatori che vanno a pescespada con il palangaro non riescono a non pescare tonni. Ormai in mare ce n’è così tanti che le esche dei palangari vengono prese d’assalto”. Il problema è serio. E non è nemmeno questione di esca. Escare un palangaro con le sarde piuttosto che con i calamari potrebbe essere più selettivo. Questo perché i tonni preferiscono i calamari. Ma il problema si pone lo stesso, perché di Tonno Rosso del Mediterraneo ce n’è così tanto che si pescano comunque".

Ripetiamo: il problema della cosiddetta pesca accidentale del tonno è serio. Il pesce, in base a un nuovo regolamento comunitario, non può più essere rigettato in mare. E poi non avrebbe senso rigettare in mare un tonno con l’amo in bocca, perché difficilmente sopravviverebbe.

Quella che Salvino Roccapalumba definisce “l’impossibilità, per le barche che vanno a pescare con il palangaro, di non imbattersi nei tonni” è una questione delicata.

Che, forse, andrebbe affrontata diversamente da come viene gestita oggi.

I divieti di commercializzazione, in questo caso, alla luce della grande quantità di Tonno Rosso presente nel Mediterraneo, sembrano fuori luogo.

Quest’anno, a Palermo, il Tonno Rosso pescato accidentalmente si vendeva ai commercianti, ovviamente sottobanco, al prezzo di un euro-un euro e mezzo al chilo. Per essere rivenduto al dettaglio a 10 euro. Tutto a danno dei pescatori.

Quest’anno in alcuni mercati di Palermo, si vendevano, contemporaneamente, il tonno certificato a 25 euro al chilogrammo e il Tonno non certificato (cioè quello pescato accidentalmente) a 10 euro al chilogrammo.

Il fatto è che, quando un tonno (con esemplari che, quest’anno, sono arrivati anche a oltre 300 chilogrammi di peso!) deve essere venduto sottobanco, potrebbero insorgere problemi nella conservazione

E per questo che, qualche mese fa, sempre a Palermo, nei Pronto soccorsi, come abbiamo letto sui giornali, sono stati riscontrati tanti casi di “Sindrome sgombroide”? Per la cronaca, si tratta di una patologia, da non sottovalutare (specie per i soggetti allergici o con problemi respiratori) provocata dalla presenza di istamina. Quando il tonno (e, in generale, il pesce azzurro) viene conservato male produce istamina. Tale sostanza permane dopo la cottura e rimane anche se il pesce viene refrigerato. Detto questo, sarebbe opportuno rivedere certi regolamenti che creano solo problemi ai pescatori siciliani già provati da una pesante crisi.

Giulio Ambrosetti         

“Con grande difficoltà e sforzo ma soprattutto credendoci abbiamo riportato sul territorio un servizio di prima necessità in cui crediamo molto, come amministratori ma anche e soprattutto come genitori – è quanto dichiara l’assessore alle Politiche sociali, Massimo Mineo, a proposito dell’apertura del bando per lo spazio gioco per bambini “Teneri cuccioli”.

“Abbiamo lavorato non solo per ripristinare il servizio ma anche per riportare le tariffe ad una richiesta più in linea con la crisi che attanaglia non solo la nostra comunità proponendo rette meno proibitive grazie al PAC il piano di azione e coesione sociale continua Mineo che aggiunge: contiamo di ripristinare, quanto prima, il servizio completo, contando su tre diverse strutture, oltre a quella di via Orazio Costantino anche su quella di palazzo Butera e via Monsignor Arena per offrire un servizio ai bambini dai 18 ai 36 mesi”.

Non solo – aggiunge l’assessore – abbiamo anche previsto che 10 famiglie che necessitano di maggior aiuto possano comunque fruire del servizio per i loro bambini senza pagare la retta, ovviamente saranno i servizi sociali a valutare i diversi casi. Desidero ringraziare tutti gli uffici di settore che si sono adoperati per rendere fattibile il progetto”.

Per eventuali informazioni rivolgersi agli uffici della solidarietà sociale di via Mattarella a Bagheria.

Fonte Ufficio Stampa del Comune

Le hanno consegnate ieri al sindaco, i rappresentanti delle Associazioni, le 1000 firme di bagheresi favorevoli al mantenimento del corso Umberto chiuso raccolte in due soli giorni. E' una prova concreta che la città vuole contare  e partecipare alle decisioni.

Sono stati ricevuti  dal sindaco Vincenzo Lo Meo per ribadire le motivazioni di un orientamento che non vuole essere una scelta contro qualcuno o qualcosa,  ma una scelta per realizzare qualcosa come è stato spiegato chiaramente dai rappresentanti delle Associazioni.

Tutto il  mondo va nella direzione di rendere pedonali i centri storici, e soprattutto, cosa che a Bagheria non si è mai neanche tentato, di disincentivare l'uso dell'auto. E questa, sostengono i presentatori delle firme, una battaglia che a Bagheria deve essere almeno avviata.

I presentatori della petizione hanno insistito sul fatto che non hanno nulla contro i commercianti, anzi vorrebbero che fossero al loro fianco per cogliere le opportunità offerte dalla pedonalizzazione del corso.

Lo Meo ha ribadito la sua opinione personale, peraltro riportata nel suo programma, che è  stata ed è, di condivisione della pedonalizzazione del corso, che deve essere però integrato però con provvedimenti che per ristrettezze finanziarie non è stato possibile sinora assumere: il riferimento è al pullman ecologico, progetto già finanziato e che dovrebbe decollare, all'impianto di video sorveglianza che potrebbe garantire maggior sicurezza agli operatori commerciali, a delle forme di incentivo per chi organizza attività di spettacolo o di intrattenimento.

A parere di Lo Meo per quanto riguarda l'ordinanza di apertura notturna deve essere considerata in qualche modo 'congelata': la chiusura delle scuole e l'arrivo della stagione estiva consigliano di fare eventualmente l'esperimento in un momento in cui si possano raccogliere maggiori indicazioni; ma su questo le Associazioni non arretrano.

L'apertura parziale sostengono, potrebbe essere per qualcuno il cavallo di Troia per tornare al corso aperto del tutto alle auto, ed è per questo che l'ordinanza di riapertura notturna deve essere revocata.

Anche la sentenza del Tar che ha sostenuto che alla base dell'ordinanza dell'area pedonale sono sottese delle motivazioni di diritti sanciti costituzionalmente, quale il diritto alla salute, rende adesso la strada in salita per quanti vedevano nello spiraglio della riapertura notturna il grimaldello per scardinare e mettersi alle spalle l'esperienza del corso Umberto chiuso alle auto.

 

 

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