Attualità

La Dirigente, Dott.ssa Tiziana Dino, e i docenti dell’ICS Ignazio Buttitta di Bagheria hanno cercato, in questo anno scolastico, di stimolare nei ragazzi un maggiore interesse nei confronti della matematica per facilitare l’acquisizione delle competenze logiche, sia con un progetto regionale “ Matematica e arte” che avvicina la geometria alla realtà vissuta dai ragazzi, sia con UDA multidisciplinari volte a rafforzare e migliorare il metodo di studio , sia con la partecipazione a gare di matematica regionali (AIPM) e nazionali (Pristem Bocconi di Milano).

In molti alunni è migliorato l’interesse nei confronti della matematica e……… , ciliegina sulla torta, nella semifinale regionale della gara di matematica indetta dall’Università Bocconi, che si è svolta al liceo classico Garibaldi di Palermo, due alunni della Scuola Secondaria di I grado si sono classificati in posizione utile per partecipare alla finale nazionale che si terrà il 16 maggio a Milano. G

li alunni sono: Lupo Fabrizio, della classe 1 B, classificatosi primo e Oddo Denise, della classe 2 A, che si è classificata al 17° posto.

La Dirigente, la Prof.ssa Referente, tutti i docenti e tutti i compagni della scuola augurano ai due docenti un grande in “bocca al lupo”…
 

‘Senza picciuli u parrinu missa nunni canta’, forse è un detto universale, ma forse è nato a Bagheria, perché era una delle espressioni canoniche più usate da ‘Patri picciuli’, al secolo Francesco Speciale, vissuto a cavallo del Novecento, uomo di chiesa, uomo di cultura, fine latinista e cultore dei classici, ma con un debole: i picciuli appunto.

Fu parroco presso la chiesa delle Anime sante, però diceva messa anche in altre chiesette periferiche, chiesetta di Santa Rosalia a Cattolica, chiesetta 'Favazzi' in corso Butera, insomma non lasciava nessuno privo dei sacramenti: a patti e condizioni, però.

Per questo in paese era chiamato sinteticamente ed efficacemente ‘patri picciuli’.

In occasione di qualche ricorrenza della Santa Patrona di Palermo che aveva però proseliti anche a Bagheria, Totò Ferrara il superiore della Congregazione di Santa Rosalia, uomo corpulento e gigantesco che, ad onta del suo fisico, era come si suol dire ‘un pezzu ri pani’; lo interpellava regolarmente per dire messa nella minuscola chiesetta di villa Cattolica nella foto), dove solevano riunirsi i membri della Congregazione, i cui aderenti erano soprattutto puntavugghiuoti abitanti appunto nella zona dell’Arco di Santa Rosalia.

Parrì, ruminica nna veni a rici a missa nna chisulieddra ri Santa Rusulia”? chiedeva u zu Totò
E patri Picciuli di rimando, con il solito ritornello: “Ci su i picciuli? Picchì senza picciuli u parrinu nunni canta missa!"
“Ci su, ci su” era la risposta del superiore; e messa era.

‘Patri picciuli’ fu anche oggetto di un grave atto intimidatorio: una domenica alle Anime Sante dopo la messa dell'una, gli spararono contro, a lui e ad altri due presbiteri, qualche ‘scupitatta’ le cui motivazoni rimasero ignote.

Forse perché venne coinvolto in una vicenda oscura legata al fallimento di una banca bagherese, forse ad altre questione di soldi, forse perchè si intromisero in una storia d'amore del sagrestano, fatto sta insomma che la prudenza gli suggerì di allontanarsi da Bagheria per andare sino ad Alessandria d’Egitto e poi a Tunisi e al Cairo dove andò ad insegnare il suo amato latino nelle scuole italiane all’estero.

Quando le acque si chetarono, Patri picciuli tornò, aveva dato retta ai vecchio detto siciliano ‘u fuiri è briogna ma è sarbamentu ri vita’, o anche più metaforicamente, ‘calati juncu ca passa la china’...

---------------------------------------------------------------------


altCi furono anni in cui l’agòne politico fu molto più animato rispetto ad oggi: nel 1969 per esempio si svolgevano in Francia le elezioni per la elezione del presidente della Repubblica.

C’era la possibilità, date le circostanze politiche, che il partito comunista francese allora tra i più forti d’Europa, riuscisse a fare elegger il proprio candidato Jaques Duclos cui era stato opposto il candidato gollista Georges Pompidou, e si pensava che assieme al candidato governativo Pompidou al ballottaggio sarebbe potuto andare appunto il comunista Duclos.

Fu una campagna elettorale quella francese che, dopo i fatti famosi del '68 parigino, coinvolse di fatto tutta l’Europa, e nel nostro piccolo anche Bagheria; una notte andando in giro con la vernice un gruppo di giovani al tempo ‘rivoluzionari’, (eskimo e capelli lunghi, e spesso anche sporchi, perché faceva tendenza), scrivemmo su un muro sulla curva sulla S.S. 113 all’ingresso di villa Ramacca, W DUCLOS (nella foto).

Alla fine vinse, come è noto, il candidato moderato Pompidou ed il sogno di un comunista a presidente della Repubblica francese svanì. Il muro nella parte bassa si è scrostato ma la vernice dopo 45 anni resiste ancora e, malgrado sia stata data una mano di calce, lascia ancora intravedere il rosso della passione politica.

------------------------------------------------------------------------

altNel 1971 a Bagheria nasce l’IMASD, acronimo di Impresa mobili, arredi, salotti e divani, animatore Domenico Sciortino, ma con tanti soci, Bernardo Lo Iacono, Lo Piparo, Matteo Raineri, quelli che noi ricordiamo e altri.

Due grandi capannoni sulla S.S. 113 uno per la falegnameria e la tappezzeria, un altro dove si prducevano le gomme sintetiche, vero vanto dell'azienda, oltre a 3 piani espositivi, lo scheletro dei quali è ancora visibile; nel giro di poco tempo l’impresa crebbe, si espanse e arrivò ad avere una sessantina di dipendenti, una decina amministrativi, tutti regolarmente collocati che per Bagheria al tempo era un miracolo.

Facevano di tutto, per i mercati nazionali e internazionali: lavoravano su ordinazione, disegnavano e producevano i loro prodotti, vendevano anche prodotti di altre aziende, sembrava uno di quei piccoli miracoli economici cui Bagheria al tempo, prima di trasformare tutto in cemento,  ci aveva abituati.

Presenti i in tante fiere nazionali e internazionali, America compresa, prendevano  commesse un pò dovunque persino in Arabia Saudita, per l'arredamento di alberghi; insomma tutto sembrava filare per il meglio, poi all’improvviso, il fallimento
Si disse per i troppi debiti, si disse perché si era fatto il passo più lungo della gamba, si accennò a manovre oscure. Fatto sta che, dopo un decennio, in meno di un anno il sogno si infranse.

L’Imasd e i protagonisti di quell’avventura o sono andati via o sono ormai in pensione, ma lo scheletro dell’azienda ( nella foto) è ancora là a ricordarci quegli anni, in cui l'idea-forza che Bagheria agricola potesse crescere assieme al turismo, pensiamo al Village Mer et soleil,  e all’industria,  si è dissolta da tempo.

Angelo Gargano
 

In questi mesi già estivi tornerà 'Pagine di mare', rubrica su fatti, vicende e soprattutto sulla vita del mare e nel mare.

Il mare declinato nei diversi aspetti che assume per ognuno di noi: luogo di svago, di passatempo e di relax per la gran parte;  luogo dove praticare uno sport per gli appassionati della vela, del nuoto o di altri sport acquatici; luogo di lavoro pesante e rischioso per i pescatori e per quanti, uomini delle motovedette che, veri eroi del nostro tempo, garantiscono la nostra sicurezza in mare  e salvano migliaia e migliaia di vite umane, di gente che nel mare ha visto la strada maestra per un futuro migliore; il mare visto dai sub, che scoprono bellezze che sono solo per pochi, le foreste di posidonia, i coralli, i relitti del passato depositati sul fondo  e custoditi  dai pesci in libertà che ancora non hanno alcuna paura dell'uomo, perchè non lo conoscono; il mare negato, come è accaduto nelle nostre coste sin dai primi anni settanta e come continua incredibilmente ad accadere oggi, leggi Solanto, dove qualche erede di una mentalità borbonica si arroga ancora oggi il diritto di togliere una bellezza naturale che è di tutti alla fruizione dei cittadini 'normali'.

Insomma ce ne saranno cose da scrivere e storie di mare da raccontare per questo sollecitiamo i nostri lettori, ad inviarci le loro STORIE  DI  MARE. Per iniziare pubblichiamo questo contributo di Giuseppe Gargano. Redazione Bnews

-----------------------------------------------------------

 

alt

L’amore per il mare è come l’amore per una donna, si amano i suoi profumi, i colori e le minime sfumature, ma soprattutto si accettano, con amore i “capricci”. E così, come una donna, il mare è forma di vita, anzi è custode di vita.

L’acqua da sempre rappresenta l’elemento che costituisce e conserva la vita, permette lo sviluppo delle civiltà, ed a volte, nell’imperio della natura, anche la distruzione. Non a caso, storicamente, alcuni personaggi importanti nascono dall’acqua e molte civiltà iniziano e finiscono con essa.

Così è il mare, fonte di vita dei pescatori che, quotidianamente, che sia calmo o agitato, lo solcano, i più “veri”, che realmente si possono chiamare pescatori, hanno un rapporto simbiotico, poetico ma soprattutto di profondo rispetto conoscendone l’indole a volte implacabile.

Diceva il poeta, ” Discreti e tenebrosi ambedue siete: uomo, nessuno ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto, mare, le tue più intime ricchezze, tanto gelosi siete d’ogni vostro segreto.”

Lo navigano, gettano le loro reti, nella speranza di recuperarle piene come i pescatori seguaci del Maestro Gesù nel lago di Tiberiade. Ma purtroppo non è sempre così, restrizioni delle leggi, poco comprese dai pescatori, ancora meno da chi le partorisce, fanno si che ogni giorno è una lotta continua e alcuni diventano…….. pirati!. Molti di loro hanno i solchi della salsedine sulla pelle, ne portano traccia come cicatrici ancora aperte, qualcuno ha lasciato un parente, un amico, al quale il grande fratello blù ha chiesto tutto, il sacrificio estremo.

Forse non è più il periodo romantico di quando le donne stavano in porto ad aspettare i propri uomini rientrare, i tempi sono cambiati, cellulari e mezzi di comunicazione di bordo permettono di stare in contatto più spesso; ma per chi ama il mare, per i “vecchi”, che ancora siedono a rappezzare le vecchie reti, le immagini dei tempi passati non sono sfocate, sono vivide e per chi vive il mare, quel maestoso respiro costituisce nutrimento per lo spirito.

Di notte poi, precisamente un poco prima del sorgere del sole, prima che il primo raggio accarezzi le acque appena lasciate dal nastro d’argento, da sognatore, scendendo in porto si vedono, per chi vuole vederle, le sagome di quelle donne che ancora aspettano che il loro uomo rientri a terra. “Arancione, oro e verde scintillavano sul mare... l’acqua brillava di fuochi ultraterreni, il silenzio incorniciava quella magica visione, un silenzio che dava agli uomini l’idea d’esser sordi, i sensi rapiti da quello scenario meraviglioso…”

Giuseppe Gargano


 

Si stringono i tempi per l’assegnazione ad Amap del servizio idrico nei comuni della provincia di Palermo. Almeno così dovrebbe essere dopo che

Alla luce di tutte le novità l’Ato idrico nella figura del commissario straordinario alla Provincia ha convocato l’assemblea dei sindaci ex Aps, per oggi pomeriggio a palazzo Comitini per la chiusura della procedura di affidamento del servizio all'AMAP, alla luce dei fatti recenti. 

Primo fra tutti la norma inserita nella finanziaria regionale che andrà in pubblicazione probabilmente alla fine della settimana, laddove è stata decisa la concessione a fondo perduto di risorse regionali ai comuni dell'ATO idrico, che li 'gireranno' all'Amap per l'affidamento e la  gestione del servizio sino a settembre. 

Ma l'Amap frena ancora, e quindi l'affidamento potrebbe nuovamente slittare alla luce di una lettera di Amap che segue di un’ora circa quella di convocazione dell’assemblea dei sindaci dell'ATO

Amap avverte che “non si sono ancora avverate le condizioni poste con la proposta di affitto della nostra società”.

Una posizione inattesa che mette in tensione i sindaci che hanno già aderito ed avviato le procedure per uscire dall’impasse in cui si trovano i comuni ex Aps. Secondo la lettera di Amap “Non risulta rilasciato dall’Ato e dai Comuni il titolo legittimante lo svolgimento del servizio da parte di Amap; non risulta disposta l’erogazione delle somme nei confronti dell’azienda; non risulta ripianato il debito nei confronti del fornitore di energia elettrica e non risulta formalizzato l’accordo sindacale in deroga”.

Si continua con il rinvio accampando motivazioni pretestuose – dichiara l’assessore di Sciara Stefania Munafò che ha seguito da vicino la vicenda – le somme sono state disposte dalla Regione a fondo perduto, come possono essere trasferite prima ancora della definizione del passaggio ad Amap della fornitura ?  Amap si presenti al tavolo di domani con le soluzioni e non per porre ulteriori problemi. Tutte le condizioni poste sono rispettate, occorre solo chiudere procedure e documenti per attivare il conseguente passaggio del servizio con tutti mi conseguenti trasferimenti ad iniziare dalle risorse regionali”.Se Amap vuole gestire il servizio- aggiunge la Munafò - ormai deve prendersene carico senza più indugiare o sorgerà il sospetto che questo continua rinviare, precisare e prendere tempo sia finalizzato ad alzare il prezzo. non vorremmo che lo scopo finale sia quello scaricare i lavoratori perchè questo non sarebbe accettabile”.

I tempi ormai sono strettissimi. L’ennesima proroga scadrà, infatti, il prossimo giorno 17 e chiedere ulteriori proroghe appare quantomeno complesso. Il servizio idrico nei comuni interessati, almeno una cinquantina, attualmente è al minimo indispensabile con il blocco di nuove forniture, voltura, servizi di smaltimento acque reflue e perfino difficoltà nella depurazione tanto che sulla vicenda comincia ad focalizzarsi l’attenzione di ambientalisti e inquirenti. una situazione non più sostenibile anche per i 200 dipendenti ex Aps senza stipendio che continuano a garantire il servizio minimo con mezzi propri e opera al momento gratuita

L'AMap replica atatraverso alcune puntualizzazione della presidente Prestigiacomo:

Per parte nostra – dice la Prestigiacomo – avremo un incontro alle 14,30 prima dell’assemblea dei sindaci nel quale spiegheremo quanto scritto in quella lettera. Non c’è nessun rinvio o motivo per prendere tempo. Se le condizioni saranno rispettate procederemo alla presa in carico del servizio ma bisognerà aspettare comunque la pubblicazioe della finanziaria regionale e il trasferimento dei fondi dalla Regione all’Ato. Nonpretendiamo certoc he li diano a noi prima dell’affidamento. Ma solo quanto i soldi saranno nelle mani dell’Ato noi potremo procedere. A quel punto sarà una questione d’onore fra noi e il Commissario. Proprio questo diremo al Commissario”.

Insomma tra pubblicazione della Finaziaria e sblocco dei fondi ci vorranno almeno altre due settimane perchè l'Amap assuma il servizio, ma i tempi stringono ed i disagi per gli utenti aumentano.

Ancora oggi diversi cittadii ci scrivono perchè in lacune strade non riescono a ricevere l'acqua

 

Altri articoli...