Pagine di mare. L'amore per il mare è come l'amore per una donna....- di Giuseppe Gargano

Pagine di mare. L'amore per il mare è come l'amore per una donna....- di Giuseppe Gargano

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In questi mesi già estivi tornerà 'Pagine di mare', rubrica su fatti, vicende e soprattutto sulla vita del mare e nel mare.

Il mare declinato nei diversi aspetti che assume per ognuno di noi: luogo di svago, di passatempo e di relax per la gran parte;  luogo dove praticare uno sport per gli appassionati della vela, del nuoto o di altri sport acquatici; luogo di lavoro pesante e rischioso per i pescatori e per quanti, uomini delle motovedette che, veri eroi del nostro tempo, garantiscono la nostra sicurezza in mare  e salvano migliaia e migliaia di vite umane, di gente che nel mare ha visto la strada maestra per un futuro migliore; il mare visto dai sub, che scoprono bellezze che sono solo per pochi, le foreste di posidonia, i coralli, i relitti del passato depositati sul fondo  e custoditi  dai pesci in libertà che ancora non hanno alcuna paura dell'uomo, perchè non lo conoscono; il mare negato, come è accaduto nelle nostre coste sin dai primi anni settanta e come continua incredibilmente ad accadere oggi, leggi Solanto, dove qualche erede di una mentalità borbonica si arroga ancora oggi il diritto di togliere una bellezza naturale che è di tutti alla fruizione dei cittadini 'normali'.

Insomma ce ne saranno cose da scrivere e storie di mare da raccontare per questo sollecitiamo i nostri lettori, ad inviarci le loro STORIE  DI  MARE. Per iniziare pubblichiamo questo contributo di Giuseppe Gargano. Redazione Bnews

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L’amore per il mare è come l’amore per una donna, si amano i suoi profumi, i colori e le minime sfumature, ma soprattutto si accettano, con amore i “capricci”. E così, come una donna, il mare è forma di vita, anzi è custode di vita.

L’acqua da sempre rappresenta l’elemento che costituisce e conserva la vita, permette lo sviluppo delle civiltà, ed a volte, nell’imperio della natura, anche la distruzione. Non a caso, storicamente, alcuni personaggi importanti nascono dall’acqua e molte civiltà iniziano e finiscono con essa.

Così è il mare, fonte di vita dei pescatori che, quotidianamente, che sia calmo o agitato, lo solcano, i più “veri”, che realmente si possono chiamare pescatori, hanno un rapporto simbiotico, poetico ma soprattutto di profondo rispetto conoscendone l’indole a volte implacabile.

Diceva il poeta, ” Discreti e tenebrosi ambedue siete: uomo, nessuno ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto, mare, le tue più intime ricchezze, tanto gelosi siete d’ogni vostro segreto.”

Lo navigano, gettano le loro reti, nella speranza di recuperarle piene come i pescatori seguaci del Maestro Gesù nel lago di Tiberiade. Ma purtroppo non è sempre così, restrizioni delle leggi, poco comprese dai pescatori, ancora meno da chi le partorisce, fanno si che ogni giorno è una lotta continua e alcuni diventano…….. pirati!. Molti di loro hanno i solchi della salsedine sulla pelle, ne portano traccia come cicatrici ancora aperte, qualcuno ha lasciato un parente, un amico, al quale il grande fratello blù ha chiesto tutto, il sacrificio estremo.

Forse non è più il periodo romantico di quando le donne stavano in porto ad aspettare i propri uomini rientrare, i tempi sono cambiati, cellulari e mezzi di comunicazione di bordo permettono di stare in contatto più spesso; ma per chi ama il mare, per i “vecchi”, che ancora siedono a rappezzare le vecchie reti, le immagini dei tempi passati non sono sfocate, sono vivide e per chi vive il mare, quel maestoso respiro costituisce nutrimento per lo spirito.

Di notte poi, precisamente un poco prima del sorgere del sole, prima che il primo raggio accarezzi le acque appena lasciate dal nastro d’argento, da sognatore, scendendo in porto si vedono, per chi vuole vederle, le sagome di quelle donne che ancora aspettano che il loro uomo rientri a terra. “Arancione, oro e verde scintillavano sul mare... l’acqua brillava di fuochi ultraterreni, il silenzio incorniciava quella magica visione, un silenzio che dava agli uomini l’idea d’esser sordi, i sensi rapiti da quello scenario meraviglioso…”

Giuseppe Gargano