Attualità

Giovanni Di Giacinto, sindaco di Casteldaccia, si è commosso, quando dopo il taglio del nastro, ha fatto l’ingresso nel baglio con torre del Duca di Salaparuta restaurati, seguito da centinaia e centinaia di concittadini; in qualche modo il sindaco e la gente che lo seguivano avevano consapevolezza che tornavano a ricollegare i fili di una storia iniziata almeno quattro secoli fa; da quando cioè sin dal XVI secolo viene eretta quella torre di avvistamento con baglio e case intorno che fungeva da ricovero e da difesa per uomini, animali, attrezzi di lavoro e prodotti della terra, a quando nel 1737 viene acquistato dal marchese Lungarini un “luogo” denominato “Castellazzo”, ed ancora nel 1843 quando Eduardo Alliata sposando una Lungarini vi allocherà le cantine Corvo, già esistenti dal 1824, per arrivare al 1854 anno in cui Ferdinando II di Borbone decreta la nascita del nuovo comune di Casteldaccia, che completava la “parcellizzazione” in comuni autonomi di quello che un tempo era stato il territorio della Baronìa di Solanto.

La gente tornava con emozione e visibile partecipazione colà dove simbolicamente la comunità era nata, concludendo un percorso che non era fatto solo di liti legali con gli eredi degli Alliata, vecchi proprietari dell’immobile, di aride pratiche burocratiche per ottenere i finanziamenti per l acquisto e il restauro, di nulla osta della Sovrintendenze, ma di recupero della propria storia, della memoria, e di una identità civica.

Ci veniva da pensare a quando nel 2010 noi bagheresi fummo testimoni e protagonisti di un evento simile, e cioè il ritorno a palazzo Butera restaurato, con i sindaci dei comuni in cui i Branciforti avevano costruito la storia della loro famiglia a segnare un inizio e una continuità che è fondamentale perchè un semplice aggregato di persone possa definirsi comunità.
Anche a Casteldaccia arrivano i sindaci del territorio Vincenzo Lo Meo, Salvatore Sanfilippo di Santa Flavia, Ciro Coniglio di Baucina, il vice sindaco di Ficarazzi Federica Fricano, il sindaco di Trabia Francesco Bondì.

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Ci sono naturalemente assessorie consiglieri, ma più che il giorno delle autorità è stato il giorno della gente comune, gioiosa e sorridente, giovani ma anche tantissimi anziani, uomini e donne che avevano tirato fuori il vestito delle festa.

Per generazioni di casteldaccesi quel baglio e quella torre simbolo della cittadina e sempre incombente sulla piazza, erano stati come una sorta di frutto sconosciuto e/o proibito.

Adesso l’hanno riscoperto, e per quel pochissimo che ce ne intendiamo e abbiamo potuto vedere il restauro è stato più che dignitoso e oltremodo parsimonioso: non fece mai il baglio con torre, quel salto che fecero alcune delle analoghe strutture nel territorio, dalla torre dei Branciforti a quella di Valdina, di essere cioè trasformate in dimore nobiliari, ma struttura agricola fu e sempre tale rimase.

Convince quindi il restauro che potrebbe sembrare minimalista ma che è invece rispetto della storia del manufatto e delle finanze pubbliche. Il tutto è stato fatto con meno di due milioni di euro, e servirà ad ospitare la sede ufficiale del Comune con un risparmio di circa 100.000 euro, somma non indifferente per le finanze comunali- come ha specificato il sindaco.

Nel giorno che doveva essere della festa e della pacificazione di tutta la comunità affiorano però le polemiche politiche con l’opposizione che non ha ritenuto opportuno partecipare all’evento.

Eccellente l’idea di accompagnare l’inaugurazione della Torre, con una serie di mostre di artisti casteldaccesi: “Casteldaccia attraverso le fotografie” curata da Vito Di Domenico, che ha tirato fuori gli scatti del padre Ignazio risalenti ai primi decenni dello scorso secolo, mostra da visitare anche per chi casteldaccese non è, per ritrovare, e non solo per vacua nostalgìa, le immagini e le sensazioni di un tempo.

Bella anche la mostra di tele di Giovanni Castiglia Dove sto d’incanto” , una parte della quali erano state già esposte nella rassegna che era stata organizzata dalla Fondazione Federico II due anni fa presso l’Assemblea regionale siciliana., come pure gradevole è la mostra di modelli “Casuzze” di Pino D’Ugo.

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In serata nel baglio la parola ai tecnici Maria De Nembo, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune, che ripercorre la storia urbanistica del manufatto e tutti i passaggi che portarono al diniego circa venti ani fa da parte degli amministratori del tempo di una richiesta di una concessione presentata dai proprietari, che prevedeva la costruzione di miniappartamenti nei locali della torre,

L’acquisto avviato nel 2000, sindaco Bartolo Di Matteo e poi il finanziamento per il restauro, il cui iter progettuale ed esecutivo viene tratteggiato dall’architetto Bellanca della Sovrintendenza.

Si chiude in bellezza con un concerto con le esibizioni del pianista Enrico Montalto e di Myriam Palmisano che accompagna al piano, in una serie di arie intonate all’ambiente, il mezzosoprano Antonella Di Giacinto.

Possiamo concludere affermando che regia, sceneggiatura, compresa l'idea delle rappresentanze in costume d'epoca, presentazione e organizzazione sono state mirabilmente curate dall'assessore al turismo e ai beni culturali Vincenzo Accurso.
 

Sta suscitando un grande scompiglio tra gli utenti della rete la notizia comparsa su un sito web, bagheriachannel.it, dell'importo impegnato dall'amministrazione comunale di Bagheria per rimborsare le aziende per le assenze di consiglieri loro dipendenti per sedute di consiglio o di commissione; inoltre sul sito del Movimento 5 stelle sono stati resi noti i nomi della aziende presso le quali alcuni consiglieri prestano la loro opera.

Non è la prima volta che ci occupiamo di questo argomento: siamo stati praticamente gli unici, ed i lettori attenti lo avranno notato, assieme a dire il vero al Settimanale di Bagheria a sollevare quello che, non solo a Bagheria, ma a Palermo,  e nell'intera Sicilia è un vero e proprio scandalo. E spieghiamo il perchè. 

Lo diciamo senza mezze parole: è inaccettabile che un sindaco, degli assessori, dei consiglieri, che hannno avuto il coraggio di raddoppiare la TARSU alle famiglie dei bagheresi, si preparano dopo avere tagliato tutto quanto c'era da tagliare in termini di servizi, ad aumentare anche l'IMU.

Quello stesso sindaco, e quegli stessi assessori e consiglieri che non hanno decurtato di un solo euro le loro indennità; costoro non hanno nè titolo ne autorità etica prima ancora che politica di aumentare le imposizioni fiscali sui propri concittadini, nel momento in cui dimostrano di voler continuare sulla vecchia strada dell'arrembaggio alle casse pubbliche.

COMINCIAMO dalla LEGGE .

La legge prevede che i lavoratori dipendenti, pubblici o privati, che ricoprano cariche elettive nelle istituzioni abbiano il diritto di assentarsi dal lavoro per potere rappresentare negli organi istituzionali i cittadini che li hanno eletti.

E questo è un diritto-dovere sacrosanto e su questo non ci piove.

La legge prevede quindi che un consigliere comunale che svolga lavoro dipendente abbia diritto, per partecipare ai lavori del consiglio, ad assentarsi dal luogo di lavoro per l'intera giornata.

Per quanto riguarda la partecipazione alle sedute di commissione invece la legge prevede che il diritto di assentarsi sia limitato alla durata effettiva dei lavori di commisione.

Il datore di lavoro, e chiunque esso sia, dovrà corrispondere al lavoratore che si assenta per questi motivi le intere spettanze.

La legge da altresì il diritto al datore di lavoro privato di richiedere all'Ente presso cui il lavoratore dipendente esercita il proprio mandato il rimborso delle somme che ha pagato al lavoratore anche quando assente per l'espletamento del mandato; mentre per i consiglieri dipendenti di Enti pubblici avviene una sorta di tacita compensazione.

La legge prevede anche che per la partecipazione alle sedute del consiglio comunale o delle commissioni, al consigliere abbia diritto ad avere erogato un gettone di presenza che, nella precedente consiliatura era di poco meno di 60 euro, e che nell'attuale è scesa a poco più di 40 euro, visto che a causa del mancato rispetto del patto di stabilità è stata operata una riduzione del 30% sull'importo del gettone.

Questo dice la legge: ma nessuna legge prescrive che ogni settimana si debbano fare tre, quattro o anche più riunioni di commissione o di consiglio per parlare di aria fritta.

Da almeno tre anni insistiamo perchè gli ordini del giorno o i verbali della seduta vengano messi on line sul sito del Comune: orecchie da mercante da parte di sindaco e presidente del consiglio e solo generiche promesse ma nessun provvedimento concreto.

Un provvedimento semplice e trasparente che il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha introdotto a Palermo non appena eletto, per quanto riguarda o.d.g. di commissioni e consigli circoscrizionali.

Noi affermiamo che più della metà delle riunioni di consiglio comunale cui abbiamo assistito, ed il  60-70 % delle sedute di commissioni, non servano assolutamente a nulla , ma servono  solo a perdere tempo e a beccare il gettone.

Punto e basta.

Lo abbiamo detto e scritto una decina di volte, ma niente è cambiato e temiamo, niente cambierà.

Andiamo ai risparmi che il sindaco Lo Meo si vanta di aver realizzato: è un falso palese e macroscopico.

Ricordiamo ai deboli di memoria che il precedente consiglio comunale si è "strafogato" in cinque anni, euro più euro meno, circa quattro milioni di euro, e quello attuale è sulla strada  di spenderne altrattanti, diminuiti dell'obbligatorio 30 %, ma solo per quanto riguarda l'importo dei gettoni.

E' sorta infatti una diatriba che sinceramente non sappiamo come si sia conclusa, se cioè la riduzione del  30% vada applicata anche ai rimborsi alle aziende o solo ai gettoni.

Ma mettendo uno dopo l'altro le cifre pubblicate, ci pare che il braccio di ferro si sia risolto a favore dei consiglieri. Facciamo qualche somma.

L' importo di 56.000 euro stanziati per il rimborso alle aziende si riferisce solo al 1° trimestre 2012, questa cifra va evidentemente moltiplicata per quattro. e siamo già ad oltre 220.000 euro; a questi debbono essere sommati i 301.000 euro destinati in bilancio per i gettoni dell'anno corrente e siamo ad oltre 520.000.

Ma non è finita: a queste cifre vanno aggiunte le indennità di sindaco e assessori che mediamente nell'anno si attestano, e ci teniamo bassi , intorno a 225.000 euro: come totale raggiungiamo quindi  750.000  euro.

Signor sindaco dove sta il risparmio?

E tutto come prima, e se possibile, peggio di prima: l'unica cosa cambiata rispetto all'ultima consiliatura è che per la partecipazione alla pomposa conferenza dei presidenti dei gruppi, ( in cui al solito c'è qualche consigliere che da solo fa gruppo), ribattezzata la "scampagnata del lunedì" ora non si percepisce più il gettone.

Signor sindaco, voglio ricordarLe che Lei ha tagliato sul trasporto pubblico interno, ha tagliato sull'informazione televisiva, ha tagliato sul trasporto dei disabili nei centri di assistenza  e recupero, si prepara a tagliare sugli asili nido, ha raddoppiato la Tarsu, si prepara a ritoccare l'IMU, ma non ha avuto ad oggi il coraggio politico di fare un discorso chiaro  ai consiglieri.

Nel momento in cui le famiglie, i pensionati, i giovani vengono chiamati a sacrifici enormi, c'è una classe politica a Bagheria che continua a gozzovigliare alle spalle dei cittadini.

Lo abbiamo detto e lo ripeteremo sino alla nausea: un sindaco che voglia essere in sintonia con i propri cittadini amministrati, prima di aumentare tasse e imposte avrebbe avuto il dovere etico prima ancora che politico di tagliare con l'accetta sulle prebende dei politici.

Se non sarà in grado di avviare una riforma di questo genere caro sindaco Lo Meo, la sua credibilità sarà sempre prossima allo zero.

LE  CIFRE  e  i NOMI vanno letti correttamente

Detto questo, per correttezza vanno fatte alcune considerazioni, che rimandano ai motivi per cui non abbiamo mai pubblicato i dati riferiti ai singoli consiglieri, che peraltro sono pubblici e reperibili all'albo pretorio del Comune.

Noi non vogliamo fare la cosidetta caccia alle streghe, dando in pasto i nomi dei consiglieri: abbiamo sempre fatto e sempre faremo un ragionamento di carattere generale.

A cominciare dal fatto che non tutti gli undici consiglieri possono essere messi sullo stesso piano: si va da una situazione emblematica di un giovane consigliere, che durante il suo lancio politico con una paio di associazioni di cui abbiamo persino dimenticato il nome, nella primavera del 2010, fece addirittura dei gazebo in corso Umberto per denunciare lo sconcio delle spese della politica

Ebbene questo bravo giovane assieme ad altri bravi giovani, nel 2011 hanno fatto Bingo: eletti  al consiglio comunale hanno trovato subito dopo come d'incanto un lavoro, e che lavoro!

Tra i nomi riportati ci sono consiglieri che da anni lavorano seriamente  per aziende private che legittimamente richiedono di avere rimborsato quanto loro dovuto; ci sono altri che lavorano in aziende in cui svolgono importanti attività professionali, poi ci sono  altri che lavorano in aziende che si "prestano".

Mettere tutti sullo stesso piano, dicendo semplicemente, questi sono i nomi, può essere fuorviante rispetto al nodo del problema.

Ed ancora le cifre riportate nell'articolo che abbiamo citato sono, ad onor del vero, cifre lorde, comprendono cioè sia i contributi previdenziali che il datore di lavoro è tenuto a versare, sia le tasse, l'IRPEF in particolare; quindi il netto in tasca del consigliere è di molto inferiore, anche se va considerato che quanto rimborsato dal comune non è l'intero importo dello stipendio, ma possiamo pensare che oscilli dal 60 al 75% 

Andiamo alla notizia che naturalmente abbiamo rigorosamente verificato dell'indagine della Guardia di Finanza, e che riportiamo nel titolo.

All'inizio dell'anno si diffuse il panico tra alcuni consiglieri per una lettera anonima che fu inviata come al solito a sindaco, procura, carabinieri e quant'altro.

Chi ha potuto leggerla parla di dettagli che sull'Albo Pretorio del Comune non si trovano, e che quindi a "cantare" era stato qualcuno "di dentro".

Viene fuori adesso che nello stesso periodo, la Guardia di Finanza si recò al Comune di Bagheria, incontrò il presidente del consiglio e il sindaco, e chiese alla segretaria comunale copia degli atti riguardanti appunto i rimborsi alle aziende per le quali lavorano gli undici consiglieri.

I risultati? ancora li aspettiamo.

Ma anche se fosse tutto in regola, come noi ci auguriamo, un problema rimane: non è possibile che nel momento in cui migliaia di famiglie vedono nero come la pece il loro presente e il loro futuro e si vedono letteralmente tartassati da tasse e imposte, i politici debbano continuare a fare come prima e peggio di prima i comodi propri.

E' arrivato il momento di darsi seriamente una regolata, altrimenti la gente impugnerà i forconi 

Perseverare in questo tipo di comportamento e di sprechi è oggettivamente un incitamento all'evasione fiscale.

A distanza di poche settimane dal parere sfavorevole, espresso dal Consiglio Comunale nella seduta dell’11 luglio 2012, alla proposta che mirava a variare la destinazione dell’area e che consentiva così il completamento della struttura sanitaria di villa Santa Teresa, in data 20 agosto è stato trasmesso al Comune di Bagheria il decreto dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente del 16 agosto 2012 in cui si autorizza appunto il progetto per il completamento del Centro Regionale di Eccellenza in ortopedia presso la struttura “Villa Santa Teresa Diagnostica per immagini e radioterapia ”.

 

Il sindaco Vincenzo Lo Meo a proposito esprime compiacimento per la notizia favorevole:

Sono molto soddisfatto che sia stato approvato il progetto di variante urbanistica che amplia la struttura di Villa Santa Teresa che offre servizi di qualità all’intera Sicilia dando la possibilità di curarsi senza spostamento.

Il centro ortopedico infatti evita disagi, costi e mortificazioni per molte famiglie che invece, in mancanza, sarebbero costrette a recarsi fuori.

La Regione Sicilia, responsabilmente e molto opportunamente, ha approvato ugualmente nonostante il Consiglio comunale avesse dato parere negativo.

Purtroppo, e mi rattrista dirlo, penso che il Consiglio non abbia valutato bene i benefici che ne può trarre la città”.

 

Fonte  Ufficio Stampa del Comune di Bagheria


 


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“Saremo intransigenti, e per i trasgressori eleveremo multe che partono da trecento euro” dice Lo Meo che invita la cittadinanza a “contribuire a rendere la città più pulita e decorosa non solo per noi e per i nostri figli ma per quanti vengono a visitare la nostra cittadina”.

“Esistono diverse ordinanze che invitano a rispettare igiene e decoro, adesso che sono a disposizione nuovi cassonetti saremo ancora più solerti nei controlli” - dice il primo cittadino - che intende far rispettare le ordinanze anche in rispetto a chi il decoro e l’igiene pubblica, da buoni cittadini, le rispettano sempre”.

“E’ incomprensibile conclude il sindacoche si debba ancora assistere al lancio dei sacchetti dalle auto verso i cassonetti senza avere il rispetto per l’altro e per la città dove si vive, è triste dirlo ma queste sono cose che si vedono solo nel sud più incivile, cerchiamo di essere tutti più corretti e civili e soprattutto di mostrare amore per Bagheria”.

Si intensificheranno dunque i controlli a tappeto da parte del comando di polizia municipale per la protezione ambientale e l’igiene urbana non solo per l’abbandono dei rifiuti non conferiti negli appositi cassonetti ma anche per reprimere l'abbandono di rifiuti ingombranti per i quali è attivo un apposito servizio e si eleveranno multe anche ai padroni di cani che non si occupano di rimuovere le deiezioni solide dei loro animali lungo le strade cittadine.

Abbiamo riportato solo in parte un comunicato del sindaco  a difesa del decoro urbano pubblicato ieri sul sito ufficiale del comune di Bagheria.

A leggerlo mi veniva da pensare che forse il sindaco è reduce da una vacanze ritempratrice in qualche luogo civile  è tornato deciso a cambiare Bagheria.

Forse più semplicemente la sua intemerata è l'ennnesima pistola scarica puntata alla testa di una comunità che ormai sa per decennale tradizione che alle parole, ed in questo caso alle minacce, non seguirà alcun fatto concreto.

Ed il primo a saperlo è il sindaco Lo Meo, che conosce la potenza dell'apparato sanzionatorio e repressivo del comune, che è, se possiamo usare una vecchia espressione una "tigre di carta"

Per cui dopo aver letto il comunicato, tutti sappiamo che i rifuti continueranno ad essere conferiti fuori orario, che  pacchetti di sigarette e fazzolettini di carta continueranno a volare dai finestrini delle auto condotte da incivili, che altri incivili e selvaggi continueranno a praticare il lancio del sacchetto nel cassonetto, (che i più bravi e i più ardimentosi tentano ora di fare anche al volo, e cioè con la macchina in movimento), che i commercianti e i loro collaboratori continueranno a scopare bellamente nella pubblica via i residui di rifiuti del loro negozio e dei marciapiedi, che per liberarsi di uan vecchia rete o di un vecchio materasso si butta tutto in via Parisi, o in una delle decine di minidiscariche abusive di cui è particolarmente ricco fertile il nostro territorio e via via imbrattando. 

Signor sindaco, segua anche una volta sola nella sua vita, un nostro consiglio: non faccia più proclami, nè gride di manzoniana memoria, perchè non servono, o servono solo a mettersi la coscienza a posto.

La prossima volta faccia un comunicato o una conferenza stampa in cui ci informa che da tale mese a tal'altro mese sono stati elevati: tot verbali per conferimento rifiuti fuori orario, tot verbali per i proprietari che abbandonano sui marciapiedi le deiezioni del cani, (e cioè quasi tutti), tot verbali ai lanciatori di sacchetti, tot verbali a chi ha  abbandonato ingombranti, tot multe a chi scopato davanti al proprio negozio gettando i residui sulle cunette, e via via civilizzandoci.

Quanto leggeremo quel comunicato denso di cifre e di numeri la nostra fiducia nella istituzioni, nel suo lavoro e nella possibilità di riscatto della nostra comunità aumenterà senz'altro.

Angelo  Gargano

 

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