Sui rimborsi dei consiglieri comunali indaga già la Guardia di Finanza

Sui rimborsi dei consiglieri comunali indaga già la Guardia di Finanza

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Sta suscitando un grande scompiglio tra gli utenti della rete la notizia comparsa su un sito web, bagheriachannel.it, dell'importo impegnato dall'amministrazione comunale di Bagheria per rimborsare le aziende per le assenze di consiglieri loro dipendenti per sedute di consiglio o di commissione; inoltre sul sito del Movimento 5 stelle sono stati resi noti i nomi della aziende presso le quali alcuni consiglieri prestano la loro opera.

Non è la prima volta che ci occupiamo di questo argomento: siamo stati praticamente gli unici, ed i lettori attenti lo avranno notato, assieme a dire il vero al Settimanale di Bagheria a sollevare quello che, non solo a Bagheria, ma a Palermo,  e nell'intera Sicilia è un vero e proprio scandalo. E spieghiamo il perchè. 

Lo diciamo senza mezze parole: è inaccettabile che un sindaco, degli assessori, dei consiglieri, che hannno avuto il coraggio di raddoppiare la TARSU alle famiglie dei bagheresi, si preparano dopo avere tagliato tutto quanto c'era da tagliare in termini di servizi, ad aumentare anche l'IMU.

Quello stesso sindaco, e quegli stessi assessori e consiglieri che non hanno decurtato di un solo euro le loro indennità; costoro non hanno nè titolo ne autorità etica prima ancora che politica di aumentare le imposizioni fiscali sui propri concittadini, nel momento in cui dimostrano di voler continuare sulla vecchia strada dell'arrembaggio alle casse pubbliche.

COMINCIAMO dalla LEGGE .

La legge prevede che i lavoratori dipendenti, pubblici o privati, che ricoprano cariche elettive nelle istituzioni abbiano il diritto di assentarsi dal lavoro per potere rappresentare negli organi istituzionali i cittadini che li hanno eletti.

E questo è un diritto-dovere sacrosanto e su questo non ci piove.

La legge prevede quindi che un consigliere comunale che svolga lavoro dipendente abbia diritto, per partecipare ai lavori del consiglio, ad assentarsi dal luogo di lavoro per l'intera giornata.

Per quanto riguarda la partecipazione alle sedute di commissione invece la legge prevede che il diritto di assentarsi sia limitato alla durata effettiva dei lavori di commisione.

Il datore di lavoro, e chiunque esso sia, dovrà corrispondere al lavoratore che si assenta per questi motivi le intere spettanze.

La legge da altresì il diritto al datore di lavoro privato di richiedere all'Ente presso cui il lavoratore dipendente esercita il proprio mandato il rimborso delle somme che ha pagato al lavoratore anche quando assente per l'espletamento del mandato; mentre per i consiglieri dipendenti di Enti pubblici avviene una sorta di tacita compensazione.

La legge prevede anche che per la partecipazione alle sedute del consiglio comunale o delle commissioni, al consigliere abbia diritto ad avere erogato un gettone di presenza che, nella precedente consiliatura era di poco meno di 60 euro, e che nell'attuale è scesa a poco più di 40 euro, visto che a causa del mancato rispetto del patto di stabilità è stata operata una riduzione del 30% sull'importo del gettone.

Questo dice la legge: ma nessuna legge prescrive che ogni settimana si debbano fare tre, quattro o anche più riunioni di commissione o di consiglio per parlare di aria fritta.

Da almeno tre anni insistiamo perchè gli ordini del giorno o i verbali della seduta vengano messi on line sul sito del Comune: orecchie da mercante da parte di sindaco e presidente del consiglio e solo generiche promesse ma nessun provvedimento concreto.

Un provvedimento semplice e trasparente che il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha introdotto a Palermo non appena eletto, per quanto riguarda o.d.g. di commissioni e consigli circoscrizionali.

Noi affermiamo che più della metà delle riunioni di consiglio comunale cui abbiamo assistito, ed il  60-70 % delle sedute di commissioni, non servano assolutamente a nulla , ma servono  solo a perdere tempo e a beccare il gettone.

Punto e basta.

Lo abbiamo detto e scritto una decina di volte, ma niente è cambiato e temiamo, niente cambierà.

Andiamo ai risparmi che il sindaco Lo Meo si vanta di aver realizzato: è un falso palese e macroscopico.

Ricordiamo ai deboli di memoria che il precedente consiglio comunale si è "strafogato" in cinque anni, euro più euro meno, circa quattro milioni di euro, e quello attuale è sulla strada  di spenderne altrattanti, diminuiti dell'obbligatorio 30 %, ma solo per quanto riguarda l'importo dei gettoni.

E' sorta infatti una diatriba che sinceramente non sappiamo come si sia conclusa, se cioè la riduzione del  30% vada applicata anche ai rimborsi alle aziende o solo ai gettoni.

Ma mettendo uno dopo l'altro le cifre pubblicate, ci pare che il braccio di ferro si sia risolto a favore dei consiglieri. Facciamo qualche somma.

L' importo di 56.000 euro stanziati per il rimborso alle aziende si riferisce solo al 1° trimestre 2012, questa cifra va evidentemente moltiplicata per quattro. e siamo già ad oltre 220.000 euro; a questi debbono essere sommati i 301.000 euro destinati in bilancio per i gettoni dell'anno corrente e siamo ad oltre 520.000.

Ma non è finita: a queste cifre vanno aggiunte le indennità di sindaco e assessori che mediamente nell'anno si attestano, e ci teniamo bassi , intorno a 225.000 euro: come totale raggiungiamo quindi  750.000  euro.

Signor sindaco dove sta il risparmio?

E tutto come prima, e se possibile, peggio di prima: l'unica cosa cambiata rispetto all'ultima consiliatura è che per la partecipazione alla pomposa conferenza dei presidenti dei gruppi, ( in cui al solito c'è qualche consigliere che da solo fa gruppo), ribattezzata la "scampagnata del lunedì" ora non si percepisce più il gettone.

Signor sindaco, voglio ricordarLe che Lei ha tagliato sul trasporto pubblico interno, ha tagliato sull'informazione televisiva, ha tagliato sul trasporto dei disabili nei centri di assistenza  e recupero, si prepara a tagliare sugli asili nido, ha raddoppiato la Tarsu, si prepara a ritoccare l'IMU, ma non ha avuto ad oggi il coraggio politico di fare un discorso chiaro  ai consiglieri.

Nel momento in cui le famiglie, i pensionati, i giovani vengono chiamati a sacrifici enormi, c'è una classe politica a Bagheria che continua a gozzovigliare alle spalle dei cittadini.

Lo abbiamo detto e lo ripeteremo sino alla nausea: un sindaco che voglia essere in sintonia con i propri cittadini amministrati, prima di aumentare tasse e imposte avrebbe avuto il dovere etico prima ancora che politico di tagliare con l'accetta sulle prebende dei politici.

Se non sarà in grado di avviare una riforma di questo genere caro sindaco Lo Meo, la sua credibilità sarà sempre prossima allo zero.

LE  CIFRE  e  i NOMI vanno letti correttamente

Detto questo, per correttezza vanno fatte alcune considerazioni, che rimandano ai motivi per cui non abbiamo mai pubblicato i dati riferiti ai singoli consiglieri, che peraltro sono pubblici e reperibili all'albo pretorio del Comune.

Noi non vogliamo fare la cosidetta caccia alle streghe, dando in pasto i nomi dei consiglieri: abbiamo sempre fatto e sempre faremo un ragionamento di carattere generale.

A cominciare dal fatto che non tutti gli undici consiglieri possono essere messi sullo stesso piano: si va da una situazione emblematica di un giovane consigliere, che durante il suo lancio politico con una paio di associazioni di cui abbiamo persino dimenticato il nome, nella primavera del 2010, fece addirittura dei gazebo in corso Umberto per denunciare lo sconcio delle spese della politica

Ebbene questo bravo giovane assieme ad altri bravi giovani, nel 2011 hanno fatto Bingo: eletti  al consiglio comunale hanno trovato subito dopo come d'incanto un lavoro, e che lavoro!

Tra i nomi riportati ci sono consiglieri che da anni lavorano seriamente  per aziende private che legittimamente richiedono di avere rimborsato quanto loro dovuto; ci sono altri che lavorano in aziende in cui svolgono importanti attività professionali, poi ci sono  altri che lavorano in aziende che si "prestano".

Mettere tutti sullo stesso piano, dicendo semplicemente, questi sono i nomi, può essere fuorviante rispetto al nodo del problema.

Ed ancora le cifre riportate nell'articolo che abbiamo citato sono, ad onor del vero, cifre lorde, comprendono cioè sia i contributi previdenziali che il datore di lavoro è tenuto a versare, sia le tasse, l'IRPEF in particolare; quindi il netto in tasca del consigliere è di molto inferiore, anche se va considerato che quanto rimborsato dal comune non è l'intero importo dello stipendio, ma possiamo pensare che oscilli dal 60 al 75% 

Andiamo alla notizia che naturalmente abbiamo rigorosamente verificato dell'indagine della Guardia di Finanza, e che riportiamo nel titolo.

All'inizio dell'anno si diffuse il panico tra alcuni consiglieri per una lettera anonima che fu inviata come al solito a sindaco, procura, carabinieri e quant'altro.

Chi ha potuto leggerla parla di dettagli che sull'Albo Pretorio del Comune non si trovano, e che quindi a "cantare" era stato qualcuno "di dentro".

Viene fuori adesso che nello stesso periodo, la Guardia di Finanza si recò al Comune di Bagheria, incontrò il presidente del consiglio e il sindaco, e chiese alla segretaria comunale copia degli atti riguardanti appunto i rimborsi alle aziende per le quali lavorano gli undici consiglieri.

I risultati? ancora li aspettiamo.

Ma anche se fosse tutto in regola, come noi ci auguriamo, un problema rimane: non è possibile che nel momento in cui migliaia di famiglie vedono nero come la pece il loro presente e il loro futuro e si vedono letteralmente tartassati da tasse e imposte, i politici debbano continuare a fare come prima e peggio di prima i comodi propri.

E' arrivato il momento di darsi seriamente una regolata, altrimenti la gente impugnerà i forconi 

Perseverare in questo tipo di comportamento e di sprechi è oggettivamente un incitamento all'evasione fiscale.

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