Attualità

Un comunicato sindacale congiunto di della Cisl ambiente regionale e proviciale, richiama la scadenza di venerdì 10 maggio, quando andrà a scadere il periodo di proroga del rapporto di lavoro dei dipendenti Coinres a tempo determinato, che avevano ricevuto la lettera di licenziamemto a partire dal 29 aprile, da parte del commissario liquidatore del Coinres ing. Roberto Celico. Questo il testo del comunicato.

All'incontro previsto venerdì¬in commissione all'Ars sul futuro dei 190 lavoratori del Coinres, si dovrà parlare innanzitutto dell'esigenza che questi lavoratori restino lavoratori. 

Troppo spesso registriamo lo pseudo rammarico di tutte le istituzioni di fronte a reazioni inimmaginabili ed impensabili di lavoratori a rischio di perdere il lavoro e quindi la dignità  di uomini e la possibilità di sostentamento della famiglie.

Ad affermarlo sono Dionisio Giordano Segretario regionale Fit Cisl Ambiente e Francesco Ferrara Segretario provinciale Fit Cisl, intervenendo sulla vertenza dei 190 lavoratori a tempo determinato del Coinres, il consorzio che gestisce la raccolta in 21 comuni del palermitano.

Mancano infatti, due giorni ancora per delineare il futuro dei 190, venerdì infatti in V commissione all'Ars alla presenza tra gli altri dell'assessore regionale all'Energia Nicolò Marino, dei sindaci del Consorzio e del liquidatore Roberto Celico si discuterà del loro futuro.

Venerdì scade inoltre l'ultima proroga concessa la scorsa settimana e sarà un'occasione da non perdere.

Il Presidente della Regione Crocetta, i deputati regionali, l' assessore Marino, i sindaci e il liquidatore Celico assieme alle parti sociali sono chiamati a trovare la soluzione a garanzia dei servizi per la collettività e dei lavoratori.

Il sindacato è pronto a fare la sua parte a condizione che si rispetti il precedente accordo sindacale che imponeva il prolungamento dei contratti fino all'attivazione delle SRR ancora non costituite e che, oggi più che mai - aggiungono Giordano e Ferrara -, ci consente di avere il tempo per individuare la soluzione definitiva, che certamente non può essere quella di incrementare la disoccupazione e l'esasperazione sociale in un territorio ed in un contesto sociale dove la disoccupazione quasi sempre incrementa le liste dell'impiego nella criminalità organizzata.

 

“Il licenziamento dei lavoratori a tempo determinato del Coinres sarebbe illegittimo. Non trova alcun fondamento giuridico e logico la decisione che si appresterebbe ad assumere il direttore generale del consorzio di cui fanno parte 22 comuni del palermitano.

C’è un deliberato dell’assemblea dei sindaci che impone la prosecuzione lavorativa fino alla trasformazione del Coinres in servizio Srr.

Ogni decisione difforme a questo percorso definito a fine 2012 metterebbe a rischio il servizio di raccolta degli Rsu e della differenziata.

Né tantomeno i sindaci potrebbero richiamarsi al decreto 191 sull’assunzione per l’emergenza rifiuti pagando ai lavoratori una misera indennità mensile senza contributi previdenziali.

Il Coinres e la direzione generale non si avventurino con passi falsi in una strada senza uscita a discapito di 190 lavoratori e di altrettante famiglie”.

Lo afferma Giovanni Di Giacinto, sindaco di Casteldaccia e capogruppo del Megafono all’Assemblea regionale siciliana.

A seguito dell’ennesima protesta di alcuni commercianti, che continuano a chiederne a gran voce al Sindaco l’immediata apertura, vogliamo ribadire la nostra posizione sul corso Umberto.

Sono sotto gli occhi di tutti le numerose problematiche che la nostra città in questi mesi sta vivendo, ma i problemi da affrontare non devono farci dimenticare le numerose conquiste che la città di Bagheria è riuscita ad ottenere negli ultimi anni. Tra queste: la pedonalizzazione di corso Umberto.

L’unico luogo di comune aggregazione presente nella nostra città, dove potersi riscoprire persone, lontani dai ritmi frenetici della quotidianità. L’unico spazio dove grandi e bambini possono usare le biciclette. Dove poter fare acquisti in tutta serenità, senza smog e traffico. Uno dei pochi luoghi della nostra città in cui poter promuovere cultura e spettacoli, investimenti di carattere non solo economico ma anche sociale. Non dobbiamo sottovalutare l’enorme potenziale economico e commerciale del corso.

E proprio per tali motivi, in un momento storico in cui le città sono sempre più spersonalizzate, che non riusciamo a immaginare la nostra città priva di uno spazio fondamentale come il corso Umberto.

Dietro l’apertura o il mantenimento dell’isola pedonale del corso è chiara la presenza di due posizioni: la posizione di chi, come noi, vuol continuare a immaginare e a credere in una città sempre più sostenibile e moderna e la posizione di chi, invece, cerca di additare a questa visione cause da rintracciare sicuramente in altri contesti, accontentandosi di una città in cui non poter vivere ma sopravvivere.

Dispiace quindi che questa partita così importante, non solo per il presente ma soprattutto per il futuro della nostra città, si voglia giocare escludendo i giocatori più importanti: i cittadini. Coloro che questa città la vivono ogni giorno e nella quale vogliono costruire il loro futuro. Per questo motivo, da cittadini quali siamo, vogliamo poter continuare a manifestare la nostra idea di città che vogliamo e chiediamo di conoscere le posizioni dei trenta consiglieri presenti in Consiglio.

Attraverso un documento, chiediamo che essi esprimano il proprio parere sulla questione, la quale si ritiene necessario venga affrontata in un tavolo tecnico di confronto tra le associazioni dei cittadini e le associazioni di categoria.

E riteniamo opportuno che il sindaco convochi un’assemblea cittadina in cui discutere della questione anche, e soprattutto, con chi non può essere escluso.

Le realtà sociali:

Movimento Bagheria Bene Comune, Bagheera, Guernica, Big Bang Bagheria, Nuovi Bagheresi, Gruppo Civico Noi Cittadini, Il Gabbiano, Antigone


 


Con questo articolo inauguriamo una nuova Rubrica riservata alla Medicina. Nelle prossime settimane verranno affrontate altre problematiche specifiche legate alla salute e di largo interesse trattate da specialisti del settore.

La mammografia rappresenta l’esame di base per la diagnosi precoce del cancro della mammella, che è la neoplasia più frequente nelle donne.

Il “Decreto Veronesi”, dal nome dell’ex Ministro della Salute che lo ha emesso, prevede un indagine mammografica gratuita ogni due anni per le donne tra i 45 e i 69 anni (codice esenzione D03); i protocolli internazionali prevedono invece l’esecuzione di indagini mammografiche dai 39 anni in su, con frequenza biennale sino a 50 anni e annuale tra i 50 e i 74 anni circa.

Antecedentemente ai 39 anni l’indagine di base è rappresentata dalla ecografia mammaria; ciò perché la notevole densità ghiandolare, caratteristica delle donne giovani, riduce la capacità diagnostica della mammografia.
L’indagine va eseguita tra il 4° e il 10° giorno del ciclo mestruale nelle donne con il ciclo ancora presente, in qualsiasi momento nelle donne in menopausa.

E’ importante, per ridurre la possibilità di errori diagnostici, produrre al momento della esecuzione dell’esame tutte le eventuali indagini mammografiche ed ecografiche precedentemente eseguite.

Il protocollo diagnostico può però anche essere personalizzato ( per esempio nelle mastopatie fibro-cistiche, sempre entro i 50 anni di età, la mammografia biennale può essere integrata da una ecografia annuale).
L’indagine mammografica viene materialmente eseguita dal T.S.R.M. (tecnico sanitario di radiologia medica).

La mammella viene posizionata su un apposito sostegno e compressa mediante un compressore automatico in materiale plastico.

altIl TSRM controlla, mediante appositi dispositivi elettronici, che la pressione della mammella venga esercitata con gradualità, affinché l’esame venga ben tollerato dalle pazienti.
Una adeguata compressione del seno è d’altra parte irrinunciabile per una corretta esecuzione dell’indagine, anzi bisogna sempre diffidare di indagini eseguite senza una adeguata compressione della mammella (non è possibile eseguire l’esame senza che la paziente provi un pur moderato dolore!).

La riduzione dello spessore della mammella, ottenuto mediante la compressione, permette una riduzione della erogazione radiogena (a salvaguardia della salute delle pazienti) e riduce le radiazioni cosiddette “diffuse” (a decorso non perpendicolare) con il conseguente miglioramento della qualità delle immagini.

L’indagine standard prevede l’acquisizione di 4 immagini, due per ogni mammella, e la compressione si limita a pochi secondi per ogni acquisizione di immagine.

A fronte di un fastidio veramente limitato il vantaggio di potere diagnosticare precocemente un eventuale tumore della mammella risulta incommensurabile.
D’altra parte le nuove apparecchiature permettono di individuare neoplasie anche al di sotto del centimetro di diametro o neoplasie non palpabili (si pensi alle “microcalcificazioni patologiche”) con un enorme incremento della possibilità di guarigione completa.

Anche effettuando correttamente la prevenzione è però possibile che una neoplasia si sviluppi, talvolta anche con una certa rapidità, nell’intervallo tra una mammografia e l’altra; in questi casi mediante l’autopalpazione periodica può rilevarsi una modifica del seno che deve indurre le pazienti a rivolgersi immediatamente al medico di fiducia o al senologo; anche in questi casi è essenziale la rapidità con cui si pone la diagnosi della neoplasia.

altL’ecografia, indagine di base nell’età giovanile (sino a 39 anni), successivamente va ad integrare ove necessario l’esame mammografico.

Le due indagini sono tra di loro complementari e le informazioni che forniscono si sommano riducendo considerevolmente le possibilità di errori diagnostici; è un errore quindi pensare di eseguire l’ecografia in sostituzione della mammografia e viceversa! In genere nei primi anni dello screening, essendo ancora la ghiandola mammaria ben rappresentata, l’indagine mammografica viene integrata dall’esame ecografico; con il passare degli anni e con il progressivo riassorbimento del parenchima ghiandolare la mammografia diventa via via indagine essenziale, talvolta anche l’unica, come avviene per le mammelle totalmente adipose dove l’ecografia non trova più indicazione in quanto priva, in questi casi, di capacità diagnostica.

In conclusione la mammografia, integrata dalla visita senologica, rimane ancora oggi l’indagine di base per la diagnosi precoce delle neoplasie maligne; l’associazione, ove necessario, all’indagine ecografica ne incrementa enormemente la capacità diagnostica.

La mammografia può essere eseguita presso alcuni Ospedali, presso i Poliambulatori dell’ASP (Progetto Penelope) e presso gli Studi di Radiologia accreditati con il S.S.N..

I protocolli in atto prevedono una mammografia ogni due anni dai 39 ai 50 anni e ogni anno tra i 50 e i 74 anni circa.

L’esenzione è prevista per le donne in età compresa tra i 45 e i 69 anni con il codice D03, in ragione di una mammografia ogni due anni, e senza limiti di età e di frequenza per le donne con diritto ad altre tipologie di esenzione.

 

Dott. Michelangelo Speciale                   Dott. Salvatore Scaletta
T.S.R.M.                                                   Medico Radiologo

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