Mauro Avogadro e Tanino Balistreri conquistano Solunto

Mauro Avogadro e Tanino Balistreri conquistano Solunto

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La magìa dello splendido panorama notturno della ex baronia di Solanto, la carta che da sempre ci giochiamo per impressionare qualche amico o parente che viene a trovarci da fuori, (o anche un tempo qualche ragazza), accoglie al rientro all'antiquarium i duecento spettatori che avevano completamente riempito la platea dello spettacolo teatrale 'Gli alunni di Zeus', che si era appena concluso.

Gli organizzatori e quanti hanno creduto in questo vero evento sono raggianti, a partire da Salvatore Sanfilippo, sindaco di S.Flavia e dai suoi più stretti collaboratori, Filippo Zizzo e l'ass.Di Vanni in primis, che hanno superato decine di ostacoli ed hanno fatto le umane e le divine cose per arrivare ad un risultato come quello di oggi, che. ne siamo convinti, non resterà un caso unico.

altIl sindaco Sanfilippo è palesemente commosso, ha la consapevolezza di cosa voglia dire avere una realtà come quella di Solunto nel proprio territorio, e pensa già agli sviluppi che questo esperimento potrà avere:  ne parla con Lucrezia Fricano, direttrice del Parco archeologico soluntino, che ha reso possibile il miracolo, si parla già di osare di più sin dal prossimo anno, pensando ad una eventuale collaborazione con l'I.N.D.A. che proprio qui a Solunto potrebbe trasporre qualcuna delle tragedie che vengono rappresentate al teatro greco di Siracusa.

E' una serata in cui non è vietato sognare.

Il fascino del luogo, i commenti che inevitabilmente seguono una rappresentazione, un break niente male curato dalla Parmalat, faceva sì che nessuno aveva fretta di riprendere la 'navetta' per tornare allo scambio auto-navetta  dove erano rimaste appunto le auto private, e restava volentieri a intrattenersi e discutere con gli amici come nel foyer di un teatro.

E partendo da questo, diciamo subito che l'organizzazione curata dai servizi di sorveglianza e sicurezza della Ass.reg. Guardie rurali (NOGRA), oltre che dal personale del parco e diretta da Cettina Castelli è stata perfetta, non una sbavatura, non un contrattempo, non un inconveniente: si lascia l' auto, con le due navette si raggiunge l'antiquarium dove le hostess servono thè freddo e bevande rinfrescanti e alle 18.30 inizia l'ascesa versò l'Agorà.

Il tempo di sistemarsi ed anche il sole scompare oltre la Portella di costa Trabia, così si chiama  nelle carte il monte di Solunto, e Portella Trabia lo chiamano ancora i vecchi contadini.

Lo spettacolo iniziato alle sette in punto dura una ora e un quarto, giusto per potere rifare la discesa dall'agorà verso l'antiquarium con la luce solare.

Ed andiamo alla rappresentazione in senso stretto, ed alle emozioni che allo spettatore medio, quale noi siamo, ha restituito: è piaciuta e ci è piaciuta, e per tanti motivi. Un testo scritto da Tanino Balistreri oltre venti anni fa mantiene, anzi con il tempo se vogliamo assume una maggiore attualità, perchè è il tema della nostra società di oggi, delle coppie di oggi.

La crisi della coppia, della coppia che dopo un quarto di secolo di stare assieme scopre che il rapporto perde di stimoli e diventa banale  e ripetitivo: un tema caro al teatro e al cinema, ci veniva da pensare a 'Scene da un matrimonio' di Bergman, di quel confronto drammatico e reciproco di autocoscienza in cui la coppia guarda dentro se stessa scavando con il coltello della verità senza infingimenti e sotterfugi.

La decisione di trascorrere una giornata diversa presa da Iolanda e Andrea, una passeggiata tra le rovine di Solunto appunto, per tentare di ritrovare le ragioni più profonde e non congiunturali dello stare assieme si trasforma, complice la presenza di un bel giovane-fantasma greco, nell'occasione per analizzare e approfondire i temi della crisi della coppia.

Il giovane greco-fantasma, come lui stesso si definisce,  entra come un cuneo nelle dinamiche della coppia e fa esplodere e da voce e forza agli elementi che mettono in crisi il rapporto.

Iolanda che sente gli anni sfuggirle ma che lasciano nel volto e nel corpo le loro inevitabili stimmate, e quel sogno impossibile, sempre presente nella fantasia  e sempre desiderato della trasgressione,  o dell'adolescenza che a tratti  balena dinanzi  ad uno specchio e si sogna un impossibile ritorno, e il giovane greco come desiderio di evasione che mette a nudo le risposte, e le soluzioni primitive e tradizionali che Andrea pensa di poter dare alla ferita.

Ripartire dal corpo dalle sensazioni fisiche per far ripartire il meccanismo; soluzione tradizionale e maschilista inadeguata a colmare la profondità ell'abiso che si è creato tra lui e la moglie.

altUna grande regìa, quella di Mauro Avogadro, la cui capacità di riempire un palcoscenico immenso, di solito riempito dal coro e da trovate scenografiche, con la movimentazione dei protagonisti nel loro saltare tra le millenarie pietre, nel loro danzare e nel loro disporsi e ridisporsi continuamente per occupare lo spazio.

La rappresentazione è piena di rimandi, dal giovane greco sogno o fantasma del desiderio di tutte le donne, al tramonto visto da Solunto i cui colori d'oro lasciano però intuire di una bellezza matura che va verso il declino del notte, a quelle pietre millenarie un tempo viventi  e splendide ed ora, pur sempre belle, ma fredde, come l'amore ormai stinto della coppia.

Straordinarie le interpretazioni, con una sottolineatura per  Stefania Blandeburgo (Iolanda), ininterrottamente in scena, per come riesce a  rendere l'ironia  sottintesa in parecchi passaggi del testo; Maurilio Leto Scaduto (Andrea), ormai maturo per esperienze professionali di altissimo livello e Dario Battaglia (Dimitrios) che rende bene quella presenza quasi impalpabile, sottilmente perversa, disincantata, inquietante e ambigua perchè appartiene alla sfera dei sogni e dei desideri inconfessati da sempre.

Solo l'acustica lascia in qualche momento a desiderare e si perde qualche battuta soprattutto quando gli attori sono distanti e sono costretti ad elevare di un'ottava il tono di voce, anche se il testo non lo richiederebbe.

E' stata una scelta fatta dal regista che nelle condizioni meteo di ieri si è alla fine rivelata vincente. Ma è solo un dettaglio, anche perchè la recitazione ti prende dall'inizio alla fine, e la movimentazione in scena degli attori è molto attenta a questo aspetto.

Oggi e domani si replica.

Angelo Gargano