Spettacolo

In un momento in cui la crisi oltre che al carattere economico racchiude in se la perdita dei valori e delle tradizioni, nel nostro territorio ci sono ancora molti volontari che dedicano il proprio tempo alla salvaguardia della propria cultura e si uniscono insieme per creare, realizzare simboli di speranza. 

Anche quest’anno in occasione delle festività Natalizie, grazie all’impegno e la dedizione di un folto gruppo di ragazzi, all’interno dei locali del Salone Parrocchiale sito in via G. Verga nei pressi della Chiesa, è stato allestito il Presepe Artistico, simbolo di unione e di rinascita di una comunità che si ritrova nei suoi momenti più caratteristici. Giunti alla 15° edizione, annualmente giochi di luci, giochi d’acqua, pastori e pecorelle si mettono insieme per ricordare il lieto evento della nascita di Cristo. 

Un vero gioiello da visitare ed ammirare ricco di particolari, veramente suggestivo sicuramente uno dei modi migliori per entrare nel vivo del Natale.

Il Presepe sarà visitabile tutti i fine settimana, dal 13 Dicembre alle ore 19.00, momento dell’inaugurazione fino al 6 Gennaio, gli orari delle visite vanno dalle 17.30 alle 19.30 nei giorni di venerdì e sabato; dalle 10.00 alle13.00 e dalle 16.30 alle 20.00 tutte le Domeniche ed i giorni festivi.

Tutte le news saranno disponibili nella pagina Facebook : “Presepe di Porticello”, o tramite mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Sarà girato in parte in Scozia, in parte nello Yorkshire ma anche in Piemonte e in Alto Adige, luoghi suggestivi per chi ama le montagne e il rischio, il nuovo film di Giuseppe Tornatore.

Lo scrive Laura Delli Colli in un articolo pubblicato il 9 dicembre sul sito online di cinema Welovecinema

L'articolista così prosegue:

La notizia, attesissima, è di questi giorni: un annuncio tra i molti saggi critici dedicati ai suoi film dai professori riuniti a consulto sul suo cinema che gli hanno dedicato il convegno annuale di Assisi a poche settimane dalla grande celebrazione hollywoodiana promossa da Luce Cinecittà a Los Angeles. E Tornatore, dallo scranno austero di Assisi sul quale lo ha issato il cenacolo che ogni anno dedica qualche giornata di Dicembre ad un Primo piano sull’autore, persa la voce nelle molte conversazioni pubbliche che non hanno ancora esaurito il suo entusiasmo, conferma le indiscrezioni: il primo ciak del suo nuovo film sarà a primavera, in un’avventura ancora una volta condivisa con i giovani produttori della Paco Cinematografica Arturo Paglia e Isabella Cocuzza (gli stessi de La migliore offerta).

Titolo: La corrispondenza, distribuito da Rai Cinema. probabilmente con Jeremy Irons e la giovane Blake Lively e naturalmente con le musiche di Ennio Morricone. Sarà una storia d’amore romantica e appassionata, ma anche “pericolosa”, come racconta l’autore, limitandosi scaramanticamente a pochissimi dettagli.

Quella di Tornatore aggiunge è "Una storia perfetta per raccontare l’amore ai tempi di Internet, con tutti i rischi di affidare i sentimenti ad una chat via e-mail." 

E riporta la dichiarazione di Tornatore sulla trama del suo nuovo lavoro:

Sentimenti a confronto con le insidie di un amore virtuale”, aveva anticipato in un’intervista al ‘Corriere della sera’.

E così ha confermato, - conclude Laura Delli Colli - ad Assisi, raccontando sottovoce che il film sarà un duetto, ancora una volta, tra una ragazza e un uomo maturo, una studentessa e un professore, ma Amy – questo il nome della protagonista, sul copione – ha un particolare amore per il rischio, il terzo incomodo in questa vicenda introspettiva e ricca di colpi di scena, soprattutto emotivi. Dedica infatti parte della sua vita, per amore del brivido a fare la controfigura sul set, pronta a misurarsi, senza paura, con quelle scene d’azione rischiose e sul filo del pericolo in cui, sullo schermo, il finale è letale per il personaggio che ‘doppia’ in scena.

Facile intuire che dietro quest’ossessione c’è un disturbo radicato in un senso di colpa e questa sarà la chiave di un racconto che troverà un punto di svolta nel rapporto con il professore di astrofisica che Tornatore ha immaginato a misura del volto e del carisma di Jeremy Irons.

da Welovecinema di Laura Delli Colli

Ad aprile ci sarà la prima di Libera me, l'ultimo lungometraggio della coppia Piero De Luca e Massimiliano Aiello, stavolta rinforzata dalla scrittrice  Sarah Iles che ha avuto un ruolo determinante nella stesura della sceneggiatura. Abbaimo realizzato una intervista con gli autori per saperne qualcosa di più.

Seguiamo ancora una volta la produzione filmica di Piero De Luca e Massimiliano Aiello,  Libera me,  un lungometraggio che, detto per inciso,  coinvolge solo attori siciliani, e che stavolta si fa portavoce e mette al centro una problematica attuale, quella della violenza di cui sono vittime le donne. Parlateci di Libera me.

LIBERA ME è un progetto nato nel 2012 dalla penna e dalla fervida immaginazione della scrittrice Sarah Iles. Un progetto che inizialmente era solo una idea basata su una trama ancora da definire ma con le idee molto chiare, creare un soggetto che fosse incentrato sul delicato tema della violenza domestica, sulla violenza contro le donne, ma che fosse soprattutto psicologica e con una evoluzione introspettiva e narrativa fuori dagli schemi.

Alla scrittrice Sarah Iles, autrice della sceneggiatura ed ideatrice di questo progetto,  chieddiamo in che cosa sta la differenza tra Libera me e gli altri film di De Luca e Aiello, che fino ad ora abbiamo visto

altInnanzitutto grazie per l'attenzione che questo portale dedica da sempre a Libera me; ci avete seguito con stima sin dai tempi dei provini. il film ha un soggetto e una sceneggiatura che lo differenziano dalle altre produzioni, prima di tutto perchè  non c'è la volontà di creare un'eroina, una donna sempre e comunque forte, secondo poi perchè il dramma si consuma nella realtà e soprattutto nella psiche della protagonista, Sabrina. 

Non ho voluto seguire la linea della creazione di una donna che fugge o che lotta a mani nude, che riesce sempre e comunque a cavarsela, ma ho voluto che venisse fuori dal personaggio tutto il disagio psicologico che una dura prova, come quella della violenza, può comportare. La protagonista, a tratti, sembra immobile, incredula, poi non riesce a gestire il crollo emotivo che la violenza le procura e infine trova dentro la forza per viaggiare verso l'altra s, quella libera.

Libera me dunque è uno psicodramma, una tipologia filmica molto interessante e di difficile produzione nell'ambito del 'film indipendente', questo ci rende molto orgogliosi.

- Quanto è  importante, tecnicamente, per la riuscita del 'progetto' che la sceneggiatura sia letta e compresa da tutto lo staff, dagli attori, al regista sino ai tecnici ?

La comprensione del soggetto e della sceneggiatura è il fulcro del film, la sua anima. Spesso ci è capitato di discutere su come realizzare alcune scene, l'intensità, la portata recitativa degli attori, i toni, e alcune volte ci siamo trovati in disaccordo. Un buon lavoro indipendente, come il nostro, ci consente però di prenderci tutto il tempo possibile per le riflessioni dovute, e così è  stato. La sceneggiatura di Libera me nel suo cammino si è avvalsa dei suggerimenti di tutti, delle attenzioni degli attori e della bravura dei registi, così da poter dire che si tratta di un lavoro sinergico a 360°.

Quale messaggio vuole trasmettere il film?

La voglia di esprimere il concetto di libertà inteso come liberazione non solo fisica era la base del racconto... la difficoltà stava proprio nella complessità del pensiero della protagonista femminile, il rischio di risultare banale e quindi poco credibile. Il sogno era quello di tramandare allo spettatore lo stesso concetto visivo proiettato nella sfera personale senza sforare nello stereotipo standard affrontando la complessità e alimentando il desiderio di realizzare un prodotto audiovisivo basato sull'idea originale. Dall'incontro avvenuto a Marzo 2013 (periodo in cui Sarah Iles decide di fare il film sul suo soggetto) ad oggi sono trascorsi quasi due anni e in un percorso di crescita complesso possiamo affermare con orgoglio di trovarci dinnanzi al film tanto sofferto, immaginato, sognato... quasi prossimo alla sua uscita che avverrà con certezza assoluta nel mese di Aprile 2015.

altLa fase evolutiva, da quel fatidico incontro a tre avvenuto in un bar, è stata una continua sfida con se stessi. Il trio De Luca, Aiello, Iles che da subito ha deciso di lavorare senza illusioni... senza certezze nè aiuto alcuno, ha comunque potuto contare sulle proprie capacità e piccoli investimenti al fine di presentare un lavoro valido sotto ogni aspetto sempre e comunque nelle possibilità e nei limiti del cinema indipendente. Tecnicamente De Luca e Aiello decidono di girare rigorosamente con macchine reflex e attrezzatura cinematografica adeguata alle numerosissime scene, definendo nei dettagli e sperimentando situazioni talvolta improvvisate.

- L'evoluzione e la nascita di quella che potrebbe essere definita la famiglia, perchè tale alla fine è diventata,  di Libera me

Nel Novembre 2013 si svolgono le selezioni per gli attori che avrebbero dovuto interpretare i diversi ruoli. L'ennesima sfida... creare un cast artistico disposto ad impegnare il proprio tempo senza, purtroppo, retribuzione alcuna. Non si sperava affatto nella partecipazione di oltre 200 figure ai casting (realizzati grazie alla amichevole collaborazione con il gallerista Adalberto Catanzarotra cui anche professionisti e attori teatrali.

Tutti consapevoli della delicata tematica e quindi disposti a dare il proprio contributo. Da quelle selezioni ecco quindi l'arrivo dei nuovi componenti che arricchiscono la famiglia di Libera Me. Fabiola Rigano, Alessandro Fricano Gagliardo, Angela Misuraca, Stefano Picone, Maurizio Gagliardo e Martina Scardina. Sul versante tecnico invece Valentina De Luca, Claudio Rabbene, Ninni Calafiore e il maestro Marcello Salamone (che da anni collabora con De Luca ed è già autore delle musiche di altri riconosciuti cortometraggi) per la colonna sonora.

Ad arricchire e a dare valore aggiunto al film arriva la preziosa collaborazione con il maestro Arrigo Musti che già nel 2009 aveva collaborato con Piero De Luca nel film 'Vite a Metà'. E' proprio dall'inserimento di alcune sue opere che la scrittrice Sarah Iles valuta l'idea, in seguito concretizzata, di inserire nuovi elementi.

altUn vero e proprio miracolo quindi... un gruppo di persone che decidono di credere ciecamente in un progetto... che per ben 6 mesi si impegna nelle riprese realizzate in spazi interni appositamente arredati studiati e in esterni presso il Faro di Mongerbino e luoghi idonei. 

Gli attori, e nello specifico Fabiola Rigano e Alessandro Fricano protagonisti assoluti, considerate le sequenze impegnative si studiano a vicenda analizzando le rispettive notevoli capacitò attoriali e stimolando la creatività tecnica. 

Per concludere, un lungometraggio... uno psico-dramma con notevoli sfumature thriller... un susseguirsi di colpi di scena... una trama, si spera, avvincente che nella sua complessità lancia un messaggio importante... La libertà è un diritto. 

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Certo, diciamo subito, che di vampe improvvisate il nostro Comune non se ne è mai fatte mancare. E non ci riferiamo solo a quelle celebrative del suo Santo Protettore, San Giuseppe, ma alle altre, meno nobili, appiccate ogni tanto in diversi angoli delle strade per ridurre i cumuli di rifuti. 

Stavolta, però, parliamo del recupero di un’antica tradizione, ormai quasi del tutto scomparsa, che ogni anno, in molti paesi siciliani, si svolgeva alla vigilia dell’Immacolata. 

Sarà, infatti, celebrato il 7 dicembre, alle ore18:00 dopo la funzione religiosa, nel grande spazio interno della parrocchia S. Antonio di Bagheria, il rito del rogo del diavolo, una tradizione che affonda le sue radici nel passato e che sopravvive ancora oggi in alcuni paesi dell’entroterra siculo.

Ne ha parlato, con dovizia di particolari, nel suo libro: "Le fiamme dei Santi", il professore Ignazio E. Buttitta, figlio del celebre poeta bagherese. In molti paesi- attesta Buttitta- ancora alla fine degli anni novanta veniva celebrato il rito del rogo del diavolo. A Contessa Entellina, Bisacquino e Caltabellotta venivano fatti bruciare dei fantocci, a volte grandi fino a otto metri, la stessa mattina dell’otto dicembre, a significare la vittoria del bene sul male. I fantocci venivano imbottiti di arbusti e fogliame in modo da scoppiettare durante il rogo e i resti venivano dispersi all’aperto. La consuetudine di bruciare il demonio, fu praticata anche dalle nostre parti, in diversi paesi della Sicilia occidentale.

Nella vicina città di Monreale, ad esempio, l’usanza è attestata fino al dicembre del 1939, ma da lì a poco, essendo scoppiata la seconda guerra mondiale, l’usanza di bruciare il diavolo davanti la chiesa di San Francesco non venne più praticata.

Quest’anno, su proposta del prof. Andrea Sciortino, docente della SMS Scianna, appassionato di storia delle tradizioni popolari, e con il consenso del Consiglio Pastorale della parrocchia di Sant’Antonio, dopo 75 anni, il rito del rogo del diavolo torna a rinascere nella “Cittadina delle Ville”. Attorno al fantoccio imbottito di carta e paglia, realizzato dallo stesso Sciortino, saranno sistemati dei giochi pirotecnici, che cominceranno a scoppiare nel momento stesso in cui il demonio inizierà a bruciare.

Dopo il falò, i fedeli si riuniranno in chiesa e la serata si concluderà in uno spazio attrezzato, antistante la chiesa, dove si condivideranno i piatti della tradizione natalizia bagherese, preparati dagli stessi partecipanti alla manifestazione. L’invito a partecipare al recupero di una tradizione del genere, nell’era della Globalizzazione imperante, può apparire quanto meno curioso e inconsueto, ma di certo può anche contribuire a ricreare interesse per il passato, comunità e relazione sociale. Di cui c’è in effetti un gran bisogno.

E chissà se, in questi momenti di grande ambasce per l’amministrazione comunale bagherese, il rogo Ru Riavulazzu non possa anche servire a riportare un poco di positività.

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Maria Luisa Florio

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