Non sposta nulla il consiglio 'aperto'

Non sposta nulla il consiglio 'aperto'

Politica
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C’è un dato tra tanti che sta mettendo in serio allarme il ragioniere capo del Comune,  che toglie il sonno al sindaco e all’intera giunta e che avvicina pericolosamente l’ombra del dissesto finanziario che potrebbe, assieme alle finanze comunali, travolgere anche la classe politica uscita dal voto dello 29 maggio 2011.

Ed è che l’introito derivante dal raddoppio della Tarsu nel 2011, in seguito alla famosa determina dell’agosto scorso, sino a qualche settimana fa era di poco meno di 200.000 euro a fronte di un incasso previsto di circa 5.000.000 di euro.

Non solo, ma tra qualche settimana comincerà ad arrivare la Tarsu 2012 che sarà già raddoppiata rispetto a quella del 2010.

Per capirci: una famiglia media che pagava 200 euro di Tarsu nel 2010 di Tarsu si è vista arrivare il raddoppio per il 2011, altri 200 euro cioè, tra gli ultimi mesi del 2011 e i primi del 2012; nel giro dei prossimi mesi si vedrà arrivare la TARSU 2012, cioè altri 400 euro.


A ciò si aggiungano, i minori introiti derivanti dalle multe dei VV.UU., l’ormai quasi nullo recupero della TOSAP , una delle tasse più evase ( scarrozzi, suolo pubblico e affini), che fanno il paio con la riduzione di trasferimenti previsti in quanto comune non virtuoso, ed il quadro è (quasi) completo.

Ed ecco perché formare il bilancio preventivo 2012 sarà impresa pressocchè impossibile, atteso sempre che se il 25  maggio prossimo il Tar nel giudizio di merito dovesse dar torto al comune di Bagheria circa l’impugnativa della nomina del commissario ad acta per il recupero coattivo del 1.800.000 euro che il comune deve al Coinres, la frittata sarà completa.

Senza dimenticare che tra le poste “attive” di bilancio si continuano a mettere le entrate solo fittizie dei 4.000.000 di euro di crediti che il comune vanta dall’EAS, e  i famosi 3.000.000 di risarcimento della sentenza Aiello, che chissà se, e quando vedremo.

Ma la rabbia della gente nel consiglio aperto di lunedì, non è da sottovalutare, perché il sordo brontolìo sotterraneo che pervade ormai l’intero corpo economico e sociale del paese e non solo a Bagheria, è foriero di ben gravi conseguenze.

.Ed è proprio la situazione dell’intero paese che ci faceva pensare alla storiella del contadino che voleva insegnare all’asino di restare senza mangiare quando non lavorava, e prese a poco a poco, giorno dopo giorno, a ridurre la biada per abituarlo.
E’ vero, l’asino imparò a mangiare sempre di meno, ma proprio quando il contadino aveva raggiunto il suo scopo e l’asino aveva imparato a sopravvivere senza mangiare, ahimè, l’asino morì.

Ci veniva in mente questa storiella , al consiglio comunale di lunedì sera autentico “sfogatoio” di rabbia e protesta, in cui rischiava di venir fuori una miscela a esplosiva, di tanti pensionati ed erano la maggior parte , che proprio non ce la fanno più e le ragioni dei dipendenti del Coinres, uno dei quali ha spiegato al microfono, che in tre mosse è tutto risolto, e la politica che fa la parte del pesce in barile o peggio fa demagogìa.

L’assemblea dell’altra sera era disposta ad accettare un solo "ragionamento", e cioè quello della  demagogìa.

Chiunque si sforzasse di introdurre un elemento di razionalità veniva immediatamente zittito: difficile per chiunque potere intervenire in quella situazione.

La gente presente voleva ascoltare, per necessità e per bisogno, una sola proposta: “ Non paghiamo e facciamo ricorso", magari ad un organo “incompetente” come la Commissione Tributaria regionale e poi si vedrà.

Non spingeva all’ottimismo l’assemblea aperta anche per un’altra serie di motivi, anche per la politica che in presenza di un linguaggio e di atteggiamenti aggressivi e minacciosi non se la sente di parlare chiaro.

Per cui quelli che governano usano i toni diplomatici, quelli dell’opposizione fanno le scene madri di strappare le cartelle, e il sindaco Lo Meo, rispetto alle decisioni coraggiose che ha assunto e che vorrebbe portare avanti, si ritrova sostanzialmente solo.
 

Vincenzo Lo Meo, è giusto dirlo, in questa vicenda sta facendo una battaglia giusta e coraggiosa ma solitaria: avrebbe bisogno di un consiglio comunale che al di la dei ruoli di maggioranza e di opposizione parlasse con chiarezza e lo sostenesse, cosa che non avviene.

Il pretesto è sempre il solito: "noi lo dicevamo", "noi lo avevamo previsto", quindi adesso dai guai, il sindaco si tiri fuori da solo.

Questa non è politica, questo è piccolo cabotaggio meschino e furbesco che si ritorcerà contro chi lo pratica.

Poco conta che in questa vicenda tutti, ripetiamo tutti, ai diversi livelli di responsabilità, in consessi politici diversi ed in tempi diversi, hanno accumulato le stesse gravissime responsabilità, dalla Regione alla Provincia ai Comuni, per aver creato questi ATO, in cui i sindaci erano controllori e controllati, per averli trasformati in comodi uffici di collocamento, per avere fatto demagogia e per avere foraggiato le imprese di mafia, per avere reso invivibili le nostre città.