Bagheria vive sotto cumuli di rassegnazione: saprà rinascere?- di Vincenzo Provino

Bagheria vive sotto cumuli di rassegnazione: saprà rinascere?- di Vincenzo Provino

Politica
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Mentre i costi della politica continuano a lievitare per gettoni di presenza a sedute inutili ed inconcludenti del Consiglio comunale e per consulenze il cui conteggio è ormai difficile da tenere, molte attività commerciali a Bagheria sono fallite e gli stessi Bagheresi vengono costretti a sacrifici che ormai stanno superando la loro capacità di sopportazione.

La giunta Lo Meo sta chiedendo ai Bagheresi quello che non possono più dare.

L’imposizione di aliquote troppo alte per tributi e tasse comunali finiranno per compromettere definitivamente ed in modo irreversibile anche gli stessi valori esistenziali ed etico-sociali della comunità bagherese, dopo essersi vanificata ogni prospettiva di sviluppo economico.

Il maggior onere fiscale derivante dall'addizionale comunale sull’IRPEF graverà su ciascun bagherese, che abbia un reddito pari a quello medio nazionale, per circa 150/160 euro in più al mese.

Oltre l’acconto di giugno, a dicembre il conguaglio dell’IMU terrà conto anche delle addizionali comunali (più o meno 2 per mille sulle prime case, più o meno 3 per mille per le seconde case) e, su base annua, comporterà maggiori imposte da 350 ai 700 euro per le abitazioni (a seconda che siano prime o seconde case), tra i 100 e i 300 euro per i beni strumentali degli imprenditori e tra i 100 e i 200 euro per i terreni.

Questi gravami fiscali si vanno pesantemente a sommare alle ingenti somme già versate dalle famiglie alle casse comunali a seguito del raddoppio voluto dal sindaco Lo Meo per le rette dell’asilo e per la TARSU.

Senza la predisposizione, in quest’ultimo caso, di un piano locale di gestione dei rifiuti che consenta di riutilizzare, riciclare e recuperare i rifiuti urbani e speciali, abbattendo del 50% i costi di conferimento in discarica; di operare il contrasto e la repressione di comportamenti di disobbedienza civica, con ordinanze; di adottare sistemi di premialità e misure di perequazione per le fasce sociali più deboli.

Mentre la macchina amministrativa comunale fatica a contrastare ogni forma di evasione, se non addirittura di elusione, delle stesse imposte locali.

Motivo di ulteriore disparità nei confronti di quei cittadini solerti nell’ottemperare alle ingiunzioni di pagamento, rispetto a coloro che ricorrono ad ogni artificio per sottrarvisi, svuotando, dal di dentro, le casse comunali.

Il pagamento da parte di tutti i Bagheresi delle tasse dovute avrebbe, infatti, il benefico effetto di una riduzione delle stesse aliquote a vantaggio di tutti.

Invece, i Bagheresi sono, sempre più, spettatori passivi, in un crescendo di disperazione.

Come in un concerto, dove la musica assordante non cambia e gli imperterriti suonatori imberbi di prima fila appartengono, in un modo o in un altro, ad una vecchia banda, in cui, invece, i violini di seconda e terza fila sono tenuti di riserva perché occupino temporaneamente le sedie, a beneficio dei soliti tromboni, dal fiato lungo, fiduciosi che lo spettatore/cittadino si dimentichi delle loro malefatte.

Dal coraggio scomodo della verità dovrebbe ripartire il taccuino con gli appunti per una resurrezione.

In primis, occorre ottimizzare la spesa pubblica ed eliminare gli sprechi derivanti dai costi della politica, puntando alla valorizzazione funzionale del patrimonio pubblico ed alla sinergia tra i beni e servizi comunali e le competenze professionali presenti nei settori tecnico-amministrativi dell’apparato pubblico locale, perché fungano da volano allo sviluppo economico, al fine anche di contenere il ricorso a consulenti esterni.

Contemporaneamente, predisporre interventi di contrasto al disagio sociale e alla povertà con soluzioni strutturali integrate economiche, ambientali ed urbanistiche.
Solo attraverso la combinazione di queste due linee di programmazione politica e la loro attuazione amministrativa si potrà portare fuori dal pantano Bagheria.

Vincenzo Provino  Patto per lo sviluppo e la legalità