E' sempre campagna elettorale al consiglio comunale di Bagheria - di Angelo Gargano

E' sempre campagna elettorale al consiglio comunale di Bagheria - di Angelo Gargano

Politica
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Più che il conte Ugolino che rosica il cranio dell'arcivescovo Ruggieri o Giuda l’Iscariota come è parso di capire in una azzardata similitudine, sembra un Cristo in croce Vincenzo Lo Meo, mentre il capogruppo del PID, Gino Di Stefano lo irride e lo provoca andando ampiamente al di là di quello che è il diritto-dovere di critica di un consigliere di opposizione, e superando quel limite che dovrebbe essere invalicabile tra l’attacco politico anche durissimo e frontale e l'irrisione e l’insulto alla persona.

Lo Meo ascolta impietrito, anche perchè le “randellate” di Di Stefano arrivano dopo la sesta “filippica” di Rosario Giammanco, capogruppo di Bagheria Libera, in cui ripropone contro il sindaco, duramente e puntualmente, l’accusa di slealtà politica, di mancanza di parola e di coerenza, per il voltafaccia  di cui sono stata vittime gli assessore Tania Naro e Fara Pipia e per avere operato un capovolgimento delle alleanze.

Certo non delude le attese per gli appassionati del genere “sangue e arena” la prima parte di consiglio comunale di giovedì scorso che ha come punto forte all’o.d.g. la presentazione della nuova giunta.

La seduta dopo sei ore piene di dibattito e dopo una dozzina di interventi di consiglieri di maggioranza e di opposizione è stata aggiornata a lunedì.

Non è possibile e d’altronde non avrebbe alcun senso riportare citazioni dai vari interventi, più utile è invece cercare di capire quali siano stati i “motivi conduttori” degli interventi dei consiglieri di maggioranza e di opposizione

Gira attorno a tre temi principali il dibattito sull’insediamento della nuova giunta.

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1) L’allargamento al PD rappresenta un fattore di stabilità e di rafforzamento della maggioranza si sostiene da un lato, anche se non traspare neanche nelle forze che sostengono Lo Meo (UDC, FLI, l’Altra Bagheria), un particolare entusiasmo per questa scelta che ad un certo momento è parsa “obbligata”.

E le conseguenze si vedono nel “riposizionamento” di gruppi politici e di singoli consiglieri, che viene puntualmente registrato in consiglio, con la nascita di un nuovo gruppo “CivicaMente" cui aderiscono Angelo Puleo, Antonio Chiello, e Pietro Di Quarto; che sosterrà la maggioranza si dice, ma in cui già Pietro Di Quarto ha chiesto a noi di esplicitare che il suo voto favorevole ai provvedimenti della maggioranza arriverà “di volta in volta”

2 ) L’allargamento al PD è il tradimento di un programma e di un progetto politico sostiene l’opposizione, perché consente a chi è stato considerato in campagna elettorale responsabile in larga parte dello sfascio (leggi PD) di ritornare in sella.

Lo Meo ha dunque tradito la fiducia degli elettori argomenta un parte dell’opposizione.

3) I tempi per la soluzione della crisi hanno provocato una paralisi gravissima dell'attività amministrativa, con le conseguenze che è facile immaginare.

Ma va subito osservato che l’attacco politico anche se durissimo non può mai scendere sul piano personale diventando volutamente provocatorio e offensivo per ledere e mortificare la figura e l’immagine dell’avversario politico.

Per questo non abbiamo condiviso una parte del ragionamento del capogruppo del PID, Gino Di Stefano su cui probabilmente pesano ancora le ruggini della campagna elettorale o forse perché  il PID non ha ancora “rielaborato” il lutto della sconfitta.

E dire che era stato tra i pochi Di Stefano che aveva trovato il bandolo della matassa, quando nella parte iniziale aveva appunto individuato nell’assenza della capacità di “fare politica” le vere deficienze gravi dell’amministrazione di Lo Meo.

Laddove ha stigmatizzato che di fronte a bilanci disastrati dei comuni, la politica dei “tagli orizzontali e alla cieca” è pura follia, e tanto vale chiamare un commissario liquidatore, che magari è più bravo del sindaco a "far di conto".

Ed è su questo che avrebbero dovuto esercitarsi i consiglieri di opposizione per far cogliere le inadeguatezze di questa amministrazione.
Facendo magari alcuni esempi.

A partire dal fatto che il sindaco non ha rinnovato il contratto di dirigente esterno al comandante dei VV.UU. Maurizio Parisi; non andiamo lontani dal vero se scriviamo che era un contratto da 70.000 euro l’anno lordo.
Non ci sono soldi ha detto il sindaco quindi si taglia. Bene, anzi male, malissimo.

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Vediamo perché: gli introiti delle multe, che non significano, sia chiaro, solo repressione ma significano più ordine e più civiltà nel traffico oltre che più sicurezza (pensiamo all’autovelox), nel 2010 sono state di circa 800.000 euro, saranno nel 2011 ( anno elettorale, con quel che comporta, non dimentichiamolo e con Parisi che già a settembre aveva fatto le valigie) di poco meno di 600.000 euro, mentre le proiezioni per il  2012 fanno pensare che non si arriverà a 200.000 euro.

Non solo, ma a costo zero, il Corpo di Polizia Municipale con il suo comandante era riuscito a realizzare decisive riforme della viabilità, che sono state valutate positivamente dalla quasi totalità degli automobilisti.
Avere dunque “licenziato” il comandante Parisi è stato un risparmio o uno spreco ?

Questa è la risposta che una politica alta e coraggiosa deve saper dare.

Per non parlare del servizio interno di trasporto urbano ij convenzione con l'AST: costava oltre trecentomila euro ogni anno, e per questo è stato abolito, perché era una cifra francamente astronomica rispetto alla “resa” del servizio. Autobus perennemente vuoti per tratte poco affollate.

Ma prima di tagliare è stato commissionato agli Uffici uno studio per capire se una rimodulazione del servizio opportunamente trasformato in “circolari” quali effetti e quale accoglienza avrebbe potuto avere presso gli utenti e quale ricaduta economica sulle casse del Comune?

Noi siamo certi che un servizio di “circolari interne ed esterne”, studiato con intelligenza con un biglietto di uno o due euro per l’intera giornata, potrebbe consentire un introito notevole per l’amministrazione e per i cittadini utenti un risparmio di oltre un milione di euro di carburanti.

Ma non è finita, perchè un'altra domanda pertinente andava fatta Lo Meo: perchè da quando si è insediato nella carica di sindaco il recupero dell'evasione Tosap, ICI e Tarsu, estremamente corposa negli anni precedenti si è immediatamente bloccata?

Ma non basta.

La questione degli asili nido: perché piuttosto che combattere le inefficienze, anche interne alla pubblica amministrazione, Lo Meo “punta” con il palese obiettivo di chiuderlo l’asilo che costa meno e che assiste più bambini con un livello di prestazioni di alta qualità?
Perché la razionalizzazione non riguarda altri asili e altri servizi?

Ed ancora: il nodo vero è nei costi fissi di gestione del Coinres, ed allora si rinsaldi l’unità dei partiti, si trovi una linea condivisa, si facciano le scelte giuste e dolorose a partire dal tipo di trattamento contrattuale riservato ai dipendenti e quella strada la si percorra tutti assieme senza fare i furbi.
E sono solo alcuni esempi.

Ecco questo avrebbe dovuto far l’opposizione per far intendere cosa significhi “fare politica”, e non i "commissari liquidatori".

Non è certo irridendo con punture di spillo e provocazioni, utili solo alla platea di bocca buona, che si risolvono i problemi della città.

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Evocare per Lo Meo il conte Ugolino o Giuda l’Iscariota, come ha argomentato Gino Di Stefano, oppure Ken il Guerriero ed Ettore Fieramosca nella replica di Gaetano D’Agati, (e meno male che ha pure precisato di avere studi classici), lasciano intravedere che le citazioni “colte”, in questo come in altri casi, sono posticce e fatte all’ingrosso, e paradossalmente cuciono addosso al sindaco una dimensione letteraria francamente lontana dal personaggio e dalle circostanze; e sono comunque sintomo di scarsa capacità di autonoma e vera proposta politica.

Piuttosto che rifare per la centesima volta la storia delle responsabilità del Coinres, oggi serve piuttosto capire quali possano essere le soluzioni per ridurre il danno di scelte, che sugli ATO rifiuti, sulla loro ideazione e gestione ed ai vari livelli istituzionali, hanno visto più o meno coinvolti tutti i partiti.

L’impressione finale di chi ascolta i vari interventi è che questa operazione di ingresso del PD, sia stata pensata in altri tempi, quando diversi erano gli equilibri e le alleanze alla Regione, ma che a furia di metter tempo è andata a concludersi in un momento inopportuno per tutta una serie di motivi.

Come ingiuste e assolutamente fuori luogo ci sono parse le accuse e le punzecchiature al presidente del consiglio, Caterina Vigilia, che ormai fanno parte del repertorio fisso di Gino Di Stefano, e le pagelline stilate per i vari assessori.

La verità è che ci sono gran parte dei consiglieri, che di rispettare le regole non ne vogliono assolutamente sapere: sono le regole che essi stessi con si sono dati, ma che violano sistematicamente e con pervicacia, a partire dai tempi di intervento assolutamente sovradimensionati rispetto a quanto previsto nel regolameto.

Però alla fine rimane che, incassando i colpi leciti o "sotto la cintura" di questi "randellatori" dell'opposizione, l'immagine dell’amministrazione attiva ne esce devastata anche davanti all’opinione pubblica, mentre da parte sua il sindaco Lo Meo non riesce a mandare in campo altro che i suoi “abatini” con le spade di latta, perché questo passa il convento.

Ma i “frati” in parte se li è scelti lui e se l’opposizione non rinsavisce si prepara un futuro nero per Bagheria

Il secondo atto andrà in scena lunedì 2 aprile alle 9.30: interverranno ancor il PDL e il PD ed altri.