Nasce con la primavera la nuova giunta Lo Meo - di Angelo Gargano

Nasce con la primavera la nuova giunta Lo Meo - di Angelo Gargano

Politica
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E’ stata una delle crisi più lunghe che ci è stato dato di commentare in questi ultimi anni: ad oltre tre mesi dalle dimissioni di Fara Pipia formalizzate il 15 dicembre 2011, e a quelle di Vittoria Casa risalenti ai primi del gennaio 2012, la giunta tornerà nella propria completezza formale e, ci auguriamo, anche nella pienezza operativa.

La situazione di stallo prodottasi sulla situazione delle varie branche dell’amministrazione è sotto gli occhi di tutti.

Ma a questo punto, dimentichiamo il passato, e sindaco e giunta, senza alcun indugio, comincino sin da oggi ad affrontare le questioni aperte.

I compiti più difficili per la giovane e debuttante Giusi Maggiore, neo responsabile del Bilancio, anche per gli adempimenti urgenti previsti dalla legge in vista con la nuova I.M.U.
 

Ma non solo: il mancato rispetto del patto di stabilità nel bilancio comunale ed il rischio sempre incombente di un “dissesto”, fanno della neo assessore al Bilancio la punta di diamante di questa giunta.
Ma i problemi non mancheranno neanche al riconfermato Tornatore, per i controversi pareri legati alle vicende del PRG.

Riconferme anche per Cirafici e Miosi che potranno continuare il lavoro iniziato: per Sergio Martorana si tratta di un ritorno, come pure in qualche modo per Nicola Tarantino, già consigliere comunale.

Neanche il compito degli altri sarà facile, ma noi speriamo sempre in un rinnovato slancio di responsabilità civica, in uno colpo di reni dei partiti e della politica più in generale, per prendere come si dice “il toro per le corna”, e non cercare di vivacchiare e galleggiare sulla crisi e sui problemi.

E le notizie che via via i giornali pubblicano in questi giorni fanno capire quanto il loro compito sia titanico: la quasi impossibile stabilizzazione dei precari negli enti locali, le sentenze della Corte dei Conti su giudizi di responsabilità che cominciano a fioccare e a mettere paura a tanti amministratori; la necessità di risanamento delle casse pubbliche fatte in maniera tale da ridurre gli sprechi della politica, razionalizzare i servizi, e agire sulle cause “strutturali” del deficit (leggi Coinres); l’allarme che viene sempre dalla Corte dei conti che i comuni siciliani riescono ormai solo a pagare gli stipendi dei dipendenti a vario titolo, e non hanno più risorse sufficienti ad erogare servizi e da destinare agli investimenti;

L’altra novità è l’ingresso del Partito Democratico nell’area della maggioranza, ed anche in questo caso c’è da sperare che le promesse e le premesse verranno mantenute: una giunta sulla carta più credibile e autorevole nei confronti di interlocutori politici regionali e nazionali.

C’è anche da augurarsi altresì che la scia di inevitabile scontento che questa vicenda politica ha provocato, venga riassorbita e che in tutti prevalga il senso di responsabilità.

Rispetto alla giunta primitiva le "perdite" di Tania Naro, Fara Pipia, e Vittoria Casa sono da considerare gravi, per le grandi professionalità che esprimevano, ma ormai bisogna guardare al futuro.

Un ultima notazione: il sindaco ha sacrificato il “suo” assessore, Pippo Ferrante sugli altari degli equilibri politici più generali.

E’ stato, e questo gli deve essere riconosciuto, l’assessore in assoluto più presente e che ha lavorato di più.

Ha dato una buona mano a Lo Meo in circostanze tra le più diverse, funzionando da jolly in tante situazioni anche difficili, e si è rivelato per studi e formazione una degli assessori più preparati

Ma non è bastato questo per garantirgli la riconferma.

Talvolta le sue puntute contrapposizioni, il suo batti e ribatti contro tutto e tutti sul web, gli hanno alienato le simpatie di parecchia gente riverberandosi sul capo dell’amministrazione; il suo compito avrebbe dovuto essere quello di facilitare il rapporto di Lo Meo con i gruppi consiliari e il ceto politico più in generale; in certe occasioni invece i risultati sono stati controproducenti.

Il perché è semplice: la comunicazione politica è diversa dalla comunicazione d’impresa, risponde ad altre regole e richiede altra duttilità, anche se qualcuno molto autorevole ha cercato negli ultimi tempi in Italia di dimostrare il contrario.

Un difetto di esperienza che il tempo avrebbe certo potuto colmare. Ma non gliene stata data la possibilità.

Avrebbe dovuto più spesso ricordarsi, Ferrante, di un famoso aforisma del solito Andreotti: “Una notizia smentita è una notizia data due volte”.

Per chiudere con Lo Meo: ora o mai più. Non pensiamo che ci potrà essere una “Fase tre”.

O governa seriamente e veramente, o torna a casa, non importa se tra due, tre o quattro anni.

Oggi entra la primavera, e vogliamo sperare che sia di buon auspicio per la nuova giunta che nasce.