Il Partito Democratico ricorda l'on. Peppino Speciale: su Teleone un video di testimonianze

Il Partito Democratico ricorda l'on. Peppino Speciale: su Teleone un video di testimonianze

Politica
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Venerdì 1  aprile alle ore 17.00 presso l'Aula consiliare del comune di Bagheria, il partito democratico organizza una manifestazione in memoria di Peppino Speciale scomparso il 29 marzo di venti anni fa. Alla commemorazione interverranno Ino Vizzini, Giorgio Frasca Polara, Vito Lo Monaco, Nino Morreale, Angelo Gargano

 

Oggi Martedì 29 marzo alle 9.30 una delegazione di esponenti del partito, di familiari, di amici e di quanti lo conobbero e lo apprezzarono si è data appuntamento alle 9.30 al cimitero di Bagheria per deporre una corona di fiori sulla tomba.

Ed ancora il 9 aprile presso la sede del locale circolo cittadino del P.D. in via L.B. Alberti, verrà allestita a cura di Pietro Pagano e Peppino Saitta una mostra fotografica con alcuni scatti tra i più significativi del percorso e dell'impegno politico dell'on. Giuseppe Speciale.

Per finire l'emittente Teleone sul canale 19 che ha una diffusione regionale, manderà in onda uno speciale di testimonianze su Peppino Speciale: martedì 29  e mercoledì 30 marzo alle ore 20.45, mentre giovedì 31 marzo lo speciale verrà mandato in onda alle 10.30 sempre sul canale 19 di Teleone.

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Malgrado siano trascorsi venti anni dalla scomparsa, il ricordo di Peppino è ancora ben vivo non solo tra i familiari e i vecchi compagni che lo conobbero ed ebbero modo di frequentarlo, ma anche tra i più giovani della sinistra che Peppino Speciale lo hanno conosciuto solo attraverso i ricordi e i racconti dei più anziani.

Nelle varie occasioni in cui in questi venti anni la sinistra, ma più in generale la comunità bagherese si è raccolta per commemorare Peppino Speciale è stato detto quasi tutto sulle sue doti, di uomo, di politico, di giornalista, di storico, di esponente del mondo della cultura.

Si è detto della sua coerenza politica in oltre cinquanta anni di militanza nel partito comunista, del suo attaccamento viscerale a Bagheria e ai bagheresi con i loro pregi e difetti, della sua passione per la storia locale che lo ha fatto essere tra i primi ad ispirare un filone fecondo di ricerche storiografiche sul settecento e sulle ville di straordinario valore, del suo essere maestro di vita prima ancora che di politica.

Qualunque cosa potremmo scrivere aggiungerebbe poco o nulla a quanto già su Peppino è stato detto e scritto; eppure continuiamo a parlarne, continuiamo a ricordarlo, a coltivarne la memoria.

Perchè ?

Il perchè è abbastanza semplice: durante questi ultimi venti anni, tanti amici, tanti conoscenti, e non solo della sinistra, se ne sono andati; tanti di quelli che, ognuno per la propria parte, posero il loro piccolo mattone per costruire quella Bagheria che dagli anni '50 agli anni '70 sognò e fece sognare.

Quanti di quelli cioè che, sia pure nelle contraddizioni e nelle divisioni di quell'epoca, credettero veramente di poter costruire un futuro per questa comunità e le premesse c'erano tutte: un appassionante e duro scontro politico, un dibattito culturale ricco e fervido di sviluppi, una economia in crescita che stimolava l'ottimismo.

Ci ritroviamo dopo mezzo secolo a fare i conti che non sono certo, nè tutti, in attivo. Non è il momento nè la sede per inoltrarsi in dibattiti, analisi e interpretazioni che ci porterebbero fuori tema, ma l'osservazione che oggi si può fare, certo sommaria, è che abbiamo un paese più povero economicamente, politicamente, umanamente, culturalmente.

Certo ci sarebbero tanti altri aspetti da esaminare e caratteri della nostra comunità che sono positivamente mutati, ma l'impressione collettiva è di una comunità che arretra e che ha avviato, e da tempo, la china delle regressione; dal punto di vista demografico innanzitutto, e poi da un punto di vista politico, economico e culturale.

Ed in questa sensazione di vuoto e di incertezza del futuro l'esercizio più corretto è quello di ripensare al ruolo, alle parole, agli ammonimenti, ai consigli, dei padri della patria.

E Peppino Speciale, senza volere rivendicare primati di nessun genere, è stato assieme ad altri senza dubbio, un vero padre della patria.

Da quando se ne sono andati, lui ed altri, hanno lasciato la nostra comunità più povera, ed il prezzo lo stiamo pagando ogni giorno. Per questo il bisogno di interrogarli attraverso le cose che ci hanno detto e insegnato, serve a capire quale possa essere oggi la strada giusta da percorrere.

Angelo Gargano