Politica

Leggendo le riflessioni del direttore Angelo Gargano e gli spunti di qualche commentatore interessato, intervengo in questo dibattito cercando di apportare qualche ulteriore riflessione alla discussione.

Il Comune di Bagheria è stato destinatario nei giorni scorsi di un pronunciamento della Corte dei Conti avente ad oggetto : “ provvedimenti conseguenti alla mancata approvazione del Piano di riequilibrio finanziario entro i termini previsti dalla normativa”.

Ai sensi dell’articolo 243 quater, del d.lgs 267 del 2000 così come rivisto, la mancata approvazione del Piano entro i termini di legge comporta l’assegnazione da parte del Prefetto al Consiglio Comunale di un termine non superiore a 20 giorni per la deliberazione del dissesto.

Ora, a seguito di un vuoto normativo presente in Sicilia, come ben spiegato dal direttore, la Corte dei Conti ha rimesso il compimento degli adempimenti successivi all’assessorato alle Autonomie Locali e alla Funzione Pubblica della Regione.

Al punto in cui siamo, e ad onor del vero già da tempo, ritengo che la questione non possa essere affrontata solo da un punto di vista tecnico -salvo volere rinunciare al ruolo primario che la Politica dovrebbe esercitare nel governo delle cose - ma debba essere vista sotto una chiave principalmente politica e sociale ( proprio per i risvolti sociali che un dissesto finanziario potrebbe produrre ).

In tal senso l’amministrazione dovrebbe agire su due fronti.

In primo luogo sarebbe auspicabile avviare una interlocuzione politica che rappresenti le istanze e le difficoltà dei Comuni medio grandi (dei quali Bagheria fa parte a pieno titolo).

Tali Comuni son quelli che soffrono maggiormente rispetto alle grandi Città ed piccoli centri le difficoltà finanziarie.

Una interlocuzione sì fatta dovrebbe avere come principali attori gli organismi di rappresentanza dei Comuni, Anci in testa e rivolgersi non solamente al Governo Regionale, ma anche al Governo Nazionale e al Parlamento.

A tal proposito, in attesa dell’arrivo degli ispettori che la Regione Sicilia ha deciso di inviare a Bagheria, l’A.C. potrebbe farsi promotrice di un emendamento o articolo di legge da inserire nella manovra di stabilità, all’esame del Parlamento Nazionale.

Tale correzione potrebbe prevedere la possibilità di riproposizione di un Piano di Risanamento Finanziario per i Comuni che lo hanno avuto bocciato (dal Consiglio Comunale o dalla Corte dei Conti) nel caso in cui gli stessi Comuni abbiano avuto un miglioramento della condizione finanziaria .

Per miglioramento della  condizione finanziaria potrebbe intendersi l’aver usufruito del decreto legge numero 35 del 2013 c.d. “salva imprese” o avere riportato un miglioramento degli indici relativi al patto di stabilità.

Questo ridarebbe una possibilità anche al nostro Ente.

Parallelamente sarebbe auspicale avviare un chiaro confronto con il Consiglio Comunale e la Città nelle sue varie articolazioni rappresentative, politiche, sociali, sindacali, culturali ,ecc…
Penso ad una operazione di chiarimento e confronto relativa al momento di difficoltà finanziaria ,grave e serio, che si sta attraversando.

Ascoltare le critiche costruttive, i suggerimenti, le indicazioni di coloro che vorranno intervenire potrebbe certamente essere di aiuto per creare un clima più sereno e che sia da stimolo per il lavoro prossimo venturo, di questa o di qualsiasi altra amministrazione che seguirà.

Agire su questi due piani ridarebbe certamente alla politica quel ruolo importate che dovrebbe esercitare e completerebbe il pensiero dei più critici, che per quanto condivisibile sotto alcuni punti di vista, omette poi di dare un contributo alla risoluzione della questione di cui si parla.

Daniele Vella, capogruppo Pd.
 

Bagheria si sta perdendo, sta lentamente disfacendosi.

La crisi è lo specchio di tutti i nostri errori passati così come delle nostre debolezze e incapacità presenti.

Quì è il punto:le nostre debolezze e incapacità presenti.Quasi tre anni orsono bisognava prendere rimedio ai danni derivanti dalla revoca dei piani di lottizzazione,salvaguardando tutti, e dico tutti, i diritti acquisiti nel P.R.G. del 1976 e andare a una transazione con i ricorrenti, carta contro carta .

Sarebbe stata una politica di pacificazione e di salvaguardia del bilancio comunale ma nessuno la comprese per demeriti di chi la propose, naturalmente.

E il paese continuò a essere affetto dalla sindrome di Stoccolma: l'innamoramento del proprio carnefice.

Debolezza e incapacità presente sono l'assenza di un piano industriale finalizzato al raggiungimento della raccolta differenziata che la legge impone al 60% ,con un risparmio di 3.500.000 euro.E poi 1.000.000 di euro derivanti dalla drastica riduzione dei costi della politica.

Per non dire dei costi dei servizi essenziali,luce,telefoni,ma anche pulizia degli immobili.questo era il mio programma elettorale e quello era il momento decisivo per Bagheria.Ora è il momento delle chiacchere.

Siamo abituati a pensare che la crisi sia essenzialmente una crisi economica, ma non è così. In realtà si tratta di qualcosa di più vasto e profondo. La macchina amministrativa è arcaica, organizzata per favorire soprattutto chi ci lavora e non i cittadini, estranee al criterio del merito: dominate da cricche interne, dal formalismo, dalla tortuosità demenziale delle procedure.

Strade, acquedotti,fognature sono logorate e insufficienti quando non cadono a pezzi. Come cade a pezzi tutto il nostro sistema culturale: dalla biblioteca al museo.

Bisogna ripensare Bagheria dal momento che la nostra crisi è nella sua essenza una crisi d ’identità. Perchè,purtroppo,continua a dominare la fisionomia deteriore della nostra terra: l’ignavia che traffica con la malapolitica sottobanco, fingendo di aspirare a un cambiamento vero.

Vincenzo Provino
 

E' fondato il rilievo che muove Bartolo Di Salvo in un commento postato ad un articolo pubblicato su bagherianews, laddove osserva: "La legge indica la Corte dei Conti quale organismo preposto alla valutazione delle condizioni di cui all'art. 243 quater, comma 7 del TUEL. La Corte dei Conti delega la Regione e la Prefettura per gli adempimenti di legge successivi.

E prosegue: il comunicato istituzionale è inesatto perchè in nessun caso la Corte dei Conti ha rimesso alla Regione Sicilia la valutazione della sussistenza delle condizioni di dissesto. La Corte dei Conti ha inviato la propria nota alla Regione Siciliana affinché quest'ultima procedesse con gli adempimenti di legge".

Come, aggiungiamo noi, inesatta è anche, a voler usare un eufemismo, l'affermazione virgolettata e attribuita all'assessore al bilancio Sciacchitano: "Bagheria non è in dissesto"

E Bartolo Di Salvo conclude: "qualcuno spieghi ai bagheresi cosa sta succedendo".

Noi vogliamo provarci, non a spiegare, ma a cercare di capire cosa sta succedendo, non prima però di aver fatto una serie di riflessioni che sono preliminari e debbono costituire quel minimo di base comune per una discussione e un confronto serio.

altPUNTO 1°.

Il responsabile del dissesto di oggi non è il sindaco Vincenzo Lo Meo, e se lo è, lo è solo in minima parte: ci sono responsabilità antiche che risalgono a venti e forse più anni fa.

I nodi stanno vendendo al pettine con l'emergere della pletora dei cosiddetti debiti fuori bilancio, vero pozzo senza fondo, a partire dagli indennizzi per quei piani di lottizzazione che nel 1999 i commissari prefettizi, insediatisi dopo lo scioglimento per mafia dell'amministrazione Valentino, revocarono incautamente per motivi squisitamente politici e senza alcun fondamento  giuridico-amministrativo; tant'è che gli organi di giustizia amministrativa hanno dato in seguito ragione ai lottizzanti ricorrenti condannando il comune al pagamento di indennizzi milionari.

Il Coinres vero Moloch che ha ingoiato milioni e milioni di euro per darci la città perennemnete sporca che ci siamo ritrovati in questi anni.

Ma non solo: pensiamo alla sciagurata politica degli affitti lievitati negli anni a cifre impressionanti; i costi di servizi essenziali, luce e telefoni, quest'ultimo benefit esteso in maniera indiscriminata a tutti gli amministratori e ai dipendenti che hanno una sia pur minima responsabilità.

Aggiungete gli sprechi sul terreno delle consulenze, distribuite alle clientele politiche di vario colore, che sono costate qualche milione di euro negli utimi dieci anni, senza che alcun frutto sia stato raccolto e in molti casi senza che neanche uno straccio di relazione sia stata mai presentata.

La mancata esazione di oneri di urbanizzazione scambiati con la realizzazione di opere di modesta entità e qualità da parte delle imprese.

Per finire ai costi della politica lievitati in meno di dieci anni del 300%, sino ad arrivare nell'anno di grazia 2010 ad oltre un milione di euro, che definimmo la 'Cima Coppi' della vergogna, per politici capaci solo di speculare all'interno di norme permissive e troppo permeabili ad interessi personali.

Le responsabilità di Lo Meo in due anni e mezzo di sindacatura, nella creazione della voragine dei conti è marginale. E se si ha un minimo di onestà intellettuale e politica è d'obbligo riconoscerlo.

PUNTO  2°

Il dissesto, a nostro avviso, non rappresenterebbe una croce sulla esperienza politica del sindaco Lo Meo, ma innanzitutto una croce sui cittadini bagheresi: in tante occasioni sono state accennate le conseguenze disastrose per la nostra comunità dal momento in cui avverrebbe la dichiarazione di dissesto. Non potremo neanche  prenderci la soddisfazione di dire che il dissesto abbia mandato a casa una classe politica per la gran parte inetta e incapace, perchè giunta e consiglio resterebbero addirittura al loro posto; solo un improbabile sussulto di dignità dei protagonisti o un moto popolare smuoverebbe i sederi dei politici dalle comode poltrone su cui sono seduti.

PUNTO  3°

Chiunque fosse stato il sindaco avrebbe avuto il dovere, politico e morale, di fronte ai propri concittadini di fare di tutto e di più, per impedire che venisse dichiarato il dissesto, cioè il fallimento del proprio comune.

altSe siamo d'accordo su questi tre punti possiamo andare avanti.

E' assolutamente vero quello che dice Bartolo Di Salvo: la condizione di dissesto è stata già accertata dall'apposita sezione del Ministero degli Interni che si occupa di finanza locale che  ha informato la Corte dei conti, che a sua volta l'ha confermata tramettendo poi il risultato di questa indagine-istruttoria  all'assessore agli Enti locali per gli adempimenti di competenza, che come ormai sappiamo avrebbero dovuto essere: informare il Prefetto che a sua volta avrebbe intimato al consiglio comunale di dichiarare il dissesto del comune entro venti giorni.

Questo non è avvenuto, e sono stati invece nominati due commissari: per verificare cosa? quello che già organi autorevolissimi hanno appalesato? per perdere tempo? per prolungare l'agonìa? per fare intendere che la politica regionale (UDC + Crocetta) ha fatto tutto quanto avrebbe potuto fare per salvare Lo Meo e Bagheria e mettersi la coscienza a posto?

In realtà, noi ipotizziamo, è accaduto che il riconoscimento della sussistenza del dissesto è diventata da questione meramente tecnico-finanziaria,  questione politica.

E' probabile che essendoci altri comuni importanti nelle condizioni di Bagheria, pensiamo a Cefalù, Milazzo , Belmonte Mezzagno,  forse Monreale e tanti, tanti altri più piccoli, il governo regionale voglia studiare una strada per evitare una iattura gravissima.

Non c'è altra spiegazione plausibile per quanto sta avvenendo: si tratta di capire quale è la percorribilità e la possibilità di successo di questi tentativi che non possono però volontaristicamente intervenire a modificare leggi e norme.

altGli errori di Lo Meo

Ci ripromettiamo tra qualche settimana, al giro di boa di questa amministrazione, di fare una analisi ragionata sulla prima metà di sindacatura, ma un paio di cose si possono già dire: a parte il facile ottimismo della campagna elettorale, sarebbe stato doveroso da parte di Lo Meo, una grande operazione verità sullo stato dei conti del comune all'indomani dell'elezioni, cosa che è stata fatta,a dire il vero solo per il Coinres, le cui carte imbrogliate e fasulle erano già largamente note.

In secondo luogo, continuiamo a pensare che Lo Meo, proprio nello stesso momento in cui annunciava e concretizzava una politica di lacrime e sangue per i bagheresi, dovesse diventare l'alfiere di una politica di tagli dei privilegi e delle indennità dei politici.

A fare i sacrifici, assieme e prima della gente comune, pensiamo al raddoppio della Tarsu, al taglio degli asili nido, dei trasporti dei disabili, insomma di tutta la macelleria sociale che è stata fatta, dovevano essere chiamati i politici; invece la politica ha continuato imperterrita ad abbuffarsi senza ritegno, continuando in inutili e perditempo sedute di commissioni e di consiglio utili solo a far maturare gettoni e rimborsi.

Questa vergogna il sindaco Vincenzo Lo Meo avrebbe potuto e dovuta impedirla: non è stato capace per una impostazione politica e un modo di pensare vecchi e superati.

L'opera di risanamento, dura ma condivisa, avrebbe dovuto avere come protagonisti i bagheresi, se fosse stato però chiaro che si voleva cambiare registro, cosa che non è mai avvenuta.

Se Lo Meo avesse scelto questa strada avrebbe potuto mettersi alla testa di un vero movimento popolare di rinnovamento, invece i sacrifici sono stati visti e percepiti come scarsa attenzione, o peggio vessazioni, nei confronti della gente, in una situazione economica e sociale ormai collassata da tempo.

Ha affrontato, in pericolosa solitudine,  le sfide nuove che la situazione imponeva con un armamentario politico e culturale ormai obsoleto, lasciandosi trascinare nella palude dei condizionamenti e del do ut des, da una classe politica che per larga parte pensa solo al proprio tornaconto.

Infine una breve ma pertinente digressione

 Adesso, per sovrammercato, viene pure fuori che qualcuno di quei funzionari strapagati, qualcuno largamente al di sopra delle proprie capacità e dei propri meriti, prendeva pure la mazzetta, mentre la gente fa la fame.

Sono già ben tre i dipendenti del Comune finiti con imputazioni varie nelle inchieste giudiziarie e nessuno potrebbe giurare che le prossime settimane non ci riserveranno ancora qualche altra sorpresa.

E chi doveva vigilare ha vigilato ?

Ci piacerebbe conoscere, per esempio, la valutazione fatta dal cosiddetto nucleo di valutazione sui vari capisettori ed in particolare sull'ingegnere Giovanni Mercadante: renderla pubblica sarebbe, questo sì, un inizio di un percorso di vera e non formale trasparenza.

Così tanto per sapere.

 

 

Angelo Gargano

 

Pubblichiamo il testo integrale della mozione presentata dal gruppo consiliare de 'L'Aquilone', per la istituzione di una 'Anagrafe pubblica del patrimon io immobiliare del comune di Bagheria' e questo anche per perseguire una razionale politica degli affitti e in vista di una eventuale dismissione di parte del patrimonio immobiliare.

I sottoscritti, nella qualità di Consiglieri Comunali appartenenti al Gruppo Consiliare de “L’AQUILONE” - Idee in volo per BAGHERIA - , nell’espletamento delle proprie funzioni consiliari, ai sensi dell’art. 25, comma 3^ del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale e per l’esercizio delle funzioni dei Consiglieri Comunali, adottato con Deliberazione del Consiglio Comunale di Bagheria n. 10 del 24.01.1996 ed Approvata dal CO.RE.CO., Sezione Centrale, con Decisione n. 3642-2899 del 21.03.1996, con la presente,

PREMESSO

che lo stesso Sindaco LO MEO, ha più volte parlato di predisposizione e attuazione di un Piano utilizzo degli immobili di proprietà comunale, (compresi i beni confiscati alla mafia), al fine di individuare possibili tagli sugli affitti e rivisitazione dei canoni da concordare con i locatali tenendo conto anche delle condizioni strutturali del bene, oltre che la predisposizione di un piano di valorizzazione e alienazione del patrimonio immobiliare disponibile e di eventuali relitti per eventuali vendite o pennute;

CONSIDERATO

    che secondo la spending review si dovrebbe attuare quel processo diretto a migliorare l'efficienza e l'efficacia della macchina statale nella gestione della spesa pubblica attraverso la sistematica analisi e valutazione delle strutture organizzative, delle procedure di decisione e di attuazione, dei singoli atti all’interno dei programmi, dei risultati;
    che è ormai improcrastinabile la creazione di un inventario dei beni disponibili della città di Bagheria con l’istituzione di un elenco pubblico, consultabile direttamente dall'home page del portale del Comune, dove, nell'elenco si potranno trovare l'indirizzo, la situazione, le caratteristiche e il valore dell'immobile e, se affittato, il canone annuale e la tipologia del locatario (persona fisica o giuridica, associazione, ecc). Dovrà anche essere riportata lo stato dei pagamenti, e l'importo totale di un'eventuale morosità;

ciò premesso e considerato, con la presente, i sottoscritti, nel ricordarVi di riflettere sul ruolo che stiamo svolgendo, sul valore della nostra presenza in questa aula, sul ruolo che la città ci ha voluto assegnare,

P R O P O N G O N O

al consiglio comunale la “Mozione” sui fatti, avvenimenti e problematiche di cui in oggetto, ed a tal proposito impegna l'amministrazione comunale ad attivarsi a trovare le soluzioni idonee per istituire «un'anagrafe pubblica del patrimonio immobiliare di Bagheria»,

Ritenendo, con tutto quanto sopra, di avere effettuato delle esaustive e significative osservazioni delle problematiche connesse alle incalzanti richieste e lamentele da parte di Nostri Concittadini si invita a porre in essere le presenti indicazioni, confidando in un benevolo accoglimento della presente.

I Consigliere Comunali  Di Quarto Pietro, Di Stefano Giacinto

 

 

 

 

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