Politica

C'è grande entusiasmo nel comitato elettorale del candidato sindaco Giuseppe Montesanto, alla presentazione, ieri pomeriggio a Casteldaccia, del programma della coalizione che lo sostiene e che vede presenti  quattro liste con 74 candidati complessivamente : Alternativa x Casteldaccia libera, che è stata l'opposizione di questi anni in consiglio comunale al sindaco in carica Giovanni Di Giacinto, Ritrovare Casteldaccia, Partito Democratico e Svolta di sinistra.

Ad intervenire per sintetizzare alcuni punti del programma, quelli che possono essere definiti i leader di queste liste, rispettivamente  Carlo Oreto, Roberto Li Causi, Vittorio Panno e Maria Luisa Florio.

Introduce il candidato sindaco Montesanto che enuclea le cose che farà nei primi cento giorni di mandato, qualora dovesse essere eletto sindaco:

1) Restituire la Piazza Madrice ai casteldaccesi.

Sulla risistemazione della piazza e delle aree immediatamnete limitrofe pare che ci sia più di una polemica sul tipo di restyling che si vuole fare: Montesanto dice che la filosofia progettuale e realizzativa di quello che è il centro della vita sociale e aggregativa di Casteldaccia, deve rispettare l'impianto precedente.

E quello della identità casteldaccese, della propria storia e della propria cultura è uno dei leif motiv ricorrenti nelle parole di quanti interverranno.

2) la revoca del project financing per la sistemazione  e la gestione degli impianti di pubblica illuminazione, oggetto di durissimi scontri in questi anni: un appalto per importi stellari fatto senza i dovuti criteri di legalità e trasparenza, secondo il candidato sindaco.

3) Riduzione dei costi della politica:con eliminazione immediata di telefonini ed auto blu, abolizione dei consulenti a pagamento: saranno un gruppo di giovani capaci e volenterosi, aggiunge,  che ci daranno le idee sulle quali far camminare la Casteldaccia del futuro.

4) Restituire il mare ai casteldaccesi, ma non solo. Casteldaccia ha una striscia di competenza di poco più di un chilometro di spiagge: ebbene vanno creati sin da subito adeguati accessi al mare ed un'area solarium in un bene confiscato alla mafia, immediatamente utilizzable dalla collettività.

 

A seguire gli interventi degli altri protagonisti della coalizione: da Carlo Oreto che parla degli spazi verdi pubblici ceduti dai lottizzanti e 'regalati' ai privati, di oneri concessori mai riscossi, di una crescita cittadina senza qualità.

E poi i circenses, canti e balli, le famose notti bianche che sono andate ad appesantire un bilancio comunale ai limiti del dissesto finanziario, che rischiamo di trovare, avverte Oreto, qualora dovessimo essere chiamati dai cittadini a governare.

E questo è anche il tema su cui si dilunga Vittorio Panno, storico esponente del PD. Una crescita urbanistica che non è stata accompagnata in questi anni da uno sviluppo parallelo di strutture e di servizi, hanno reso Casteldaccia irriconoscibile.

Una comunità che ha smarrito la popria identità senza ritrovarne una al passso con i tempi. Assieme al problema dei problemi, e cioè quello del lavoro per i giovani. E' questa la grande sfida che ci attende.

E rivolto al candidato sindaco: 'Ci hai ringraziato per averti chiamato a rappresentarci in questa sfida quale nostro candidato, ma dobbiamo essere noi a ringraziarti per il compito arduo e difficilissimo che ti attende'

Maria Luisa Florio, insegnante e animatrice della  lista 'Svolta di sinistra' mette l'accento sui temi della cultura e della disabilità: una biblioteca che deve sorgere nel cuore storico e pulsante della cittadina , e cioè la vecchia Torre del Duca di Salaparuta.

Questa e non altra deve essere la destinazione del logo distintivo della nostra cittadina.

Ed a proposito delle polemiche nate per la presenza di un disabile in lista, sottolinea invece la forte valenza simbolica di questo gesto: abbiamo voluto rendere concreto e visibile un problema, quello delle barriere di tutti i tipi, che circondano la disabilità.

Abbiamo voluto portare alla luce un problema troppo spesso dimenticato. E sottolinea anche il fatto che la riforma voluta da Crocetta sulla legge elettorale ha portato alla presenza massiccia di donne in lista.

Chiude Roberto Li Causi, della lista Ritrovare Casteldaccia: è il momento di voltare pagina, perchè la gente è stanca di una amministrazione che è vissuta solo sulle promesse, che ha aperto alcuni cantieri solo a ridosso della campagna elettorale, che ha portato il comune all'anticamera  del disastro finanziario, che ha lasciato irrisolte la gran parte delle questioni aperte.

Il problema di ritrovare e ricostruire una identità che non è solo culturale, ma anche economica e sociale per Casteldaccia, conclude, è la sfida più difficile che ci attende e alla quale ci sentiamo di poter dare una risposta adeguata.

C'è spazio in chiusura per un intervento dell'assessore designato Giuseppina Di Giacinto ( e non Ingenio come avevamo erroneamente riportato), che parla delle linee guida e del perchè della sua presenza: ripristinare trasparenza e legalità nei procedimenti amministrativi e nella gestione della cosa pubblica.

La questione COINRES è ormai diventata centrale nella vita sociale della nostra città: tra rifiuti che invadono le strade, la questione dei dipendenti ex Temporary e l’elevatissimo costo del servizio ci sono molti argomenti su cui discutere.

Volutamente non entrerò nel merito delle azioni dell’amministrazione, mi limiterò all’analisi dello status quo e degli eventi che lo hanno determinato, e ciò con il solo scopo di dare un contributo, una possibile soluzione alla questione ormai centrale nello scenario politico della nostra città.

Partendo non troppo da lontano le questioni sono tre, tutte importanti e connesse tra di loro. Ma cerchiamo di affrontarle analiticamente:

1. Elevato costo del servizio;
2. Mantenimento livello occupazionale;
3. Qualità del servizio reso.

È importante sapere che il costo dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, negli ultimi 13 anni è aumentato di 7 volte circa: nel 2000 il costo del servizio era di circa 1,8 milioni di €, nel 2012 tale costo è lievitato a circa 12 milioni di €.

Nel bilancio di previsione del 2012, per l’espletamento del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, sono state previste somme in entrata per 10 milioni di € circa. Tale obiettivo è stato raggiunto raddoppiando la TARSU, ormai tra le più alte in Italia, ai cittadini bagheresi. A tale aumento non è assolutamente corrisposto un servizio efficiente.

L’elevato costo è, in modo cospicuo, determinato dal costo del personale.

Quest’ultimo è lievitato nel corso degli ultimi 10 anni fino a circa 550 unità per l’intero consorzio COINRES. Appare ancora poco chiaro come si sia potuto arrivare a tanto senza un vero Piano Industriale.

All’aumento progressivo del personale non è corrisposto, di fatto, alcun miglioramento reale e concreto del servizio reso, se è vero come è vero che la raccolta differenziata ha percentuali ridicole ed i fenomeni di crisi acuta sono periodici e frequenti.

Nelle ultime settimane abbiamo registrato un crescendo di degrado: l’accumulo di spazzatura in più punti della città ed una condizione disatrata nelle periferie; roghi continui che hanno impestato l’aria; condizioni igienico sanitarie da terzo mondo. Tutto questo a fronte di un costo per la cittadinanza, come dicevamo, tra i più alti d’Italia.

Tale situazione si è venuta a determinare in concomitanza alla scadenza dei contratti dei dipendenti del COINRES definiti “ex Temporary”, e la difficoltà di trovare una continuità lavorativa.

Pure essendo 192, distribuiti nei 22 comuni del consorzio; i dipendenti “ex Temporary” che hanno visto terminare il loro rapporto di lavoro, solo a Bagheria si è registrata la crisi igienico sanitaria.

Questo è probabilmente legato al fatto che, più di qualunque altro comune, Bagheria sostiene il peso di risorse umane in eccedenza rispetto al proprio fabbisogno: secondo le percentuali consortile il comune di Bagheria ha “in carico” circa 160 unità lavorative a fronte di un effettiva esigenza di circa 70-80 unità.

La coperta è evidentemente troppo corta, e da qualunque parte la si tiri si manifestano problemi insormontabili: la salvaguardia dei posti di lavoro comporterebbe un costo per il comune di Bagheria che sancirebbe il fallimento dello stesso. Il mantenimento dei posti di lavoro si ripercuote inesorabilmente su altri servizi (assistenza, manutenzioni, sviluppo, opere pubbliche) che non potrebbero più svolti. La coperta è troppo corta.

Il problema va individuato comunque a monte, nella ripartizione delle quote di partecipazione al COINRES. Bagheria ha il 25% della popolazione dell’intero consorzio, un territorio pari a poco più del 5% dell’intero consorzio. Di contro le quote di consorzio, con tutto ciò che ne consegue, sono circa il 30%. Quote determinate in altri momenti storici, figlie di ambizioni politiche visionarie.

Risulta, oggi, assolutamente necessario inserire ulteriori e nuovi parametri che consentano una rideterminazione delle percentuali di partecipazione consorzio. Bagheria non può sostenere da sola il 30% dei Costi (12 milione di € circa).

Se il mantenimento del livello occupazionale è il vero obiettivo dell’assemblea dei sindaci, che solo pochi giorni fa si è espressa in tale direzione. Se non si vuole riversare il peso di un fallimento tutto sulla comunità bagherese, allora è necessario ridistribuire i costi in modo equo, sostenibile.

La quota giusta per Bagheria potrebbe essere del 20-22%.

Ciò comporterebbe una riduzione dei costi per Bagheria di 3,5-4 milioni di €. Tali costi dovrebbero essere sostenuti dagli altri 20 comuni.

Se si vuole mantenere il livello occupazionale del COINRES, se non si vuole fare macelleria sociale, se è questo l’obiettivo condiviso, allora ognuno deve partecipare in misura giusta ed onesta.

Infine un appello all’On. Di Giacinto, sindaco di Casteldaccia e prestigioso componente della maggioranza del Governo Regionale: chieda al Presidente Crocetta di contribuire economicamente, mettendoci soldi “veri” e non anticipazioni, al consolidamente del COINRES.

Tutto questo se l’obiettivo reale è il mantenimento del livello occupazionale.

Bartolo Di Salvo
 

 

 

 

Con il decreto regionale n. 160 del 17 maggio 2013, è stato finanziato il progetto di bus ecologico. Il Decreto è in corso di registrazione presso la Corte dei Conti per il visto preventivo.

Il primo mezzo ibrido con batterie e celle a combustibile, alimentato ad idrogeno sarà impiegato nel servizio di trasporto pubblico urbano a Bagheria.

Il progetto è stato predisposto dall’ufficio programmazione del Comune di Bagheria in collaborazione con il C.N.R.- Istituto di Tecnologie Avanzate per l'Energia, “Nicola Giordano” di Messina, con il quale è stata stipulata una convenzione che ha lo scopo di sviluppare forme di collaborazione per lo svolgimento di programmi di promozione, diffusione e dimostrazione riguardanti le tecnologie energetiche innovative.

L’Importo totale dell’operazione è di circa un 1.500 mila euro ma la notizia positiva è che l’operazione è a costo zero per l’amministrazione dal momento che 1.425 mila euro sono a carico del finanziamento a valere sulla linea di intervento 2.1.2.2. del PO FERS e 75 mila euro sono a carico del CNR.

Il progetto, avendo ottenuto un punteggio di 83,4 su 100, si ritrovava già al primo posto della graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento approvata con decreto del Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dell’Energia dell’Assessorato Regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità n.785 del 29/12/2011, oggi giunge la notizia definitiva di finanziamento con il decreto 160/2013.

Obiettivo e principale beneficio del piano è l’utilizzo delle potenzialità dell’idrogeno come vettore energetico che riesce a garantire l’autosufficienza energetica dei sistemi migliorando insieme la qualità dell’aria e abbassando le emissioni atmosferiche.

Siamo particolarmente soddisfatti del finanziamento, Bagheria è tra i primi comuni, se non il primo che ha lavorato in Sicilia per l’ottenimento di un bus ecologico – ha dichiarato l’assessore alle Attività Produttive, Pietro Miosi - tale progetto che ha l'obiettivo di sperimentare un prototipo di bus con propulsione ad idrogeno, di dimensioni compatibili con le caratteristiche urbane della nostra città rispondendo alle esigenze di trasporto dei cittadini, e al contempo rispettando l’ambiente, senza contare che abbiamo ottenuto questo risultato a costo zero per le casse comunali”.

Il progetto che avrà una durata di 30 mesi circa, è decisamente innovativo infatti sviluppa, testa e valida un sistema prototipale di autoproduzione energetica e di adozione di vettori energetici innovativi in cui la generazione di elettricità con pannelli fotovoltaici sarà integrata con un sistema in grado di accumularla sotto forma di idrogeno che sarà utilizzato sotto forma di serbatoio di alimentazione per il bus. In particolare saranno acquisiti materiali e servizi al fine di realizzare una sperimentazione delle componenti e dei metodi per validare il sistema di produzione e accumulo di idrogeno ottenuto da un elettrolizzatore alimentato dall’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico. Saranno sfruttate le potenzialità di tale vettore energetico per garantire l’energia necessaria ad una sistema propulsivo elettrico ibrido di un mezzo adibito al trasporto pubblico.

Il principale beneficio che si intende ottenere mira a dimostrare che l’utilizzo delle potenzialità dell’idrogeno come vettore energetico riesce a garantire l’autosufficienza energetica dei sistemi nell’ottica del miglioramento della qualità dell’aria e di riduzione delle emissioni atmosferiche da fonti puntuali e diffuse.

 “La ricerca di una soluzione al complesso problema della congestione del traffico automobilistico richiede l'attuazione di diversi interventi coordinati, nonché un approccio che integri le diverse tecniche di governo della mobilità – continua l’assessore Miosi - L'obiettivo del Comune è quello di dotarsi al più presto di un Piano Urbano della mobilità e di veicoli ecologici per trovare soluzioni di trasporto urbano a ridotto impatto ambientale. Desidero personalmente ringraziare tutti i tecnici comunali che si sono spesi per la realizzazione del progetto dal”.

Fonte  Ufficio Stampa del Comune

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In relazione alla nota questione sulla possibile riapertura del Corso Umberto di Bagheria al traffico veicolare, anche parziale, l’Associazione “De Musica” di Bagheria esprime la sua contrarietà a tale ipotesi convinta della totale pedonalizzazione del Corso, unico spazio vivibile della nostra città e segno di certa civiltà.

Le vicissitudini negative che interessano l’economia internazionale ricadono, ovviamente e a maggior ragione, nella nostra città per cui è facilmente intuibile che la crisi che ha colpito i commercianti di Corso Umberto, così come tutti gli altri commercianti di Bagheria, non è affatto imputabile alla pedonalizzazione, né l’ipotesi di un maggior introito derivante dall’apertura del corso (tutto da verificare) potrà essere così cospicuo da risolvere o anche attutire efficacemente le casse dei commercianti.

Riteniamo, pertanto, che il “gioco non valga la candela”, convinti che un’eventuale riapertura del corso al traffico veicolare rischia solamente di rovinare la bellezza del corso stesso, anche per una maggiore usura del manto stradale, e che pertanto non gioverebbe né alla cittadinanza, che si vedrebbe usurpata di un bene fruito ormai da anni, né agli stessi commercianti dato che un corso divelto andrebbe, prima o poi, ugualmente chiuso al traffico.

Certo, i gravi ritardi della politica per un progetto globale che doveva ruotare attorno al Corso Umberto inficia ogni decisione definitivamente risolutiva che comporti un reale sviluppo ma non si può tornare indietro; semmai si deve tutti lottare per la piena attuazione di quei servizi necessari al rilancio dell’isola pedonale e, quindi, all’economia dei commercianti.

Per questo motivo, l’Associazione “De Musica” auspica la formazione di un tavolo concertativo tra tutte le parti sociali (Organizzazioni di Commercianti, Associazioni varie, Amministrazione Comunale, Consiglieri e assessori provinciali e i deputati regionali della nostra città, Sindacati) al fine di giungere ad obiettivi e strategie comuni che possano conciliare la salvaguardia di un bene fruibile da tutti i bagheresi (e non) con le esigenze diversificate dei commercianti di Corso Umberto.

Solo da un comune intento concreto e serio (vista l’impotenza della politica locale su diversi fronti), si può tentare di far uscire dalla palude economica, politica, sociale e culturale, la nostra città.
Bagheria, 18 maggio 2013
Associazione De Musica
Cons. delegato alle Pubbliche Relazioni
Prof. Rosario Di Paola

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