A parte il record di ascolti e la gioia di vedere premiato un grande bagherese, Pippo Balistreri, direttore di palco del Festival di Sanremo, con onestà intellettuale devo dire che il Festival non mi è piaciuto.
Tra febbraio e aprile prossimo si parlerà molto delle due più grandi kermesse italiane che hanno sempre dato lustro all’Italia. Ovviamente parlo del Festival di Sanremo e della Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Dire che si tratta di due eccellenze è superfluo perché ce l’invidiano in tutto il mondo, o forse, ce le invidiavano.
A dominare la prima Kermesse, ovvero il Festival, è sempre stata la melodia, parente della Pratica del Canto Lirico in Italia, oggi Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. A parte qualche eccezione, di melodia nelle canzoni di quest’anno ce n’è veramente poca.
L’altra, la Biennale d’Arte veneziana, dopo l’azzoppata con la 54esima edizione, quella di Sgarbi, si è ancora in attesa di vedere mostre con artisti che con le loro opere diano la sveglia al mondo. Ovviamente non parlo di squali e banane ma di pittura, come quella che da Giotto ci accompagna a Francis Bacon.
Per fortuna i bagheresi abbiamo come leccarci le ferite, ad esempio in questo 74esimo Festival di Sanremo, Bagheria con Pippo Balistreri ritrova un poco di orgoglio.
La foto: Pippo Balistreri riceve sul palco dell’Ariston, dall’assessore al turismo del Comune di Sanremo, Giuseppe Faraldi, il prestigioso Premio alla carriera alla Presenza di Amadeus e Fiorello.