A far data dal 1962 Bagheria si scopre Città d’arte e un illuminato sindaco, Guglielmo Ingrassia, avverte l’esigenza di restituire all’illustre concittadino Renato Guttuso quello che grazie a lui la città aveva avuto in termini di sana notorietà.
Si! sana notorietà, dal momento che per vie malsane Bagheria era già nota a livello nazionale.
Cosa fa l’illuminato sindaco e la sua giunta, organizzano la prima grande mostra di Guttuso a Bagheria e in assenza di una galleria civica la fa ospitare da don Armando Trigona della Floresta a Villa Serradifalco, alla Montagnola.
Il successo di quell’evento diventerà linfa per tanti pittori bagheresi e anche per me che avvertii l’esigenza di una Galleria d’arte a Bagheria e dopo una difficile gestazione nascerà la prima Galleria della storia di Bagheria: “Il Nibbio”. Ricordo che da quel momento l’incremento delle attività artistiche fu un crescendo di successi fino a determinare la nascita della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea che nel tempo diventerà il “Museo Renato Guttuso”.
Alla nascita di questa lodevole iniziativa diede il suo apporto anche una delibera comunale che a seguito della donazione di un dipinto del Maestro Provino, “Mastro Calcedonio”, parlava di auspicabile museo a Bagheria. Questi anni per Bagheria rappresentano un periodo pieno di speranze e di progetti, grazie anche al fatto che sono accompagnati da un benessere economico, frutto della produzione del limone. Un binomio “arte e agricoltura” che durerà parecchio tant’è che in tanti ci siamo illusi che potesse durare per sempre.
Da questi presupposti nasce l’evento “L’identità culturale di Bagheria”, per creare un momento di riflessione su un fatto che ha influito molto al progresso civile, economico e culturale della Città.
A promuovere l’evento è il Presidente del “Centro Studi Angelo Fiore”, Pino Pagano, nella sua meravigliosa sede di Palazzo Galletti-Inguaggiato.
Dopo una performance musicale di Rayna Karjieva, a discutere dell’argomento sono stati due intellettuali: Franco Lo Piparo, professore emerito dell’Università di Palermo, e Maurizio Padovano. Il primo in una conferenza dal titolo “Bagheria, borgo continentale” ha mostrato quanto le Ville settecentesche siano state determinanti alla nascita della diffusa intellettualità bagherese, il secondo ha arricchito con molteplici osservazioni questo importante punto di vista.
Ovviamente l’interessante conferenza è stata solo il primo tassello di un più ampio mosaico, che vede nelle cinque sale che sono state attrezzate a Galleria opere di cinque illustri bagheresi: Ignazio Buttitta, Renato Guttuso, Ferdinando Scianna, Salvatore Provino e Giuseppe Tornatore.
Un elenco che ci ricorda quanto sia più grande il numero delle eccellenze bagheresi a cominciare dai due relatori Franco Lo Piparo e Maurizio Padovano continuando con Emiliano Morreale e Nico Bonomolo per rimanere nel campo della cultura artistica e letteraria.
L’ideazione e la curatela dell’iniziativa sono del sottoscritto, che non ha fatto mancare la professionalità affinché fosse meritevole di patrocini di primordine: il rettorato dell’Università di Palermo, la “Fondazione Ignazio Buttitta”, l’Assessorato ai Beni culturali della Regione Sicilia e la Città metropolitana di Palermo.
Infine, una monografia in formato ridotto densa di immagini, della collana “I Tascabili dell’arte” consegnerà alla storia questo importante momento di riflessione inclusiva, dalla quale si è autoesclusa, con nostro grande dispiacere, l’amministrazione comunale.
L’occasione è stata proficua per un augurio corale al Maestro Provino che come Scianna in questi giorni ha compiuto ottant’anni.
Visite alla mostra da martedì a sabato sino al 29 luglio, dalle ore 17,30 alle 20,00.