Al Museo del ‘900 di Milano la mostra “Contesti” di Carla Accardi. Bagheria è presente con l’opera “Virgole” della collezione del MUSEUM.
Il 6 settembre 1978 ricevetti una lettera dal conte Mario Pocobelli che mi comunicava la nomina a Consigliere dell’Accademia delle Scienze, Lettere ed Arti di Milano. A margine della lettera scriveva: “Dalla nave (proveniente da Cartagine) ho ancora ammirato la luminosa Bagheria. Le ho mandato un saluto con il pensiero!” Non persi tempo a telefonare al conte per ringraziarlo della nomina, ma anche per le belle parole indirizzate a Bagheria. La mia riconoscenza per Bagheria nasce dal fatto che, oltre ai natali, mi ha dato gli ingredienti della passione per l’arte. Le ville, con il loro superbo valore artistico, hanno formato l’architettura del mio pensiero; le testimonianze dei grandi che l’abitarono, portatori di cultura europea, hanno reso possibile la circolazione della conoscenza con la quale mi nutro; la posizione privilegiata della Città, adagiata sul Golfo di Palermo tra giardini lambiti dal mare e circondati da monti, da dove è possibile ammirare, simultaneamente, l’incantevole azzurro del mare, il rigoglioso verde dei giardini e, a volte, il bianco dei monti innevati. Ineguagliabili requisiti che fanno di questa Città “luminosa” un luogo quasi surreale dove poeti, pittori, registi e artisti di ogni genere, trovano “linfa” creativa.
Ricordo la mia prima immersione nell’arte nel 1962, all’Istituto della Trasfigurazione di Bagheria, quando a soli 14 anni partecipai alla prima grande mostra di Renato Guttuso. Non so se a segnare l’itinerario dei miei interessi futuri sia stata la suggestione del luogo o l’emozione di vivere la genesi di un grande evento o, ancora, il trovarmi fisicamente insieme a personaggi illustri della cultura. Ma so per certo che in quel periodo leggevo Éluard e Prévert. È stato, quindi, coltivando la bellezza che ho incontrato la pittura.
Con la passione per la poesia e quella nuova per la pittura, una volta terminato il collegio, mi avvicinai realmente al mondo dell’arte: ho conosciuto Quasimodo, Piccolo, Sciascia ed altri oltre, naturalmente, tutti gli artisti locali. Fu poi il terremoto del Belìce a farmi incontrare e portarmi a fianco di un uomo eccezionale come Ludovico Corrao, con il quale ho condiviso la passione per l’arte.
Chiarito il movente della mia passione per l’arte, adesso dirò della Galleria e della Collezione.
Bagheria e la Sicilia, tra gli anni Sessanta e Settanta, erano dominate da una pittura guttusiana. Le gallerie operavano tutte in quella direzione. C’era qualche timido tentativo di promuovere l’arte nuova, ma durava poco, perché il mercato non rispondeva. Mancavano i ritrovi dove scambiarsi idee, progetti e conoscere la nuova arte. Fu così che, sul finire degli anni Sessanta, scesi in campo a gamba tesa iniziando col proporre la Pop Art, per poi passare all’arte astratta, escludendo dalle mie proposte la pittura stanca, accademica e guttusiana.
Intanto la passione si arricchiva di competenza, curiosità e voglia di avventura, quella che idealmente trova il suo epilogo nella collezione di MUSEUM e nel bagaglio di esperienze umane vissute durante la ricerca delle opere. Per questo, ogni opera della mia collezione mi ricorda una storia, un aneddoto che la rende, s’è necessario, ancor più unica e preziosa, perché il valore primario di un’opera d’arte, per me, è il suo essere documento, testimonianza di un momento storico.
Con le risorse finanziarie di cui disponevo avrei potuto mettere insieme soltanto una piccola collezione e, invece, mi ritrovo una collezione sicuramente non piccola e nemmeno poco importante. Posso orgogliosamente asserirlo se è vero, com’è vero, che per la più importante mostra di Carla Accardi, nel prestigioso Museo del ‘900 di Milano, mi è stata richiesta in prestito l’opera “Virgole” del 1982. Ma questa è un’altra storia.
Ezio Pagano
La fotodi copertina : Carla Accardi “Virgole”, 1982. Sicofoil su legno dipinto. (Collezione MUSEUM di Ezio Pagano)