L’eredità di Eszter- di Giuseppe Gargano

L’eredità di Eszter- di Giuseppe Gargano

cultura
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“Non basta amare qualcuno. Bisogna amare con coraggio. Bisogna amare in modo tale che nulla, né ladri, né influenze esterne, né leggi umane o divine possano interferire con questo sentimento.”

Contrariamente a quanto affermato da Menandro, in riferimento alla categoria dei bugiardi, e cioè, che “nessun bugiardo la fa franca per molto tempo”, Lajos, protagonista del romanzo di Marai, è l’eccezione che conferma la regola. Lajos, non è solo un bugiardo seriale, è anche un uomo che prospera in modo eccellente con scaltre menzogne di fronte a se stesso e al mondo intero oltrepassando ogni limite.
Dall’altra parte, Eszter, una donna che vive con la sindrome del doublethink; il meccanismo psicologico che consente di credere che tutto possa farsi e disfarsi: la volontà e la capacità di sostenere un'idea e il suo opposto, in modo da non trovarsi mai al di fuori dell'ortodossia, dimenticando nel medesimo istante, aspetto questo fondamentale, il cambio di opinione e perfino l'atto stesso del dimenticare.
In nessun altro modo potrebbe essere definita Eszter, una donna che ha sacrificato la sua vita ad un uomo che in fondo non l’hai mai amata, se non per il breve istante di tre lettere. Tre lettere, che cambieranno la vita di molta gente. E così, a trionfare, nel romanzo di Sandor Marai, oltre che la bugia e una forma “malata” d’ amore.
Nulla arriva mai in tempo, la vita non ci dà mai qualcosa nel momento in cui siamo preparati a riceverlo. Soffriamo a lungo a causa di questo disordine, di questi ritardi. Siamo convinti che qualcuno si prenda gioco di noi. Ma un bel giorno ci rendiamo conto che tutto era preordinato secondo un meccanismo perfetto... “Due persone non possono incontrarsi neanche un giorno prima di quando saranno mature per il loro incontro...”
Mature, ma non secondo le loro inclinazioni o preferenze, bensì nell'intimo, secondo i dettami di una specie di legge astronomica inoppugnabile, così come si incontrano i corpi celesti nell'immensità dello spazio e del tempo, con precisione matematica, nello stesso attimo, che è il loro attimo nella successione infinita dei secoli e delle distese spaziali. Io non credo negli incontri fortuiti...