E' vero: è un argomento trito e ritrito.
Se ne parla da sempre, però occorre riparlarne sempre.
L'inciviltà , l'arroganza, il vero e proprio arbitrio, il disprezzo per l'intelligenza degli elettori contenuta nelle migliaia di manifesti di tutti i colori, di quasi tutti i partiti, la stupidità di certe facce e la vacuità degli slogans che stanno invadendo i muri, dilagando sulle recinzioni dei cantieri, e che seppelliranno verso la conclusione della campagna elettorale anche i cassonetti della spazzatura.
Un numero di manifesti esorbitante, astrale, ridondante che se si potessero mettere assieme uno accanto all'altro formerebbero una superficie da coprire l'intera Italia.
E poi il meccanismo assurdo e perverso che si mette in moto: io copro i manifesti tuoi, un altro copre i miei, un altro ancora coprira quelli di chi ha coperto i miei, e via via in questa folle rincorsa, in questa
spirale insensata, che conosce due soli vincitori: le tipografie, e gli attacchini, ma tanti sconfitti: il decoro delle città, il patrimonio pubblico, la ragione e il buonsenso.
Conosciamo già le giustificazioni di partiti e candidati: non siamo noi ad attaccare materialmente i manifesti, ma gli attacchini che non vanno tanto per il sottile, e non possimo farci niente.
Naturalmente è una giustificazione sciocca e falsa.
La soluzione certo, a volerla, ci sarebbe.
Multe salatissime, da far pagare prima del voto ai responsabili che non è difficile individuare, perchè lasciano nome , cognome e foto segnaletica già pronta: flagranza di reato insomma.
E se le multe non vengono pagate prima del voto, esclusione dalle liste.
Basta volere risolvere il problema: evidentemente a parte qualche candidato e qualche partito minore nessuno lo vuole.
Visto allora che il problema, non si può, o meglio non lo si vuole risolvere, per consolarci, come ci suggerisce in una sua illustrazione la nostra collaboratrice Birus, guardiamo al lato positivo della faccenda.
Le elezioni, con tutto quello che c'è davanti, accanto e dietro fanno girare l'economia, anzi sono un vero e proprio "business" per tanti.
Pensate: tipografi, attacchini, benzinai, ristoranti, trattorie e pizzerie, bar e alberghi, clienti, agenzie di pubblicità, spot elettorali a pagamento su giornali, siti on line e tv. E' un magna magna generale.
E poi, riconosciamolo: è il momento in cui ci fanno sognare, è una sorta di seduta collettiva di terapia del sollievo e del sorriso: niente ICI, meno tasse, più salari e pensioni, più scuole e più sanità, più sviluppo e benessere, il Ponte sullo stretto, più autostrade, passanti e alta velocità, insomma delle balle che dette in altri periodi dell'anno ci farebbero sbellicare dalle risate... in campagna elettorale no: le prendiamo sul serio ( o forse fingiamo di farlo).
Anche lo Stato però volendo ci potrebbe guadagnare: guardate questa storia di coprire con delle strisce i manifesti abusivi; si potrebbe sfruttare al meglio.
Per esempio, una trasmissione televisiva da abbinare ad una lotteria con tanto di biglietti per individuare il personaggio "oscurato": di chi sono quei capelli? sono di Fini o di Casini? e quella gonna ?sarà la Prestigiacomo o la Melandri?
Oppure più semplicemente un nuovo tipo di gratta e vinci dal titolo che so? scopri il marpione o il farabutto, con i tagliandi da grattare per scoprire chi c'è sotto, avrebbe un sicuro successo e lo Stato potrebbe incassare almeno una parte di quei milioni di euro che saranno necessari dopo la campagna elettorale per ripulire i muri delle città dai manifesti affissi abusivamente da marpioni e farabutti.