L'ing. Michele Aiello: vittima o complice?

L'ing. Michele Aiello: vittima o complice?

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Non c'è molto di più di quello che in questi mesi è emerso nella sua linea difensiva (sono vittima di una guerra interna alla procura, di "cosa nostra", e dei "marescialli" Ciuro, Riolo e Borzacchelli, che hanno carpito la mia buona fede e approfittato delle mie paure, in buona sintesi)
nell'intervista che l'ing. Michele Aiello ha rilasciato in esclusiva al magazine "S" in edicola questa settimana, e firmata da Riccardo Arena.

C'è semmai un indirizzo difensivo che ormai diventa per così dire "strategico": perchè prima di fronte ai sospetti e alle contestazioni, poi alle accuse e, infine, alla condanna, l'ingegnere non ha alternative.
Nell'intervista dice che si rivolgerà alle associazioni antiracket, Addio Pizzo e quant'altro, per essere tutelato, e che naturalmente hanno guardato con un certo sospetto a questa apertura di credito.

Noi non comprendiamo ancora bene, al di là del "colpo" giornalistico, il senso e il valore da dare a questa intervista, probabilmente suggerita e comunque "gestita" dagli avvocati.
Però al di là delle emergenze probatorie e processuali, c'erano le voci che circolavano in paese :

1) la presenza di familiari di appartenenti a cosa nostra ( Eucaliptus per intenderci) in veste di "mediatori" e "sensali" per l'acquisto di una serie di aree che Aiello stava perfezionando in contrada "Parisi", erano una sorta di pedaggio che l'ingegnere Aiello doveva pagare alla mafia.
2) Che dopo la "luna di miele", e il sostegno elettorale per l'elezione a deputato, i suoi rapporti con il maresciallo Borzacchelli si fossero, e di molto, raffreddati dopo la richiesta di entrare con il 5% in società nella struttura, erano anche queste, cose a Bagheria risapute, già qualche mese prima dell'arresto dell'ingegnere.
3) Che vivesse Aiello , anche per suo carattere, in questo perenne stato di uomo circondato, e che fosse in mano dei "marescialli" che gli prospettavano sempre scenari apocalittici, e pronti ad anticipare le mosse dei nemici, ci venne detta in tempi non sospetti da conoscenti e persone che gli stavano molto vicine.
4) Ed infine la sua scarcerazione, per motivi di allergie alimentari, suscitò allora a Bagheria qualche battuta malevola e qualche sorrisino ironico: come dire, ha cantato, e per questo lo hanno fatto uscire.

Di fronte a ciò ci sono stati però una serie di riscontri, di elementi, di rapporti incrociati, di interessi e di coincidenze che nel processo sono emerse e che hanno fatto propendere i giudici per la colpevolezza.
Per credere ad Aiello, i giudici, avrebbero dovuto compiere un atto di fede, ed evidentemente non se la sono sentita.