Venti anni fa un uomo onesto, cittadino rispettoso della legge del suo Paese e soprattutto lavoratore operoso, scriveva e rendeva pubbliche queste parole : "Caro estortore...
...volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l'acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia."
"Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere... Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al "Geometra Anzalone" e diremo no a tutti quelli come lui".
Questo imprenditore responsabile, difendeva così la sua azienda e i suoi operai dall'aggressione vile e odiosa della mafia, oltraggiosa non solo nei suoi confronti, ma anche nei riguardi di una intera comunità.
Libero Grassi, questo il suo nome, fu barbaramente ucciso pochi mesi dopo, nell'agosto del 1991, lasciato solo dalle istituzioni e dall'organizzazione degli imprenditori industriali.
La sua storia e il sacrificio della sua vita non sono rimasti, però, soltanto una mera testimonianza.
Oggi Confindustria è a fianco degli imprenditori che denunciano i loro estortori e sanziona l'omertà di chi decide di continuare a subire, con l'espulsione dall'organizzazione; i giovani siciliani sono i principali promotori di una cultura di legalità e rispetto delle regole, perchè non ci può essere lavoro e sviluppo laddove c'è la negazione dei principali diritti della persona umana: "Un intero popolo che paga il pizzo e un popolo senza dignità".
Tuttavia, non ci siamo ancora del tutto liberati dalla violenza e dai soprusi dei mafiosi, che sono ancora forti e continuano a violentare le nostre imprese, i nostri lavoratori e la nostra terra.
Non possiamo quindi abbassare la guardia ed affidare soltanto alla magistratura e alle forze dell'Ordine la difesa della nostra dignità; bisogna, invece, fare quadrato tutti insieme e dire un NO preventivo contro qualsiasi richiesta, sia essa di estorsione o che più in generale ci trascini nella palude della illegalità.
Con la mafia e con chi è contiguo alla mafia non ci può essere mai nessuna connivenza!
Mimmo Meola è vicecoordinatore del circolo cittadino del Partito Democratico
la foto di Libero Grassi è tratta dal web