In un frangente di grande incertezza e precarietà in ordine alle vicende politiche ed economiche nazionali e regionali,
il tratto comune avvertito, è sicuramente la consapevolezza di una crisi economica che declinata nelle realtà meridionali, assume contorni ancor più preoccupanti e dagli epiloghi incerti, determinando un calo di fiducia sulle sorti e le prospettive dei futuri scenari.
Abbiamo vissuto, di certo, al di sopra delle nostre possibilità, e oggi è necessario operare tagli e ridimensionamenti della spesa pubblica. Bisognerà spendere quanto s'incasserà, senza produrre debiti e soprattutto a livello delle amministrazioni locali, occorrerà far sempre più attenzione agli equilibri di bilancio e la politica dovrà innestare processi virtuosi, volti all'efficienza dei servizi pubblici, in una logica di sana ed oculata gestione amministrativa.
Basta con il saccheggio delle casse pubbliche per fini clientelari, alla creazione di carrozzoni pubblici ( vedi società partecipate) votati ad assunzioni clientelari che drenano risorse economiche ingenti ingessando i bilanci e togliendo risorse alle attività legate al vero sviluppo.
Basta alla logica del precariato, al lavoro fittizio, che dietro alla corresponsione di un modesto compenso di mera sopravvivenza non prevede una reale controprestazione lavorativa. Non c'è più spazio o quantomeno di riducono notevolmente le manovre d'interdizione per gli sprechi, le ruberie, le inefficienze nei settori cruciali quali: la sanità ed i servizi pubblici in genere ( trasporti, rifiuti, scuola, acqua).
Occorrerà un deciso cambio di passo e di atteggiamento politico-culturale da parte della classe politica locale, in particolar modo meridionale che oltre alla legittimazione democratica dovrà dimostrare senso etico, autorevolezza, credibilità, grandi capacità gestionali ed amministrative ed un senso del ruolo e della missione, per tagliare i ponti con il passato, abbastanza prossimo. In tempi di austerità, di federalismo fiscale, di razionalizzazione della spesa pubblica, di uso produttivo delle risorse pubbliche, gli amministratori locali dovranno dar prova di responsabilità e di rigore nello svolgimento di ruoli istituzionali. " Una rivoluzione copernicana", questo appare il messaggio che la politica europea nazionale e regionale ci consegna.
Occorre creare processi di sviluppo economico reale, strutturato, partendo dalle potenzialità espresse dai territori e dalle opportunità date dall'afflusso dei fondi nazionali e comunitari . Certo un brutto risveglio per quelli amministratori che appena appena l'altro ieri nelle nostre realtà comprensoriali hanno in maniera vergognosa, malgestito la vicenda rifiuti, che ancora oggi è avvertita come un'emergenza attualissima o la controversa vicenda della gestione dell'acqua. Per calarci nella nostra realtà cittadina, abbiamo una sequela di fatti amministrativi oggetto di seria e severa riflessione.
La gestione privatistica dei beni pubblici, ben rappresentata dalla sconcertante vicenda della biblioteca comunale legata alla grave denuncia operata dalla direttrice dott.ssa Amodeo o dalla concessione di Villa Cattolica per una cerimonia privata non prevista dal Regolamento, piuttosto che la gestione della famigerata delibera 155 che ci ha fornito l'ennesima conferma dell'avventatezza, della superficialità, della spregiudicatezza con la quale in questa consiliatura si sono affrontate le tematiche delicate del lavoro, dello sviluppo, del futuro, delle prospettive e delle speranze dei giovani. Ergersi a giudici e a moralistici, capiamo, è fin troppo facile, ma gli episodi che hanno caratterizzato questi anni della sindacatura Sciortino si ripetono ciclicamente, gettando sconforto tra i cittadini e discredito a chi amministra.
Non è edificante assistere a prevaricazioni e soverchierie tra funzionari e dirigenti comunali e tra assessori , a volte dello stesso partito.
Questo ci fa intuire che la realtà è più articolata e complessa di quanto possa apparire, che le responsabilità a volte non sono collettive e che le semplificazioni sono ingannevoli Emblematica appare, anche, l'atteggiamento ondivago tenuto sul Corso Umberto che partendo dallla variante progettuale ( che ne ha allargato la sede stradale eliminando il posteggio sotterraneo di P/zza Vittime della Mafia, facendo presagire una parziale apertura al traffico veicolare) ha dato seguito alla repentina decisione della chiusura totale, fortemente osteggiata dagli esercenti le attività commerciali del Corso.
Molti di quanti non hanno condiviso il percorso governativo di Pino Fricano e ne lamentavano le spigolature caratteriali e l'eccessivo accentramento , oggi ne rimpiangono, paradossalmente, il decisionismo legato alla politica del fare ed alla capacità di dirottare risorse economiche vitali per la Città ed utili a definire strategie di sviluppo di lungo periodo.
Gli anni della futura consiliatura 2011-2016, saranno per Bagheria anni di risanamento finanziario, di rientro da deficit di bilancio, di riorganizzazione di molti servizi pubblici ( le nuove riforme regionali sui rifiuti e sulla gestione dell'acqua, riportano il baricentro della responsabilità gestionali in capo ai Comuni) di riorganizzazione della macchina burocratica, di programmazione urbanistica, e di grandi opportunità legate alla gestione ed alla programmazione e progettazione di risorse comunitarie legate a settori che potranno delinearsi strategici per lo sviluppo della Città quali il turismo, l'ambiente, le attività artigianali e produttive , i l settore dei servizi e del terziario in genere.
Ma per gestire al meglio, occorrerà una classe politica lungimirante, capace, coesa, in grado di affrontare con onestà e chiarezza la fase critica del risanamento che richiederà sacrifici, rinunzie, grande predisposizione all' abnegazione ed altrettanta passione, creatività e soprattutto competenza nella fase di progettazione e programmazione del futuro della Città.
Oggi , ad onor del vero, di questi temi si sente parlare poco, ci si appassiona più ai nomi che intendono candidarsi allo scranno più alto di Palazzo Ugdulena.
A quelli citati nel numero scorso (il sindaco uscente; Biagio Sciortino, Vincenzo Lo Meo, Vittoria Casa, Gianfranco Ingrassia, Alessandra Jannì, Bartolo Di Salvo, Rosario Giammanco,) se sono aggiunti altri; tutti in ambito PDL: Mimmo Maggiore, Vincenzo Provino, Angelo Calì. Si rincorrono voci su aspirazioni ventilate, addirittura, dell'on. Gabriella Giammanco, che sanerebbe i contrasti all'interno del PDL, interpretando il ruolo di candidato unico.
Sicuramente. i candidati o aspiranti tali, non mancano, quelle che latitano sembrano essere le idee, i programmi e le posizioni politiche sulle questioni concrete che abbiamo cercato di analizzare in questo articolo. L'auspicio è che possa prevalere il senso di responsabilità ed i sentimenti legati all'orgoglio identitario e all'appartenenza comunitaria, in una visione dove i programmi e gli elementi qualitativi abbiano la meglio sulle ambizioni personalistiche e soprattutto sulle cricche familistiche, parentali ed affaristiche.
Occorre sicuramente una presa di coscienza collettiva della gravità del contingente momento storico-politico-economico, per le ragioni addotte in precedenza. La comunità bagherese, oggi, vive una crisi identitaria di valori e principi, che si riflette nell'incapacità di selezionare una classe dirigente a tutti i livelli, degna di tale nome e soprattutto incapace di trattenere, tra le giovani generazioni, le migliori risorse umane in un processo irreversibile di depauperamento di capitale intellettuale; sintomo e cartina al tornasole di crinale volto al declino.
Speriamo di risalire la china, attingendo ai valori delle radici della nostra tradizione contadina e mercantilistica che ci ponga nella possibilità di sfruttare le opportunità che anche i periodi di crisi concedono.
tratto dal numaro in edicola de L'Approfondimento