Pedofilia soltanto ? - di Tommaso Impellitteri

Pedofilia soltanto ? - di Tommaso Impellitteri

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"La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacoli principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere." Così diceva J.Ratzinger nel 1977. Sull'onda delle questioni attuali di pedofilia, celibato, sionismo, omosessualità non ci si può non chiedere: la Chiesa oggi, cosa sta testimoniando?

 

Scarsa coerenza in rapporto al Concilio vaticano II e più che scarsa coerenza circa i rapporti con le chiese evangeliche, con gli ebrei, con i musulmani, con i popoli colonizzati dell'America Latina, con la lotta all'AIDS in Africa e questioni varie (tipo preti sposati, sacerdozio alle donne ed altro), a cui fa anche riferimento nelle sue recenti lettere il teologo Hans Kung, non sono altrettanto ostacoli per una fede che possa dirsi matura?

 

Circa la pedofilia, le continue gaffe di alcuni prelati non possono che evidenziare un nervo scoperto.

Al di là dell'ambito medico o psichiatrico della sua catalogazione scientifica e restando perciò nel senso comune di pedofilia quale abuso sessuale esercitato da adulti sui minori, risulta palese quanto, a riguardo, la disapprovazione sociale (credenti e non credenti) sia profonda. Ed è certamente un positivo segnale del maturato rispetto della Persona, soprattutto di chi non può difendersi; tant'è che oggi si configura come reato.

Reato di violenza sessuale, senza alcuna differenza tra violenza carnale e atti di libidine, di cui molti propongono la non prescrizione se non altro per il forte messaggio che si vuole dare circa la sua gravità.

Il disorientamento, lo sconcerto, la disapprovazione e la condanna sono ancora più avvertite nel caso di pedofilia da parte di religiosi, quali pastori e guide oltre che credenti. Infatti, il sacrilegio per la profanazione della Persona quale Tempio di Dio, appare ed è un vero e proprio profondo tradimento della fede, compresa la fiducia degli altri.

E, come credente, vorrei tanto che la Chiesa non si sentisse perseguitata per questi fatti, ma per la difesa strenua, incessante, martellante e gridata dai tetti, di tutte le vittime, soprattutto bambini e adolescenti, soggetti ad ogni forma di violenza, prima fra tutte le guerre.

 

Non voglio condannare o difendere nessuno. Chi si è macchiato a vario titolo di tale reato, chiunque esso sia, ne paghi le conseguenze venendo sottoposto alle leggi; e ciò per una elementare ma necessaria giustizia umana nei confronti delle vittime, pur sapendo che al danno subito non si potrà in alcun modo rimediare, neanche con somme di denaro, così come avviene per altri gravi reati.

 

Non voglio entrare nel merito della relazione tra celibato e pedofilia, per il semplice motivo che pedofilo può esserlo anche chi celibe non è. E le violenze negli ambiti familiari lo attestano, senza entrare nel merito dei numeri, delle percentuali che, ancorché significative, possono distrarre dalla gravità dell'azione.

Così come non voglio asserire che il celibato non funziona e che tutti i preti si devono sposare obbligatoriamente. È sufficiente che il celibato ritorni ad una libera scelta, come lo è stato nel primo millennio del cristianesimo.

Il celibato non è stato, purtroppo, adeguatamente relazionato alla maggiore disponibilità di servizio che ne può e dovrebbe scaturire per i ‘fratelli'.

E, rendendolo obbligatorio, pur non essendo un ministero, è stato "vissuto" e "comunicato'"quasi come tale con pregiudizievoli risvolti di elitarismo, superiorità ...... al contrario del ‘dono per'. Conseguenza è stata, per come recepito dalla gente, un'attenzione pressante da parte della Chiesa sui temi coinvolgenti il sesso a scapito di ben altri contenuti evangelici quali la profezia, la povertà.

Da qui, forse, l'atteggiamento e/o la strumentalizzazione di certa media a tenere alta un'attenzione "pruriginosa" ..... sulla presunta inumanità del  celibato.

 

Noi tutti siamo indignati, gridiamo allo scandalo e chiediamo condanne per i casi di pedofilia, ed è giustissimo che sia così.

Ma gridiamo con altrettanta foga, operiamo con altrettanto impegno per denunciare e combattere le altre gravi forme di violenza su bambini e adolescenti? Questa insistente e ampia attenzione alla pedofilia di uomini di chiesa non rischia di essere, anche inconsciamente, un modo per scaricare su di loro le tensioni interne (in ciascuno di noi) causate da omissioni di reale difesa dei piccoli da altri pericoli che conosciamo, in fondo, molto bene?

 

La modernità con le sue tecnologie e il vivere di oggi, comprese vicende tipo la questione di Emergency (guerra in Afganistan con il suo 93% di vittime civili e di queste il 40% sono bambini!) e la lettera di G.Strada, inducono a tali interrogativi.

Infatti, come ci poniamo, chi allertiamo, cosa chiediamo ai nostri governanti, come ci organizziamo, cosa facciamo, soprattutto come genitori, nei confronti:

della pedopornografia, della pornografia così diffusa in tutte le forme (grafiche, informatiche via internet, video, films, tv);

della prostituzione minorile;

della tratta dei minori;

del turismo sessuale (tanto esercitato da italiani!);

dei bambini e le guerre (le industrie belliche sono le uniche in attivo e le spese militari lievitano a dismisura!);

dei milioni di bambini che muoiono per fame e per le malattie (che poiché ci ‘disturbano' non vogliamo mai vedere e far vedere, cambiando prontamente canale-tv);

di bambini e adolescenti e l'inumano e infernale traffico di organi;

dei bambini e la cultura della violenza (veicolata con i tanto amati videogames e films, paradossalmente usati da tanti genitori per ‘stare' con i propri piccoli!);

dei bambini dei quali viene rubato il futuro privandoli dell'istruzione;

dei bambini e del satanismo?

 

Vogliamo, pertanto, partire dai casi di pedofilia per occuparci anche di queste violenze, altrettanto se non talvolta più inumane?

 

Restando nell'ambito delle violenze sessuali, sarebbe importante sostenere quanti propongono come reato l'apologia della pedofilia e pedopornografia culturale.

Ciò permetterebbe di sanzionare chi vorrebbe far credere normale ciò che comunemente viene percepito come aberrante e colpire in questo modo tutte quelle associazioni che, su internet e per altre vie, vogliono difendere e legittimare i rapporti sessuali tra adulti e minori.

Il Presidente del Copercom (Coord. delle Ass.ni per le Comunicazioni)  ha, infatti, denunciato "la mancanza di programmi di informazione e prevenzione, indispensabili per un'efficace tutela dei minori e per contrastare l'abuso delle moderne tecnologie, in particolare Internet, quali veicoli di pornografia infantile. Ciò contribuirebbe allo sviluppo di una sana cultura finalizzata alla crescita e all'educazione dei minori."

 

La tutela a tutto tondo, costante e intelligente sia individualmente che comunitariamente, dei nostri minori, oltre l'antipedofilia, è ciò di cui ci si deve sempre preoccupare.