La nostra replica alla segretaria del Comune

La nostra replica alla segretaria del Comune

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E’ la seconda volta che ci capita di interloquire da queste pagine con un funzionario dell’Amministrazione comunale, ( la prima fu con la dr.ssa Marina Marino a proposito delle ormai famose e finte selezioni Urban)

e anche stavolta dobbiamo constatare che l’impressione che si ricava dalle risposte è sempre la stessa.

"Dove vai?" -chiediamo noi.
"Vendo pesci "- ci risponde il funzionario.  Insomma si parla d’altro.

E vediamo perché.
Sull’argomento pubblicità redditi di sindaco, assessori e consiglieri, abbiamo scritto tre pezzi: rispettivamente il 27 gennaio, il 4 e il 13 di Febbraio.
Adesso, leggendo la nota inviataci, ci siamo convinti che la dr.ssa Miceli non li abbia mai letti, ma che le siano stati sommariamente riferiti, o che siano stati malrecepiti.

E lo dimostriamo.
Quando poco dopo la metà di gennaio ci recammo personalmente dal segretario generale per attingere alcune informazioni circa l’argomento in oggetto, ci muoveva la necessità, niente affatto impellente, ma giornalisticamente valida, di informare i nostri lettori su alcuni elementi di curiosità che possono contenere le dichiarazioni reddituali degli amministratori, attingibili attraverso gli strumenti e le forme che la legge prevede.

Non volevamo né vogliamo farne un discorso politico, o di critica o di attacco qualunquista agli amministratori. Non sono questi i dati da cui si può partire per eventuali critiche di incapacità amministrativa.
Tutti quelli che hanno la ventura di leggere qualche giornale sanno che periodicamente vengono pubblicati, con notazioni di curiosità o di colore i redditi di deputati nazionali e regionali, e nel caso nostro anche i redditi dei consiglieri comunali di Palermo.
Solo adesso apprendiamo che l’informazione on line viene considerata dalla segreteria, inusuale. Vogliamo tranquillizzarla: siamo a tutti gli effetti un organo di informazione, registrato così come la legge prevede, nell’apposito Registro del Tribunale.
Andiamo al merito delle risposte, anzi delle non risposte, fornite dal massimo rappresentante della macchina amministrativa di Bagheria.
Al punto uno si fanno due affermazioni, la prima delle quali ci sembra una enormità: dunque a Bagheria sarebbe la prima volta, secondo la dr.ssa Miceli, che trova applicazione la legge N°128 del 15 /11/82.
Di questa affermazione se ne assume naturalmente tutta la responsabilità: occorrerà veder come la pensano i consiglieri e l’Assessorato agli Enti Locali, visto che la legge arriva a prevedere pr gli inadempienti addirittura la decadenza dal mandato.

La seconda affermazione, e cioè che i dati pubblicati sul sito siano quelli richiesti dalla legge N°128 del 15/11/1982, è campata in aria e non risponde assolutamente al vero.
Di quella legge, ad oggi 17 febbraio 2010, dalla amministrazione comunale di Bagheria ne viene calpestata la forma e la sostanza.
La legge prevede, e lo ripetiamo per la quarta volta (art.1),  che sindaco assessori e consiglieri facciano una dichiarazione concernente i diritti reali su beni mobilie immobili iscritti in pubblici registri; le azioni di società; le quote di partecipazioni a società; l’esercizio di funzioni di amministratore o di sindaco di società.
La legge prescrive, (sempre all'art.1),  inoltre che sindaco assessori e consiglieri presentino copia dell’ultima dichiarazione dei redditi soggetti all’imposta sulle persone fisiche.
Tali dichiarazioni debbono essere aggiornate ogni anno.
La legge inoltre (art.6) fa obbligo all’amministrazione di presentare un bollettino in cui vengano riportate le dichiarazioni circa gli immobili e i quadri riepilogativi della dichiarazione dei redditi, che riassumiamo, per comodità, alla dr.ssa Miceli:

Quadro A redditi dei terreni, quadro B redditi dei fabbricati, quadro C redditi di lavoro dipendenti e assimilati, quadro D altri redditi ( di capitale, da lavoro autonomo, redditi diversi).
Di questi quadri riepilogativi, gentile dr,ssa Miceli, ed è la quarta volta che lo scriviamo, non c’è alcuna traccia in quello che lei chiama bollettino pubblicato sul sito istituzionale del comune, che contiene semplicemente alcune generiche dichiarazioni di possesso di fabbricati e terreni senza ulteriore specificazione alcuna, relativa o al numero di vani dell’immobile, o alla superficie del terreno, o al reddito derivante dall’immobile.

La seconda parte della lettera si avventura in una dotta disquisione  sul “quisque de populo” che avrebbe titolo di accedere ai mod.730.

Ma la dr.ssa Miceli sfonda una porta aperta.
Nessuno mai, dr.ssa Miceli (e La invitiamo ancora una volta, a leggere quello che veramente scriviamo, come abbiamo fatto noi con la sua lettera), e in nessuna circostanza Le ha mai chiesto di poter prendere visione dei Mod.730, che possono contenere, e lo scrivemmo noi, e molto prima di Lei, dati sensibili.
Noi abbiamo fatto richiesta con una istanza formale, regolarmente protocollata il 3 febbraio 2010 al N° 8148, di prendere visione di quello che la legge a Lei impone di pubblicare, e che dà ai cittadini iscritti nelle liste elettorali il diritto di conoscere.

La richiamiamo, pertanto, a fare quanto a Lei, al sindaco, al presidente del consiglio prescrive e impone la legge, visto che ad oggi  non l’avete ancora fatto.

La legge originaria e le successive integrazioni, e lo ricordiamo anche a Lei, obbligano il Presidente dell’organo a informare il consiglio di inadempienze di eventuali componenti, obbligano il Sindaco a segnalare eventuali inadempienze degli assessori da lui nominati e obbligano Lei, dr.ssa Miceli, a segnalare eventuali inadempienze del sindaco, agli organi di controllo superiori.

Per quanto riguarda infine l’onore dell’appartenenza, noi siamo moderatamente orgogliosi di essere bagheresi; non abbiamo nessun senso di appartenenza però nei confronti delle amministrazioni che sono transeunti ed esprimono solo maggioranze politiche variabili, le cui idee, i cui programmi e il cui operare possono essere più o meno condivisibili.

Ed in ogni caso una amministrazione che continua in maniera così pervicace e furbesca a disattendere l’applicazione di una legge dello stato e della regione, come la chiamerebbe lei?

Pertanto, una volta tanto segua il nostro consiglio: lasci stare le "finche" e il “quisque de populo”, bensì applichi e faccia applicare la legge, perché come Lei  senz’altro saprà, neanche Luigi XIV era “legibus solutus”