Quel clima da "allegra brigata" che sta mettendo in ginocchio Bagheria

Quel clima da "allegra brigata" che sta mettendo in ginocchio Bagheria

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Abbiamo chiesto a Pino Fricano che è stato componente del C.R.U., il Consiglio Regionale per l'Urbanistica, l'organo tecnico dell'Assessorato regionale che approva i Piani regolatori, una opinione ragionata circa la recente e parziale approvazione degli stralci del P.R.G. di Bagheria.  Queste le sue considerazioni.

 A fine anno è stato pubblicato il decreto di “approvazione” del progetto di rielaborazione delle zone B2 e B3 stralciate, e del nuovo studio geologico ed agroforestale.
Abbiamo virgolettato la parola approvazione perché, in effetti, si tratta di parziale bocciatura: due delle quattro zone, per complessivi 250.000 mq., sono state bocciate perché la superficie dei servizi programmati (verde, parcheggi, scuole, etc.) è inferiore ai 9 mq. per abitante richiesti dalla normativa vigente.
A parte l’azzardo dei progettisti, che con un piccolo sforzo potevano mettersi al sicuro arrivando ai 9 mq. richiesti, il problema è sorto perché a vincoli decaduti non si poteva utilizzare l’eccedenza delle aree a servizi programmata per le zone C.
In passato abbiamo più volte denunziato l’irresponsabile ritardo per cui ancora oggi, a distanza di oltre due anni dalla presentazione, la delibera sulla riapposizione dei vincoli risulta ancora iscritta all’OdG del Consiglio e non adottata.
 

Se la delibera fosse stata adottata, anche le altre due zone si potevano salvare, sbloccando diversi lotti in cui poter realizzare quei piccoli cantieri oggi più che mai necessari per alleviare la grave crisi in cui si trova l’edilizia .
 

Avevamo precedentemente lamentato i ritardi e i tempi lunghi con cui Consiglio e Amministrazione avevano esaminato e trasmesso le osservazioni ( dal 25/9/06 all’11/7/08 ) prevedendo anche la figuraccia che avrebbero fatto quei consiglieri che, illudendo i cittadini su inesistenti poteri del Consiglio, si ostinano a non rispettare i pareri degli esperti negli esami degli atti proposti per l’adozione.
I fatti ci hanno dato ragione: tutte le osservazioni accolte dal Consiglio, con parere difforme degli uffici, sono state respinte dall’assessorato, alla fine si è potuto accogliere la maggior parte delle osservazione solo ricorrendo a quel principio di perequazione, tanto vituperato quando lo proponemmo in sede di presa d’atto, per il resto tutto quel discutere è servito solo ad aprire qualche inutile trattativa e far perdere tempo, come sta succedendo ancora con la delibera sulla riapposizione dei vincoli.
 

Con la riapposizione dei vincoli si può fra l’altro generalizzare quel principio perequativo, sperimentato con le zone stralciate, evitando lo scandalo di vecchi piani di lottizzazione riapprovati su sentenza del CGA mentre il TAR si ostina a bocciare quelli sottoposti al suo esame, estendendo per equanimità il principio anche ai Piani di Lottizzazione che non furono convenzionati.
Il decreto conferma le nostre preoccupazioni sul rischio di una paralisi nell’attuazione del piano delle opere pubbliche e quindi nell’utilizzo dei fondi comunitari, in quanto a vincoli decaduti i progetti non possono avere il visto di conformità urbanistica.
Chi semina vento raccoglie tempesta: questo clima da "allegra brigata", del “volemose bene”, della "superficialità" nell'amministrare, la sostanziale scomparsa dell’opposizione, per cui alla fine non c’è più nessuna distinzione tra chi amministra e chi controlla, sta procurando grande danno alla città.

In altri tempi, potete scommeterci,  la giunta non avrebbe certo aspettato più di due anni per chiedere il commissariamento di un Consiglio inadempiente.
A questo punto si comincia a comprendere perché il Dirigente dell’Urbanistica, dopo molti rinvii, ha deciso di rompere ogni indugio ed andare via: la situazione ormai era diventata intollerabile!
 

Per quanto riguarda l’approvazione dello studio geologico ed agricolo forestale, predisposti dalla precedente amministrazione (parere favorevole del Genio Civile del 4/8/05), và ricordato che il primo sblocca quelle aree precedentemente vincolate con le linee di faglia ed una parte delle zone sottoposte a caduta massi, il secondo ripristina il diritto edificatorio nelle aree di preparco e, con l’aggiornamento dell’uso del suolo, getta le fondamenta per riconsiderare quel vincolo paesistico forzatamente motivato con la difesa di “colture di pregio”.
Mentre la Soprintendenza si accinge ad approvare il Piano Paesistico esecutivo, confermando la sua impostazione, non mi pare ci sia stata alcuna iniziativa della nostra amministrazione (solo S. Flavia ha dato pubblicità alla cosa), se i “dilettanti allo sbaraglio” si decideranno a “battere un colpo” forse l’ultimo decreto, con tutti i sui limiti, può servire a rimettere in discussione il famigerato “vincolo”.

 

Pino Fricano, già componente del Consiglio Regionale per l'Urbanistica

Gennaio 2010