La vicenda della approvazione, in minima parte delle zone stralcio del Piano Regolatore generale, testimonia al di là di qualsiasi dubbio, di come i politici con i loro comportamenti omissivi riescano ad arrecare danni economici incalcolabili ai loro concittadini,
Siamo di fronte a dei dati oggettivi che nessuna giravolta dialettica e nessun azzeccagarbugli può mascherare. Un minimo di approfondimento delle vicenda della approvazione, solo in parte, delle zone stralcio, porta a questa sconcertante conclusione.
E’ vero che una delle tre zone stralcio, l'ambito detto "svincolo", la più ampia territorialmente, è stata approvata, e colà sarà possibile, ristrutturare, riqualificare, edificare in perfetta sintonia con la legge e le previsioni del P.R.G...
Ma anche se è vero che da sola l’area approvata rappresenta dal punto di vista della estensione territoriale i due terzi delle aree stralciate, va però rilevato che le aree libere in questo ambito sono praticamente esaurite, stante che i quartieri che vi insistono (Dietro Certosa, Mole, S. Antonio, ecc.) delimitati dalla Via Mole, Via Filippo Buttitta, Circonvallazione est, Via Serradifalco, e Via De Spuches, sono praticamente “saturi” di abitazioni.
Certo è importante che almeno questo stralcio sia stato approvato.
Con la stessa chiarezza però, va pure detto che le zone “bocciate”, che da un punto di vista della superficie erano estese forse meno di un terzo del totale di aree stralciate, in realtà vedevano proprio là allocate la grande parte di aree libere e potenzialmente edificatorie.
Ora senza voler fare gli ipocriti, sappiamo bene che attorno a queste opportunità di sviluppo edilizio, tante famiglie costruiscono le loro aspettative future di vita: costruirsi una casa o ristrutturarla, fare un investimento per la loro vecchiaia, vendere o acquistare un lotto di terreno, mettere in campo un investimento e una attività economica; insomma tutto quel corteo di aspettative economiche e sociali, in questo caso assolutamente legittime messe in moto dal mercato delle aree.
Senza voler parlare dell'indotto, che va dai tecnici progettisti alle imprese artigiane esecutrici di lavori.
Ebbene centinaia, forse migliaia di bagheresi si dovranno rassegnare: nell’ambito detto "Palagonia" delimitato dalle vie Via del Cavaliere, Via Mattarella e Via Papa Giovanni e Via Roccaforte, cioè nelle cosiddette Zone B2, e nelle zone B3, a grandi linee a sinistra a destra della provinciale per Baucina subito dopo lo svincolo autostradale, nessuna attività edilizia sarà possibile per i prossimi anni, sino a quando, cioè, non si sarà proceduto alla Revisione generale del Piano Regolatore.
Ora chi ha un minimo di conoscenza di queste cose, e i bagheresi ce l’hanno, sa che occorreranno anni, cinque, otto, dieci, chi lo sa? Prima che si torni ad avere una destinazione definitiva e legittima di questi stralci oggi bocciati dall’Assessorato regionale al Territorio e all’ambiente.
Perché è accaduto tutto questo?
E’ molto semplice: nel giugno del 2007 erano scaduti i vincoli per le aree destinate agli espropri per motivi di pubblica utilità del P.R.G. approvato con decreto del 2002.
Occorreva riapporre tempestivamente i vincoli su queste aree: sarebbe bastata, a dire dei tecnici, una deliberazione del consiglio in cui sic et simpliciter si riproponevano sul territorio i vincoli che valevano in precedenza, e tutto si sarebbe messo a posto.
Lo sollecitava l’U.D.C. allora all’opposizione, lo sollecitava il centrodestra. Però duole ricordarlo la maggioranza di allora fece, chissà perché, orecchie da mercante.
Non solo, ma dal Settembre dell’anno 2009 l’U.D.C. entrò in giunta, ma, guarda caso, e chissà perché, si scordò di questa battaglia (e se vogliamo essere sinceri anche di altre), che aveva fatto sino a qualche mese prima.
Ora noi come collettività paghiamo, ed anche profumatamente i politici; non dimentichiamoci che il costo delle indennità di sindaco, assessori e consiglieri, solo a Bagheria, è di oltre 800.000 euro l’anno, che per cinque anni fa 4.000.000 di Euro, che è una cifra niente male.
Dovrebbero garantire questi consiglieri in generale, e la maggioranza che amministra in maniera più specifica, il funzionamento dei servizi, dovrebbero attivare investimenti, dovrebbero provvedere a garantire il futuro per noi e per i nostri figli.
In realtà, per le loro piccole beghe di potere e di sottopotere, sono stati capaci di far passare due anni e mezzo senza votare un atto semplice, doveroso e necessario per tutelare gli interessi dei cittadini.
Il guaio vero è che torneranno l’anno prossimo: a parlare di bene comune, di interessi della comunità, di impegno a risolvere i problemi.
Ed ancora una volta ci prenderanno per i fondelli.
O stavolta no?