Metropoli est: no alla vendita dei beni confiscati alla mafia

Metropoli est: no alla vendita dei beni confiscati alla mafia

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“Consentire la vendita dei beni confiscati alla mafia rischia di alimentare la criminalità nelle cui mani potrebbe ritornare quanto precedentemente sequestrato”.
I vertici del consorzio intercomunale ‘Metropoli est’, condividono le preoccupazione precedentemente espresse dalle associazioni Libera, Avviso Pubblico e Arci.

Sulla stessa lunghezza d'onda l'Associazione antiracket e anitiusura
“ Bisogna trovare modalità che sostengano e facilitino la trasformazione dei beni confiscati in segni tangibili di legalità e giustizia. – sottolinea il responsabile dell’ufficio legalità del consorzio - In una realtà com’è quella del bagherese , dove sono concentrati la gran parte dei beni confiscati e dove ogni giorno si registrano sequestri e espropri di enorme entità, sia in termini economici che di valore simbolico – continua – il corretto utilizzo dei beni sequestrati rappresenterebbe un elemento di svolta per lo sviluppo dell’economia e quindi per la riqualificazione del comprensorio”.

 

Ed ancora Totò Camilleri

“Abbiamo trasmesso ai sindaci ed ai presidenti dei consigli dei 15 comuni che fanno capo al consorzio Metropoli ( Bagheria, Altavilla, Baucina, Casteldaccia, Ciminna, Ficarazzi, Marineo, Misilmeri, Santa Flavia, Trabia, Ventimiglia di Sicilia, Villabate, Villafrati, Godrano, Bolognetta) – sottolinea il presidente Salvatore Camilleri - l’ordine del giorno elaborato dalle associazioni per sensibilizzare il parlamento nazionale ad attivarsi per la modifica del testo già approvato dal Senato. Organizzeremo una grande assemblea pubblica – conclude Camilleri - per affrontare questo importante tema, decisivo per il riscatto del nostro territorio”.

 

Ecco l'o.d.g. proposto dalle Associazioni ai comuni

 

ORDINE DEL GIORNO

IL CONSIGLIO COMUNALE

VISTA la legge 7 marzo 1996, n. 109, ”Disposizioni in materia di gestione di beni sequestrati o confiscati” e l’Articolo 2-undecies – Comma 2 della Legge 575/65 in materia di “Disposizioni contro la mafia”, che escludono la possibilità di vendita dei beni confiscati prevedendone l’esclusivo utilizzo a fini sociali direttamente da parte dello Stato o di soggetti del terzo settore;
VISTA la proposta di modifica n. 2.3000 testo 3 al DDL 1790 per la finanziaria 2010, approvato dal Senato il 13 novembre 2009;
VISTO, in particolare, l’Articolo 2, comma 18-sexiesvicies, che prevede l’introduzione della possibilità di vendita dei beni confiscati alle mafie;
VISTO l’elevato rischio che in tutti i territori ad alta infiltrazione mafiosa la vendita di un bene confiscato possa significare una nuova possibilità di acquisto da parte dei procedenti proprietari mafiosi;
VISTA la necessità di incrementare gli sforzi nella lotta alla criminalità organizzata e alle mafie che operano nel territorio del nostro paese;
VISTA l’importanza di sottrarre in maniera definitiva e certa alle organizzazioni criminali gli ingenti patrimoni accumulati grazie alle attività illecite;
ESPRIME la propria preoccupazione per l’introduzione di tale norma, che diventerebbe fonte di assoluta incertezza nell’utilizzo dei beni confiscati ed essere quindi un elemento di indebolimento nella lotta alla criminalità organizzata;
CONDIVIDE la richiesta dell’associazione Libera, di Avviso Pubblico, dell’Arci e dei famigliari delle vittime delle mafie di normative efficaci e scelte concrete, capaci di potenziare l’attività di coloro che quotidianamente sono impegnati nella lotta alle mafie.
ESPRIME quindi il proprio auspicio perché il Parlamento sappia trovare le modalità con cui sostenere e facilitare la trasformazione dei beni confiscati in segni tangibili di legalità e giustizia, come sta avvenendo faticosamente oggi, grazie all’applicazione della legge 109/96;
CHIEDE al Parlamento e, in particolare, alla Camera dei Deputati di ritirare il suddetto emendamento, che verrebbe a compromettere in maniera rilevante e irreparabile l’impianto legislativo di contrasto alla mafia che ha nella confisca dei beni, nella loro inalienabilità e nel loro utilizzo per finalità sociali uno degli strumenti più efficaci di lotta alla criminalità organizzata;
CHIEDE, altresì, di potenziare l’applicazione della legge 109/96, istituendo l’agenzia per i beni confiscati;
CHIEDE al Presidente del Consiglio Comunale di trasmettere il testo dell’Ordine del Giorno approvato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera e al Presidente del Consiglio dei Ministri.