Se questa protesta dovesse avere un’anima sarebbe un’anima al femminile. Sono loro, le donne, con i piccoli nelle carrozzine o attaccati al collo, che stanno tra i loro uomini, che parlano, che li difendono, che alzano la voce, che interloquiscono con carabinieri e autorità marittime, con politici.
Sono loro che si districano con grande competenza tra “palangari” e “ferrettare”, strascico e quote tonno, e parlano del mare e della pesca come se fossero loro a stare sulle barche.
Forse lo sono, abituate a vivere nella trepidazione e talvolta nella paura, al pensiero dei loro uomini in balìa dei “colpi di mare”: ed è per questo forse che sanno così tanto di mare e di pesca, perché parlano molto spesso con i loro mariti o compagni, abbronzati già da pochi giorni di sole, della vita del mare.
E sono loro ad avere deciso stavolta che la misura è colma, che non se ne può più e che bisogna reagire.
Le abbiamo sempre viste in prima fila sin dall’inizio della protesta, al consiglio straordinario di un paio di settimane fa, alla manifestazione autoconvocata di sabato, stamattina a urlare la loro rabbia davanti alla Prefettura, al raduno spontaneo di questo martedì sera al Trizzanò.
Ed è strano vedere in una giornata di bonaccia come questa, le barche alle banchine e i pescatori a terra; per questo possiamo dire che con la protesta che stanno attuando stanno già pagando un prezzo molto alto.
Ma andiamo agli aggiornamenti della cronaca: nella mattinata di martedì 12, mentre i pescatori manifestavano davanti alla Prefettura, c’è stato il previsto incontro di una delegazione di pescatori guidata dal sindaco di Santa Flavia Antonio Napoli, presente anche il sindaco di Ustica, con il comandante della Capitaneria di porto di Palermo, ammiraglio Lavaggi, che si è fatto assistere dal direttore generale regionale della pesca, Gianmaria Sparma.
A conclusione dell’incontro si è deciso di elaborare un documento per l’interpretazione autentica di alcune norme relative alle “ferrettare”, alle reti a strascico, alle distanza sino a cui si possono praticare alcuni “”mestieri” di pesca. Sono questioni squisitamente tecniche sulle quali esistono difformi interpretazioni, e questo documento verrà sottoposto nella manifestazione di giovedì a Roma, al dottor G.Abbate, direttore generale della pesca del Ministero.
L’altra grossa questione è quella dei cosiddetti “grandi pelagici”, vale a dire la pesca di tonni , alalunghe e pescespada.
La notte scorsa il mercato ittico non ha operato, perché presidiato dai manifestanti.
Questa notte si replica, però il sindaco Antonio Napoli , per evitare malintesi tra pescatori e “rigattieri” e commercianti ha deciso di emanare una ordinanza per tenere chiuso il mercato.
Giovedì la prevista manifestazione a Roma, dalla quale i pescatori si aspettano molto: ci saranno anche tutte le marinerie della costa tirrenica di Sicilia e Calabria da Cefalù a Termini, da Terrasini a Castellammare, da Bagnara Calabra a Ponza
L'ultima notazione sul sindaco Antonio Napoli: qualunque opinione si possa avere di lui, occorre riconoscere e dargli atto, che in questa circostanza si sta veramente rivelando il primo cittadino di questa comunità: sempre in mezzo ai pescatori, o alla loro testa, è lui che indirizza , che media, e che assieme ai rappresentanti dei pescatori, Ciccio Zizzo in particolare, si sta muovendo con grande competenza, autorevolezza ed equilibrio, rappresentando un vero punto di riferimento per tutti. A Cesare quel che è di Cesare.