Laura, quel volo Wind Jet "IV243" lo conosce bene, perché lo prende quasi tutte le settimane: dopo la laurea in scienze politiche, il lavoro, come ormai tantissimi giovani baarioti, ce l'ha a Roma alla Johnson e Johnson.
Laura Di Bernardo, bagherese, 28 anni, è figlia di un noto professionista in città, il professore Cristoforo Di Bernardo, chirurgo e docente universitario.
Abbiamo raccolto la sua testimonianza sulla bruttissima avventura vissuta ieri sera all'aeroporto di Palermo, a bordo dell'Airbus 330 della Wind Jet.
"Il volo era stato abbastanza normale, con frequenti turbolenze, ma niente di chè- inizia il suo racconto Laura- intorno alle 19.40 l'annuncio canonico, rassicurante e categorico:" Il comandante informa che fra venti minuti atterreremo all'aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo".
"Io ero seduta in quarta fila. Prendo spessissimo l' aereo, ed anche se pioveva, nessuna particolare apprensione. Dopo una decina di minuti dall'annuncio dell'atterraggio però, all'improvviso un urto violento, un botto fortissimo.
"I passeggeri- prosegue Laura- percepiamo che la velocità non è quella di un normale atterraggio: è come se l'aereo andasse più forte di quanto avrebbe dovuto in quella fase. La sensazione è come si sia schiantato il carrello o che l'aereo si atterrato prima della pista vera e propria. Vanno via le luci, si aprono le cappelliere, bagagli a mano che volano ovunque, (io prendo una botta in testa), qualche sedile si schioda dall'alloggiamento, fumo nella cabina, scendono automaticamente le maschere dell'ossigeno, la gente che urla "rallenta, rallenta", insomma momenti di paura vera"
Laura fa una pausa, poi aggiunge , come se riflettesse a voce alta:
"E in quel minuto durato una eternità, c'è il tempo per pensare che l'aereo possa spezzarsi in due tronconi, e che tutto possa finire lì; poi per fortuna si è fermato, dopo essere scivolato sulla "pancia" per qualche centinaio di metri."
Per fortuna il lieto fine.
"Si aprono gli scivoli d'emergenza, quelli delle file anteriori e centrali scendiamo da lì, quelli in coda saltano direttamente dal velivolo a terra, e tutti cerchiamo di allontanarci il più rapidamente possibile dall'aereo.
"Ci ritroviamo in una zona di pista completamente al buio, e per ritrovare delle luci di riferimento dobbiamo camminare sotto l'acqua per una decina di minuti. Ed è qua che ci raggiunge un''ambulanza."
"Io assieme ad un'altra decina di persone, che avevamo subito qualche danno fisico, saliamo sù, e quà dopo la tragedia sfiorata, si sfiora il ridicolo; l'autista, al buio e sotto la pioggia, non si raccapezza più sul percorso da fare, attraverso le piste, per tornare allo scalo."
"Si perde altro tempo. Solo intorno alle 23 potrò ritirare il mio bagaglio, e, accompagnata da mio marito, vado al Policlinico per una radiografia di controllo. Per fortuna niente di particolare. Solo tanta paura"
E lunedì ?
Laura sorride: "Lunedì mattino sarò di nuovo in volo, e cos'altro potrei fare"?