Sono sette pagine di un documento durissimo e circostanziato che demolisce e fa giustizia del tanto decantato Piano di zona del Distretto sociosanitario D39 e di cui in conclusione si chiede:
Parlano il linguaggio della chiarezza e della forza della verità, di chi ogni giorno incontra e si scontra con la dura realtà del bisogno.
In primis viene richiamata la volontà di collaborazione della Caritas con l'ante pubblico, che ha per tempo segnalato alle amministrazioni "la gravità della crisi economica e sociale endemica e le difficoltà che si sono aggravate per tante famiglie"
Ci si aspettava -continua il documento- che il paino di zona offrisse una qualche risposta a queste attese, di controinvece "il Piano non fa fronte ai problemi delle frange più emarginate del nostro territorio".
E poi si contesta l'approccio globale alle questioni " Non si può pensare che nel nostro territorio i problemi siano solo d ordine psicologico o relazionale senza tenere conto che la maggior parte delle famiglie che accedono ai servizi sociali hanno rilevanti problemi di ordine economico e di integrazione sociale.
Quindi il primo affondo: "da evidenti calcoli risulta infatti che della somma totale di 3.400.000 euro destinata al Piano sociosanitario di zona del Distretto D39 ( Bagheria, Altavilla, Casteldaccia, Ficarazzi, Santa Flavia), ben 2.264.000 euro, ovvero il 70 % delle somme sarà utilizzato per la retribuzione di N° 74 risorse umane in convenzione e di 8 figure professionali interne ai comuni.
E così si prosegue: "Non possiamo non confrontare questa cifra con quanto invece è destinato, per esempio, al contrasto alla povertà nel triennio: sostegno a 450 persone, nei cinque comuni del Distretto, per 3 anni, per un totale di 956.814 euro che permetteranno un inserimento in attività lavorative remunerate a 150 persone l'anno.
Per Bagheria, città di 56.000 abitanti, si avrebbe l'inserimento in attività lavorative di circa 90 persone l'anno e per solo tre mesi.
Ed arriva la stoccata:
"Con la scelta di 74 figure professionali per un Piano di zona che ha scopi nel suo insieme di sostegno alla famiglia, non pare si realizza lo spirito della legge, perché più che venire incontro al disagio sociale delle famiglie, si dà l'impressione che la preoccupazione sia di dare una qualche retribuzione ai giovani professionisti precari che premono per inserirsi nel mondo del lavoro".
Ma questo certo - precisa il documento- non può avvenire a scapito dei fondi della 328/2000. Più chiaro di così! Ed ancora: "Che nello sportello unico con una dotazione di 362.000 euro e 7 figure professionali si preveda addirittura un esperto in comunicazioni istituzionali che in tre anni avrebbe un "appannaggio" di 108.000 euro".
Ma non solo figure in convenzione esterna: si contesta altresì che "la spesa relativa al funzionamento dell'Ufficio Piano sia lievitata dai 24.000 euro del triennio 2004/2006 ai 120.000 del triennio 2007/2009, ai 180.000 del triennio 2010/2012," e "perché mai si chiede il documento le attività dell'Ufficio Piano non rientrano nei giorni e negli orari di ufficio invece di essere retribuiti come lavoro aggiuntivo" ?
Ma non solo: dulcis in fundo si denuncia, oltre a procedure discutibili e di scarsissima trasparenza nella selezione delle figure professionali, anche l'ostruzionismo per chi chiede documentazione su procedure adottate dall'Ufficio, per quelle associazioni che chiedono l'accesso agli atti e di conoscere i termini di alcune decisioni dell'ufficio Piano.
Vengono quindi elencate in maniera estremamente precisa e puntigliosa per le varie "azioni" oggetto dell'intervento la sproporzione macroscopiche tra risorse effettivamente destinate ai soggetti destinatari degli interventi rispetto a quelle destinate a chi quegli interventi dovrà operare. Ed è un rapporto che snatura e tradisce la lettera e lo spirito della legge.
Per finire con il fatto che le Associazioni impegnate ogni giorno nel sociale a Bagheria sono state, nella gestione del Piano, in maniera molto sbrigativa messe da parte.
E' un documento, crediamo, che tutti i bagheresi dovrebbero leggere e conoscere, per toccare con mano la distanza che separa la politica e certi politici dai bisogni quotidiani dei cittadini più deboli e indifesi ed è per questo che lo pubblichiamo integralmente.
Ora la parola all'assessore.