Attualità

Una polemica accompagna l'anniversario dell'uccisione di Peppino Impastato, avvenuto il 9 maggio del 1978, il parroco di Cinisi ha preferito non celebrare messa in ricordo di Peppino perchè i tempi non sono maturi. 

Non voglio entare in polemiche sterili contro la chiesa, sarebbe troppo facile e populista. Non so neanche quali sono le vere motivazioni che hanno indotto il presbitero a non celebrare messa, ma fa molto pensare la sua affermazione "i tempi non sono maturi". Dopo 34 anni dalla sua morte, dopo 20 anni dalle stragi che stravolsero la terra e il sangue dei siciliani, in effetti i tempi ancora non sembrano maturi. 

Non sembrano maturi per una rivoluzione culturale e sociale che ci faccia alzare la testa, che ci dia il coraggio di rifiutare ogni logica di oppressione e violenza, perchè questa è la mafia, in ogni tempo e in ogni luogo, non c'è la mafia, anzi i mafiosi di una volta sensibili e di animo nobile, veri uomini d'onore, e i mafiosi di oggi, quelli che non hanno più valori.

Ma quali valori può avere un mafioso? quale nobiltà d'animo può avere un uomo che uccide un altro uomo? Peppino Impastato evidentemente non era credente, magari pure anticlericale, ma era un uomo che credeva nelle Istituzioni e nell'uomo, a fianco per tutelare la dignità di ogni uomo e di ogni donna, un giovane impegnato nella politica, candidandosi nel suo comune a consigliere comunale, un giovane che con la sua radio sbeffeggiava i mafiosi, li sminuiva e quindi li colpiva nel loro onore, perchè la mafia si fonda sul potere riconosciuto.

altNon è più tempo di avere vittime di mafia cattolici o comunisti, missini o democristiani, un uomo ucciso dalla mafia appartiene a tutti, è il fallimento della nostra democrazia, è la sconfitta di tutti noi cittadini.

I Tempi, caro parroco di Cinisi, ha ragione non sono ancora maturi, se ancora facciamo queste distinzioni, se ancora partecipiamo a manifestazioni di parte, se ancora ci sono vittime di serie A e di serie B.

Però, caro don, sia chiaro, chi è mafioso o giustifica la mafia è contro il Vangelo e quindi fuori dalla comunione della chiesa.

Peppino Impastano non sarà stato credente, mi piace però immaginarlo a discutere e fare un programma radiofonico in cielo con Don Puglisi e sintirgli gridare non più che "la mafia è una montagna di merda", ma "mafiosi convertitevi perchè anche per voi ci può essere la salvezza"

                                                                   

Emanuele Tornatore

 

nella foto di copertina la chiesa madre di Cinisi (Pa), foto in basso a destra Peppino Impastato

Il Progetto per l’Attuazione dell’Accordo di Programma Quadro APQ – della Regione Sicilia, “Giovani in rete per un nuovo protagonismo”, pone al centro della propria azione i giovani, come soggetti attivi nel contesto in cui vivono, e predispone degli interventi diversificati sul territorio per favorire il loro inserimento sociale, ambientale e territoriale. Nell’ambito del progetto APQ , il Liceo Classico “F. Scaduto”, l’Ipia “D’Acquisto” di Bagheria e il Liceo Scientifico “Palmeri” di Termini Imerese , soggetti promotori del Progetto APQ, con le Associazioni New Graphic, CE.S.P.E.S, Visionart, Genitori insieme per…, Sostegno Docet C.R.S., avviano laboratori gratuiti di cinema e sport, con gli obiettivi della promozione e la valorizzazione della creatività personale e della conoscenza del territorio, attraverso l’acquisizione della padronanza dei nuovi mezzi di comunicazione e della cinematografia che verranno utilizzati per raccontare la nostra realtà umana e sociale .

Il progetto è rivolto a tutti i giovani e gli adulti del territorio, nonché ai genitori degli studenti partecipanti.

Fra le tracce dei laboratori, da realizzare con l’integrazione tra giovani e genitori e diversamente abili: racconto per immagini; documentazione dei problemi sociali con il cinema; il cinema e lo sport .
Le attività e i Gruppi di lavoro permetteranno a tutti di esprimere le proprie capacità, secondo gli interessi di ognuno: dalla recitazione alla scrittura, dalla fotografia al cinema, dal reportage alla videoproduzione, con l’ausilio di artisti, esperti, docenti, operatori del settore.

La capacità di esprimersi con i nuovi linguaggi della comunicazione è fondamentale per conoscere meglio se stessi ed avere anche relazioni con gli altri, in quanto i mezzi espressivi del cinema e le attività sportive esigono lavoro di gruppo e idee condivise.

I partecipanti potranno scegliere fra i laboratori a loro più congeniali in base alle loro capacità o aspettative. I Laboratori avranno una cadenza settimanale e pomeridiana nella prima fase poi si potrà concordare anche una diversa collocazione e cadenza.

Pertanto si prevedono:
Costituzione di una redazione-troupe APQ productions/Tv di strada che dia informazioni e servizi in video per il territorio, con un Laboratorio di Tecnica del Cinema dove si acquisiranno competenze relative all’uso della videocamera, alla registrazione del suono, al giornalismo televisivo con riprese di eventi, interviste, inchieste, reportage per un totale di circa 150 ore di cui almeno 50 dedicate alla Tecnica del Cinema.
Creazione di cortometraggi che raccontino le nostre storie con Laboratorio di sceneggiatura e recitazione , per un totale di circa 120 ore, di cui circa 80 dedicate alla realizzazione dei video e dei corti, attraverso un Laboratorio di postproduzione semiprofessionale;

Realizzazione di eventi cinematografici : proiezioni/cineforum/animazioni/installazioni itineranti nei quartieri della città sui temi del progetto

E’ previsto il riconoscimento di crediti per gli studenti che frequentano il triennio conclusivo della scuola secondaria di II grado. Al termine delle attività sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Gli interessati potranno far pervenire la propria adesione richiedendo e compilando i moduli di partecipazione recandosi entro il 12/05/2012:
presso il Liceo Classico (alla vice preside prof. Olimpia Puleo o al prof. Domenico Aiello del Liceo Classico e/o nella portineria della succursale di via Dante 47
presso l’IPIA ( al prof. La Mantia o nella portineria della sede di via Consolare

Resp. Comunicazione APQ
Viviana Lamesta 

Il consigliere provinciale Bartolo Di Salvo ha aperto il suo intervento con una citazione tratta da “Diario Notturno” di Ennio Flaiano.

Anche io voglio iniziare la mia risposta con una citazione adeguata al nostro caso.

Traggo dal diritto romano il principio: "Summum ius, summa iniura”, non c’è nulla di più ingiusto che trattare in modo uguale ciò che non è uguale.

E’ ovvio che sarebbe auspicabile venire, indistintamente, incontro alle esigenze dei ragazzi disabili e delle loro famiglie a prescindere dal reddito.

Ma è evidente che questo oggi non è più possibile perché i tagli alle risorse e la loro assoluta limitatezza è determinata da cause che non dipendono dall’Ente Locale.

Nell’intervista, da me rilasciata, ai media intendevo sottolineare che in una situazione di gravissima emergenza economica è necessario compiere delle scelte utilizzando criteri di equità.

In questi casi l’equità vuole che, per ragioni sociali e economiche, si aiuti il più debole tra i deboli.

Per questo sono convinto che quando è necessario bisogna introdurre dei criteri che permettano di intervenire, laddove la sofferenza è maggiore.

E’ questo il compito di colui che amministra.

Individuare con precisione le posizioni e i bisogni di tutti e dare ad ognuno quanto è opportuno e giusto.

Così almeno la pensavano i nostri padri latini.

E’ assolutamente inaccettabile la definizione del consigliere Di Salvo di “uomo piccolino” che palesemente denuncia la volontà di aprire una polemica immotivata e pretestuosa.

Non si accorge, infatti, Di Salvo di quanto illogica sia la sua descrizione delle problematiche devastanti che la presenza di un disabile provoca in una famiglia, qualunque essa sia: sia del Re che dell’ultimo dei servi della gleba.

Ciò significa che si deve erogare a tutti lo stesso servizio?

Il sottoscritto docente di sostegno da moltissimi anni è impegnato attraverso un’associazione per l’integrazione dei ragazzi disabili anche nel mondo del lavoro, e vive quotidianamente le problematiche che affrontano i disabili e le loro famiglie.

Il mio impegno non nasce oggi, e pertanto la ricerca di una soluzione al problema sarà ancora più forte.

P.S. Mi aspetto proposte costruttive e non offese gratuite che rischiano di delineare la personalità di chi le fa e non di chi le riceve.

Assessore pro – tempore alle Politiche Sociali del Comune di Bagheria
Prof. Sergio Martorana

 

Circa il problema del randagismo a Bagheria, con riferimento al servizio giornalistico trasmesso a Striscia, ritengo potevano essere sottolineati con più forte incisività due aspetti:

da un lato, come il dott. G. Mattei, con la sua Associazione, si sia fatto ‘onorabilmente’ carico della gestione in grandissima parte anche economica di un tale indispensabile servizio, con ovvii debiti da onorare e conseguente impossibilità di continuare se non col finanziamento del Comune;

dall’altra parte, come nulla sia stato portato avanti, in particolare e a partire dalla passata Amministrazione, per sistemare adeguatamente questa questione di pubblico interesse, malgrado lo stesso Comune avesse individuato in un bene confiscato e consegnato (a Bagheria) nel 2004 (come da scheda n.12 nel sito del Comune alla voce Gestione Beni Confiscati), il luogo per un canile, appunto, comunale.

Certo, vi sono problemi giudiziali in corso, trattandosi di terreni e immobili a proprietà indivise.

Ciò, però, non avrebbe dovuto e non deve escludere che non si verifichino, trattandone pubblicamente e nelle sedi opportune, altre possibilità tra i molti altri terreni confiscati.

Sicuro che l’unica cosa che si riesce a fare è quella di predisporsi a impegnare (sprecare?) soldi pubblici, in questo caso per cercare il terreno, e chissà... non pestare.... calli?

Tornando al servizio televisivo, ciò che a mio avviso è mancato è stato un esplicito riferimento- e il sindaco avrebbe potuto e con una certa positiva ricaduta …!- ai beni confiscati, se non altro con riferimento alla stessa scheda citata, e alle problematiche collegate.

Per una qualche riserva di prudenza ?
Probabilmente, anche se mi andrebbe di escluderlo, ritengo di sì: mafiosi e annessa questione dei beni confiscati non possono, legittimamente e in generale, non far temere chiunque per la propria incolumità e quella dei familiari.

Però, sarebbe auspicabile che da parte di tanti (compreso chi scrive), a qualsivoglia titolo, ma a maggior ragione da parte del Sindaco per la sua carica istituzionale, si possa sempre cogliere l’occasione per ‘gridare’ ai quattro venti quanto possa riguardare l’impegno per l’impiego dei beni confiscati.

Il Sindaco potrebbe (dovrebbe?) fare in maniera circostanziata un riferimento al bene confiscato sopra indicato e a quanto altro si sarà cercato di predisporre in alternativa al semplice ricorso …. al bando.

E, in aggiunta a questa “provocazione”, sarebbe auspicabile e significativo che già dalla prossima ricorrenza del 23 Maggio (strage Falcone), si mettesse in atto, come da qualche parte altre volte indicato, una procedura di periodica informazione pubblica, trasparente ed esauriente, su ciascuno dei beni confiscati nel contesto dell’intero patrimonio comunale, anch’esso da far ‘conoscere’ più dettagliatamente, perché di noi tutti bagheresi.

Tommaso Impellitteri
 

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