Attualità

Sarebbe superfluo ogni commento alla segnalazione e alla foto  inviataci dai lettori, ma qualcosa va detta: sappiamo che più o meno la gran parte delle strade di Bagheria è messa male, anzi malissimo. 

Ci sono 'scaffe' ovunque, e con l'occasione ve ne segnaliamo una particolarmente insidiosa perchè poco estesa  ma profonda, che di sera e quando piove inganna e si rischia di rimetterci i cerchioni, proprio davanti Centro Market all'incrocio tra via Dante e via ing. Giuseppe Bagnera.

Sappiamo pure che c'è in corso d'opera una gara d'appalto per tappare le buche più vistose. Però in certi casi si potrebbe ricorrere all'inventiva e alla fantasia, magari riempiendo il terrapieno di qualunque elemento solido, pietre, terriccio, sfabbricidi, sabbia, per potere se non eliminare, almeno ridurre il disagio.

La trincea in oggetto si trova all'incrocio tra via Certosa e via Borromini, un punto trafficatissimo perchè rappresenta uno degli accessi ad una quartiere densamente abitato ed  inoltre in quel punto c'è il doppio senso di circolazione.

Succede quindi che chi tende ad evitare la 'scaffa' si sposti sulla carreggiata opposta, mettendo le premesse per qualche incidente in particolare quando ci sono scooter o motorette.

E' troppo chiedere un intervento di assoluta emergenza per evitare qualche guaio?

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L’aggressione verbale subita dal direttore di Bagherianews – gesto assolutamente deprecabile – è uno dei frutti avvelenati del clima da stadio che si è creato intorno alla vicenda di Corso Umberto. 

Ho denunciato la sterilità - oltreché, come vediamo, la pericolosità - di questa contrapposizione che non aiuta certo a trovare una soluzione. Nel contributo da me inviato qualche giorno fa non intendevo certo aderire né alla curva nord né a quella sud, ma solo cercare di introdurre spunti di riflessione per un dialogo tra le parti.

Parliamo chiaro: i commercianti non sono né asini, né retrogradi. Investono, come tutti, nelle proprie attività, pagano spesso affitti altissimi, sbarcano il lunario esattamente come tutti, alcuni sono più bravi e altri meno, esattamente come accade in tutti i mestieri del mondo.

I bei negozi, con le loro vetrine, i bar e i Caffè storici, i ristoranti rinomati hanno spesso dato un volto alle città, non meno che i più celebri monumenti.

Le aree pedonali a volte sono sorte proprio laddove il fiorire di queste attività ne faceva sorgere la necessità per il benessere e la sicurezza dei cittadini, dei turisti ecc.

I centri storici pedonalizzati hanno una vivace vita notturna, vedono il fiorire di nuove attività, vi si aprono teatri e cinema, vi si trovano i ristoranti e i caffè più frequentati.

I commercianti bagheresi di Corso Umberto certamente sbagliano nell’attribuire la responsabilità della crisi - che investe l’intero sistema - alla chiusura del traffico automobilistico.

Sbagliano perché la causa va ricercata non in ciò che è stato fatto, ma nel come è stato fatto, e soprattutto in ciò che non è stato fatto. In che modo si è pensato di facilitare la mobilità dei cittadini verso il nuovo centro pedonale?

Si era parlato di navette elettriche che - con frequenze regolari - avrebbero permesso di lasciare a casa l’auto e spostarsi comodamente su Corso Umberto, senza problemi di parcheggio ecc. Nulla.

Incentivi per imparare a muoversi in bicicletta? Nulla, tranne la famigerata e inutile pista, che punta però verso Aspra.

Politiche annonarie per incrementare l’iniziativa giovanile per l’apertura di nuove attività sull’area pedonale? Non credo sia stato fatto nulla. Di notte, il nostro salotto cittadino è spettrale, prendiamone atto. La vita è altrove.

La sostenibilità non può essere un fiore all’occhiello (presto appassito) per la propaganda politica.

È una filosofia di vita, rimanda ad un cambiamento di valori, che richiede impegno e convinzione per poterla capire e realizzare. Si vince una battaglia di civiltà se si è convincenti, che è l’unico modo per vincere insieme.

Le iniziative in direzione della sedicente “sostenibilità”, portate avanti dalle amministrazioni bagheresi non solo non convincono, ma rivelano, in modo spesso drammatico, un vuoto di contenuti e di vera capacità innovativa. Lo ripeto ancora: si è solo lavorato sui simboli, si è fatta una strizzatina d’occhio agli ambientalisti (che hanno abboccato), producendo in realtà solo danno e sperpero di risorse pubbliche.

Nel corso degli ultimi dieci anni ho proposto al Comune di Bagheria due progetti di aree pedonali attrezzate.

Il primo progetto del 2003 è stato redatto in forma esecutiva e giace dimenticato tra gli scaffali della sezione Lavori Pubblici. Ci eravamo posti l’obiettivo di farlo costare pochissimo, facendo mille telefonate alla ricerca del giusto equilibrio tra qualità e costi. E ci eravamo riusciti. Non ne ho mai sentito più parlare, nessun consigliere comunale – ambientalista o meno – lo ha mai tirato fuori dalle paludi burocratiche per farne un obiettivo di azione civica.

Anche il secondo progetto andava nella direzione di quella micropedonalizzazione diffusa di cui avrò forse il piacere di raccontarvi in un prossimo intervento.

In chiusura, mi riservo un’ultima provocazione. Secondo me si continua a parlare a vanvera di turismo e di turisti. Scambiare qualche vagonata di turisti scaricata da un pulmann per visitare la villa dei mostri, per un indicatore economico di qualche rilevanza è pura demagogia.

Lasciamo dunque, almeno per il momento, il turismo ad altre località che hanno saputo meglio di noi gestire le proprie ricchezze ambientali e monumentali, e concentriamoci sul carattere residenziale della città che abbiamo creato.

I cittadini residenti hanno diritto ad una politica migliore, che innalzi lo standard di qualità della vita di tutti i giorni.

Senza eventi spettacolari e “centralisti”, simboli del nulla, ma con un serio e minuzioso lavoro su tutti i quartieri. Con l’ottimismo della volontà, credo che questo sia ancora possibile.
 

Più vigilanza e presenza del Comune a Monte Catalfano. E' quello che chiede a gran voce il Comitato civico “Adottiamo Monte Catalfano” al Sindaco di Bagheria. “Occorre che venga assicurata la presenza dei vigili nel parco ogni domenica pomeriggio e nelle festività – dice Fabio Vanella, uno dei promotori del comitato – Bisogna evitare che le gite domenicali trasformino l'area attrezzata in un immondezzaio. Stiamo cercando di sensibilizzare la gente al fatto che Monte Catalfano è un'area protetta, riconosciuta dall'Europa, e dobbiamo sforzarci tutti di proteggerla e di custodirla, se no presto non rimarrà niente”.

Al Comitato hanno già aderito decine di cittadini, che il sabato mattina si ritrovano ogni settimana a pulire l'area attrezzata. 

Dall'indomani della Pasquetta, decine sono stati i sacchi di immondizia raccolti per non parlare dei copertoni di camion, dei frigoriferi, dei televisori abbandonati e recuperati. Scoperta anche una piccola discarica abusiva di eternit, che nei prossimi giorni verrà segnalata alle autorità competenti.

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Due classi dell'Istituto d'arte ridipingeranno i giochi dei bambini, mentre un gruppo di papà ripristineranno le altalene e gli scivoli vandalizzati. Alcuni artigiani bagheresi si sono messi a disposizione per recuperare i servizi igienici in stato di abbandono.

"Il Comitato per autofinanziarsi ha deciso di realizzare magliette e cappellini con il logo dell'iniziativa – dice una mamma attivista – ma senza l'aiuto del Comune, tutto quello che stiamo facendo avrà vita breve. Bisogna custodire l'area attrezzata nelle giornate di massimo afflusso a cominciare dal 25 aprile e il 1° maggio e poi provvedere con urgenza ad affidare la gestione del parco ad una o più associazioni che lo mantengano e lo valorizzino. Da altre parti, il bosco può essere fonte di lavoro, perché non qui?”.

Intanto sabato mattina il Comitato incontra l'assessore provinciale Santi Bellomare, che è stato invitato alla pulizia settimanale del parco.

Sarà il modo per chiedere l'impegno di sbloccare i fondi disponibili a bonificare la ex discarica confiscata alla mafia, che sorge ai piedi del Monte, e lanciare un'idea per realizzare finalmente un centro di educazione ambientale all'interno del Parco.
 

Pensiamo di fare cosa utile per i nostri lettori con la pubblicazione, a partire da oggi, della prima parte dell'approfondimento dedicato alla TARES e curato dall'avv. Fara Pipia. La seconda (presupposti e struttura della tariffa) e la terza parte (adempimenti preliminari a carico dei comuni e conclusioni) verranno pubblicati nelle settimane successive. La Redazione di bagherianews.com).

TARES - 1 (aspetti generali)

E' difficile, di questi tempi, seguire l'evolversi (o involversi) della legislazione nazionale e regionale in alcuni settori per così dire “sensibili”. Un esempio è quello dei rifiuti, dove la confusione regna sovrana, con l'emanazione di provvedimenti rinviati, modificati o del tutto abrogati a distanza di pochi mesi.

Tralasciando la materia dei Consorzi e degli A.T.O., argomento particolarmente spinoso dove la schizofrenia legislativa (specie quella siciliana) ha raggiunto una delle sue massime espressioni, argomento particolarmente attuale, in questi giorni, è quello del Tributo Comunale sui Rifiuti e sui Servizi, la c.d. TARES, introdotto con un decreto-legge del 2011( il n. 201), ma già diverse volte modificato.

Il legislatore ha probabilmente voluto chiarire e migliorare alcuni aspetti della “vecchia” TIA (Tariffa di Igiene Ambientale) ma, già che c'era, ne ha approfittato per introdurre di fatto, e sotto mentite spoglie, una nuovo tributo.

La Tares infatti, a differenza della TARSU, si compone di due parti, una propriamente destinata a coprire i costi del servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti, l'altra a finanziare i cosiddetti servizi indivisibili dei Comuni (ad esempio per finanziare spese quali la manutenzione delle strade o delle fognature o l'illuminazione pubblica).

In particolare, oltre alla tassa prevista per la copertura del servizio di gestione dei rifiuti urbani, (copertura che dovrà necessariamente essere integrale e cioè derivare tutta dal tributo e non da altre voci di bilancio) è stata aggiunta un’imposta, pari a 30 centesimi per mq, (che i comuni possono elevare fino a 40) genericamente riferita appunto ai servizi indivisibili dei Comuni,

In generale, la nuova TARES, sia per effetto della componente aggiuntiva (30 o 40 cnt./mq) sia per il fatto che dovrà finanziare per intero il servizio RSU, comporterà un aumento stimato in almeno il 30% della vecchia TARSU o TIA, con un aggravio delle imposte a carico dei cittadini calcolato dalle associazioni di categoria in circa 2 miliardi di euro rispetto al previgente regime;

Inizialmente l'entrata in vigore del nuovo tributo era prevista a decorrere dal 1° gennaio 2013, ma a seguito di diversi interventi legislativi è stato posticipato al 1° luglio 2013.

Con l'ultimo decreto legge del 6 aprile scorso, a seguito delle pressioni esercitate da più parti, ma soprattutto dai Comuni, impreparati a gestire il nuovo tributo, il Governo ha deciso di rimandare ulteriormente il pagamento della nuova imposta alla fine dell'anno, apportando anche alcune modifiche alla disciplina.

Nel 2013, quindi, resta in piedi il meccanismo della Tarsu, per i 6.700 Comuni dove è in vigore, (compreso Bagheria) e della Tia, per i rimanenti 1.340, e i comuni potranno inviare ai contribuenti i modelli di pagamento precompilati già predisposti per il pagamento della TARSU o della TIA. I pagamenti di queste due rate verranno scomputati ai fini della determinazione dell’ultima rata dovuta, a titolo di TARES, per l’anno 2013.

Le prime due rate si pagheranno quindi nella stessa misura dell'anno precedente, mentre a fine anno dovrebbe arrivare una sorta di conguaglio finale per il pagamento del nuovo tributo, con la maggiorazione dei 30 centesimi previsti dalla legge.

Tale maggiorazione, per il 2013, non potrà superare la misura standard , ( i comuni quindi non potranno portarla a 40 cent.) e non andrà più nelle casse comunali, come inizialmente previsto nel d.l. 201/11, ma andrà versato direttamente allo Stato.

A fronte di questo maggiore introito lo Stato invece, sempre per il solo 2013, rinuncia alla riduzione dei propri trasferimenti a favore dei comuni, riduzione inizialmente prevista , sempre nel d.l. 201/11, per “compensare” il maggiore gettito derivante alle casse comunali dalla maggiorazione dei 30 centesimi.

Insomma, è sempre un tira e molla estenuante tra lo Stato, sempre più tirchio, e i Comuni, sempre più in rosso, su chi debba incassare i soldi dei cittadini, sempre più poveri.
Il recente decreto-legge, sempre per il solo 2013, ha altresì dato una maggiore libertà ai Comuni nelle modalità e nei tempi di riscossione.

Gli stessi, infatti, anche nelle more della regolamentazione comunale del nuovo tributo, possono determinare, con deliberazione pubblicata, anche sul sito web istituzionale, almeno trenta giorni prima della data di versamento, le scadenza e il numero delle rate di versamento.

I Comuni quindi, ed in parte anche i cittadini, possono tirare un piccolo sospiro di sollievo, sia pure momentaneo, perché la TARES nella sua struttura non è stata abrogata, e i problemi, per gli enti locali e per i cittadini, sono solo rinviati.

FARA  PIPIA

1 Puntata  Continua
 

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