Attualità

Python è un linguaggio di programmazione, utilizzato per lo sviluppo di applicazioni web e dispositivi mobili, per il calcolo scientifico e per il digital design.

La semplicità di utilizzo e la facilità d'apprendimento lo stanno rendendo uno dei linguaggi di programmazione più diffusi al mondo, Google ad esempio, lo utilizza largamente nello sviluppo dei suoi progetti.

L'associazione Next e lo studio Mirabilia (link: www.mirabiliaweb.net) , con l'intento di incentivare lo sviluppo tecnologico, scientifico ed economico della provincia di Palermo, stanno organizzando giorno 29, 30 e 31, presso lo sportello multifunzionale Anfe di Bagheria, il primo corso gratuito di Python per neofiti nella programmazione.

Il corso sarà tenuto dal bagherese Francesco Grigoli, che ha appreso Python durante la sua attività di ricerca presso l'Università di Potsdam in Germania, dove si occupa di geofisica e sviluppo software in ambito sismologico.

Riportiamo una dichiarazione che ci ha rilasciato Giuseppe Gallo di Next:
“Crediamo che lo sviluppo di competenze informatiche sia necessario per l'evoluzione economica di Bagheria e di tutta la provincia di Palermo, abbiamo pensato ad un corso rivolto a neofiti, che in 3 giorni verranno introdotti ad uno strumento facile e potente come Python.

Per motivi logistici il corso è aperto a soli 10 iscritti, che saranno selezionati in base alle motivazioni per cui vogliono apprendere questo linguaggio.

E' la prima volta che organizziamo un corso di programmazione, e speriamo di avere l'occasione di ripeterlo.

Ringraziamo i responsabili dello sportello Anfe di Bagheria per aver messo a disposizione i loro locali gratuitamente, Alberto Giglio che si è fatto in quattro per rendere possibile il corso, lo studio Mirabilia che si occupa della comunicazione, Francesco e gli altri soci di Next che cercano, a piccoli passi di creare nuove possibilità di crescita per la nostra terra.”
Per iscrizioni e/o maggiori informazione vi invitiamo a visitare la pagina: http://www.mirabiliaweb.net/comunicati/114-python-programmazione.html

Francesco Grigoli, note biografiche

Bagherese, si sposta a Pisa per studiare Geofisica durante il periodo universitario, ha rappresentato l'Italia, nel campionato mondiale di Geofisica (link:http://www.eageseg.org/index.php?aid=210 ) a Houston in Texas, terminati gli studi ha intrapreso la carriera scientifica, presso l'università di Amburgo prima e di Potsdam dopo.

Dal luglio 2013 ha iniziato il post-doc focalizzando i suoi interessi di ricerca sulle tecniche di imaging che fanno uso del rumore sismico.
 

Ospedale chiuso “per ferie” in Sicilia. Con una semplice comunicazione il “Rizzoli” di Bologna ha, infatti, deciso di chiudere per un mese il dipartimento ortopedico che gestisce nell’isola nei locali dell’Ospedale Villa Santa Teresa di Bagheria.

“Nella sua comunicazione al Servizio Sanitario Regionale - conferma Dino Fiorenza componente della Commissione Sanità all’ARS - il Dipartimento Rizzoli – Sicilia, annuncia la decisione di sospendere le attività dalla fine del turno pomeridiano del 27 luglio per riprenderle la mattina del 19 agosto. Su questa decisione è necessario che il Presidente della Regione e l’Assessore Borsellino prendano urgenti provvedimenti, anche con un’eventuale azione legale”.

“Le strutture in questione ricorda Fiorenza agiscono in convenzione con la Regione Siciliana e annualmente, tale convenzione, costa alle casse pubbliche circa due milioni di euro”.

Ho chiesto un immediato accertamento per verificare se la notizia risponda al vero – aggiunge Pippo Digiacomo presidente della commissione Sanità all’Ars -. Spero si tratti di un equivoco, uno spiacevole e imbarazzante equivoco rispetto al quale, comunque, i responsabili dovranno fornire spiegazioni”. “Sarebbe gravissimo concludese qualcuno pensasse di poter far chiudere una struttura ortopedica sostenuta con fondi pubblici”.

Dal Rizzoli di Bologna ribattono alle accuse:  'La struttura - replicano- non fa interventi in urgenza, non avendo un Pronto soccorso, ma solo programmati. Ad agosto la domanda subisce un calo fisiologico. Così anzichè mantenere un reparto semivuoto, si è scelto, come già l'anno scorso, di chiudere per un periodo limitato per garantire le dovute ferie.Una politica adottata anche nel polo di Bologna dove l'attività si riduce del 75%.'

Nel centrro di Bagheria lavorano un centinaio tra medici e infermieri. I posti letto sono oltre cinquanta con una lsita di attesa di 1800 pazienti.

 

Popolare nell'accezione più nobile e genuina del termine. C'è un quartiere ed una comunità, contrada Monaco e la comunità parrocchiale S.Giovanni Bosco, che mai come in questa dolorosa circostanza,  è stata così in sintonia, quasi in simbiosi, con la vita, gli umori e i sentimenti di questo quartiere.

La Chiesa di S.Giovanni Bosco, oggi stracolma di gente, è per tutti gli abitanti di contrada Monaco la seconda casa, e in certe drammatiche occasioni diventa la prima casa.

La casa del Padre, quella che riesce a darti non solo nutrimento materiale ma soprattutto affetto, vicinanza, consolazione e conforto.

Ed oggi c'è bisogno esclusivamente di queste cose.

E l'umanità dolente di contrada Monaco, che oggi popola la Chiesa oggi ne ha tanto bisogno, e non solo i familiari e gli amici di Ninni, come veniva affettuosamente chiamato Nicolò Grado, la cui vita terrena si è fermata sulla S.S. 113, proprio l'altro ieri, a pochissima distanza dal luogo orsono pochi mesi, ancora un altro figlio del popolo, Antonio D'Acquisto, un pescatore, un uomo per cui i sacrifici erano pane e companatico, aveva concluso il suo viaggio.

Di questa consolazione e conforto ne abbiamo bisogno un pò tutti , quando le vicende della vita ti portano a confrontarti con tragedie di questa natura e di questa portata.

E' un funerale per cui le parole che siamo abituati ad usare per descrivere il dolore e la morte suonano povere ed inadeguate: per rappresentare lo strazio della moglie Daniela,  sorretta e accarezzata per tutta la cerimonia dai familiari; per dare voce a  quel grumo di silenzio del cugino di Ninni che rimane ininterrottamente, durante tutta la cerimonia, abbracciato alla bara; per narrare  quel sentimento di dolore collettivo che traspare dai volti disfatti e ancora  increduli di uomini, donne e bambini.

E sono i tanti bambini, fatto inusuale per un funerale,  che alla fine stanchi e accaldati cominciano a sciamare per la Chiesa: fatto  è che al funerale sono presenti tutti i membri di parecchie famiglie e non avevano a chi lasciare i piccoli.

L'abbigliamento è quello di ogni giorno per uomini e donne: abiti di vita quotidiana intrisi di sacrifici e di lavoro, talvolta anche di stenti.

Da quando si è diffusa la notizia dell'incidente a Ninni, la vita del quartiere si è come fermata: Motoape e lapini, baracche e baracchini per la vendita di frutta e altro, attività precarie e di sopravvivenza si sono fermate:  riprenderanno dopo l 'ultimo, estremo abbraccio a Ninni.

Ed è la parola di Padre Francesco Stabile, che prova a scalfire la corazza dura del dolore, del silenzio e della disperazione, anche se  va rimarcato che la cerimonia è stata estremamente composta.

Comunita, quartiere, famiglia: è questo una delle idee belle e forti che sviluppa Padre Stabile nell'omelìa:  ed è il momento del Padre Nostro, quello emblematico di questo messaggio quando uomini, donne, bambini, che si conoscano o no, tenendosi per mano ribadiscono  questo principio e questa verità, di essere cioè, come dice l'officiante, tutti figli dello stesso Padre.

Poi il tema del lavoro: senza lavoro dice Padre Francesco Michele Stabile, mancando la certezza dell'oggi e del domani, nascono conseguenze che mettono a rischio la solidità delle famiglie; la precarietà provoca tentazioni, ma la forza sta nel non cedere, nel tentare come aveva fatto Ninni, di risorgere dopo la caduta.

Ed è questo uno dei temi più coraggiosi, che con la sua voce piana ma con le sue parole che sono colpi di scalpello sulla pietra, sviluppa Padre Stabile.

Il nostro quartiere, dice il sacerdote, più di altri conosce situazioni di grave degrado e disagio economico e sociale; ma lo sforzo che tutti assieme dobbiamo fare, aggiunge padre Stabile - è di fare un percorso di  resurrezione, di rinascita, di progresso: ed il povero Nicolò, che padre Francesco conosceva bene, che pure nella vita era stato in parte piegato, si era rimesso in carreggiata con i sacrifici, e sperava di potere costruire per lui e per la sua famiglia  qualcosa di più solido nel futuro.

Ed infine il problema che la morte di Ninni ha aperto: il dramma di una mamma che si ritrova all'improvviso senza reddito e con due figli da mantenere, uno dei quali ancora in ospedale ed in gravi condizioni di salute.

Le  saremo vicini come comunità, afferma con forza padre Stabile, ma tutti dovremo fare la nostra parte, (a partire dalle istituzioni aggiungiamo noi), e che, occorre dirlo, sono sate vicino alla famiglia sin dalle prime ore dopo il drammatico incidente.

Ed a ribadire con la sua presenza alla cerimonia funebre questo impegno a non dimenticare, c'è oggi  il vicesindaco Massimo Mineo.

Ma il problema che si è aperto con la improvvisa scomparsa di un capofamiglia, richiama anche le responsabilità della comunità più in generale, che dovrà testimoniare concretamente di essere tale, anche con gesti di generosità e altruismo.

Poi la benedizione finale e il lungo applauso di commiato dentro e fuori la Chiesa, ed il corteo che si avvia verso le strade di contrada Monaco per l'ultimo saluto e omaggio a Nicolò Grado.

Angelo Gargano

 

'Si fa la festa di Agosto in onore del Patriarca S.Giuseppe.....oppure no?

Questo interrogativo spesso, in questi giorni, mi è stato rivolto da tanti cittadini: fedeli e non. La domanda è una di quelle che, comunque rispondi ti addosssi giudizi di parte, così:

'Si fa la festa': Ma come, siamo sul lastrico, schiacciati da una crisi grave e preoccupante, non si hanno soldi e per la Festa si trovano

oppure...

'Non si fa la festa': ma come, era l'unica cosa che rimaneva per coltivare la speranza, un'occasione perduta per dare un pò di ossigeno all'economia...

Orbene, proprio per evitare polemiche, contrapposizioni, consapevoli della sssoluta (?) mancanza di fondi nelle casse comunali, nel maggio scorso, con una lettera pubblicata sugli organi di stampa del territorio, come su bagherianews, ho invitato quanti ancora nutrono speranza per la ripresa di Bagheria: istituzioni, forze sociali, culturali, economiche, ad istituire un 'Comitato senza etichette o colori di  specifica appartenenza', a programmare una festa 'a costo zero', cioè senza fondi pubblici, avvalendosi di un libero contributo, gestito esclusivamente dal suddetto Comitato, su un programma da concordare con il sottoscritto arciprete.

Fino ad oggi 15 luglio 2013, alla formale volontà di collaborare di collaborare non è seguito il positivo impegno di 'mettiri manu a sacchietta', per approntare un sia pur modesto programma.

Ripeto, questo era il nostro intento, non tanto per un incosciente capriccio festaiolo, bensì per sollevare questa città da un rassegnato appiattimento, da una scoraggiante assuefazione, da un immobilismo fatatlista.

L'ho detto sopra e lo ripeto, conosciamo la crisi e la sperimentiamo quotidianamente come Comunità parrocchiali: nella Caritas cittadina, nelle Caritas parrocchiali, anche grazie alla collaborazione di tanti volonatri.

Ma non accettiamo lezioni di solidarietà da nessuno, la devozione ai Santi è problema di scelta personale: tuttavia, celebrare la Festa del Santo Patrono di una città, che a stragrande maggioranza si professa cristiana e cattolica, riveste una valenza non solo religiosa, ma anche sociale e civile.

Si è vero, la Festa religiosa del Santo Patrono cade il 19 marzo; ma non dimentichiamo che la “Festa” di agosto al Santo Patrono è stata istituita con specifica delibera dall’ Amministrazione Comunale: per onorare il Patrono, promuovere le tradizioni della Città, accogliere il ritorno degli emigrati.

E’ stato glorioso il “Festino” a Bagheria, negli anni passati.

Peccato! Come siamo caduti in basso !!!
Il problema si capisce a questo punto non si limita soltanto a fare o non fare la Festa.

Personalmente sono portato a non perdere la speranza, ma non posso non rivolgere a tutti un appello perché si superino i contrasti reali o apparenti e si crei un Amministrazione efficiente per la consapevole, seria, disinteressata collaborazione di tutti, al fine di approntare la soluzione( o non si è ancora neanche allo studio! ) dei tanti problemi che affliggono questa cara Città.

C’ è un problema di disoccupazione da affrontare con tutte le sue preoccupanti conseguenze; un problema di risanamento da risolvere, un problema di onestà, di legalità, di attenzione ai poveri, alle famiglie disagiate….. occuparsi di tutto questo certamente è grave e difficile; richiede impegno, rettitudine di coscienza, che non possono comporsi con il perseguimento di interessi personali, di parte e clientelismi di vario genere.

Siamo consapevoli, ripeto, che parlare di Festa in un tale contesto suona strano; ci facciamo interpreti, infatti, dello smarrimento di tanti cittadini che osservano con disappunto, con preoccupazione e talora anche con indignazione lo svolgersi delle diverse fasi di una crisi continua, che porta praticamente alla paralisi di tante attività indispensabili per il progresso della Città e il benessere della cittadinanza.

Per noi credenti, che confidiamo nell’intercessione dei Santi presso Dio, Padre buono e misericordioso, sia San Giuseppe, nostro Patrono, ad aiutarci nel difficile momento che attraversiamo.

Il suo aiuto consista, soprattutto, nel farci prendere coscienza che “ se ognuno fa qualcosa, animato di verità, libertà, onestà, qualcosa di buono nascerà per Bagheria “.
 

                                                                                                              L’ARCIPRETE
                                                                                                  Sac. La Mendola Giovanni
 

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