Un funerale popolare per Nicolò Grado, per gli amici 'Ninni'

Un funerale popolare per Nicolò Grado, per gli amici 'Ninni'

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Popolare nell'accezione più nobile e genuina del termine. C'è un quartiere ed una comunità, contrada Monaco e la comunità parrocchiale S.Giovanni Bosco, che mai come in questa dolorosa circostanza,  è stata così in sintonia, quasi in simbiosi, con la vita, gli umori e i sentimenti di questo quartiere.

La Chiesa di S.Giovanni Bosco, oggi stracolma di gente, è per tutti gli abitanti di contrada Monaco la seconda casa, e in certe drammatiche occasioni diventa la prima casa.

La casa del Padre, quella che riesce a darti non solo nutrimento materiale ma soprattutto affetto, vicinanza, consolazione e conforto.

Ed oggi c'è bisogno esclusivamente di queste cose.

E l'umanità dolente di contrada Monaco, che oggi popola la Chiesa oggi ne ha tanto bisogno, e non solo i familiari e gli amici di Ninni, come veniva affettuosamente chiamato Nicolò Grado, la cui vita terrena si è fermata sulla S.S. 113, proprio l'altro ieri, a pochissima distanza dal luogo orsono pochi mesi, ancora un altro figlio del popolo, Antonio D'Acquisto, un pescatore, un uomo per cui i sacrifici erano pane e companatico, aveva concluso il suo viaggio.

Di questa consolazione e conforto ne abbiamo bisogno un pò tutti , quando le vicende della vita ti portano a confrontarti con tragedie di questa natura e di questa portata.

E' un funerale per cui le parole che siamo abituati ad usare per descrivere il dolore e la morte suonano povere ed inadeguate: per rappresentare lo strazio della moglie Daniela,  sorretta e accarezzata per tutta la cerimonia dai familiari; per dare voce a  quel grumo di silenzio del cugino di Ninni che rimane ininterrottamente, durante tutta la cerimonia, abbracciato alla bara; per narrare  quel sentimento di dolore collettivo che traspare dai volti disfatti e ancora  increduli di uomini, donne e bambini.

E sono i tanti bambini, fatto inusuale per un funerale,  che alla fine stanchi e accaldati cominciano a sciamare per la Chiesa: fatto  è che al funerale sono presenti tutti i membri di parecchie famiglie e non avevano a chi lasciare i piccoli.

L'abbigliamento è quello di ogni giorno per uomini e donne: abiti di vita quotidiana intrisi di sacrifici e di lavoro, talvolta anche di stenti.

Da quando si è diffusa la notizia dell'incidente a Ninni, la vita del quartiere si è come fermata: Motoape e lapini, baracche e baracchini per la vendita di frutta e altro, attività precarie e di sopravvivenza si sono fermate:  riprenderanno dopo l 'ultimo, estremo abbraccio a Ninni.

Ed è la parola di Padre Francesco Stabile, che prova a scalfire la corazza dura del dolore, del silenzio e della disperazione, anche se  va rimarcato che la cerimonia è stata estremamente composta.

Comunita, quartiere, famiglia: è questo una delle idee belle e forti che sviluppa Padre Stabile nell'omelìa:  ed è il momento del Padre Nostro, quello emblematico di questo messaggio quando uomini, donne, bambini, che si conoscano o no, tenendosi per mano ribadiscono  questo principio e questa verità, di essere cioè, come dice l'officiante, tutti figli dello stesso Padre.

Poi il tema del lavoro: senza lavoro dice Padre Francesco Michele Stabile, mancando la certezza dell'oggi e del domani, nascono conseguenze che mettono a rischio la solidità delle famiglie; la precarietà provoca tentazioni, ma la forza sta nel non cedere, nel tentare come aveva fatto Ninni, di risorgere dopo la caduta.

Ed è questo uno dei temi più coraggiosi, che con la sua voce piana ma con le sue parole che sono colpi di scalpello sulla pietra, sviluppa Padre Stabile.

Il nostro quartiere, dice il sacerdote, più di altri conosce situazioni di grave degrado e disagio economico e sociale; ma lo sforzo che tutti assieme dobbiamo fare, aggiunge padre Stabile - è di fare un percorso di  resurrezione, di rinascita, di progresso: ed il povero Nicolò, che padre Francesco conosceva bene, che pure nella vita era stato in parte piegato, si era rimesso in carreggiata con i sacrifici, e sperava di potere costruire per lui e per la sua famiglia  qualcosa di più solido nel futuro.

Ed infine il problema che la morte di Ninni ha aperto: il dramma di una mamma che si ritrova all'improvviso senza reddito e con due figli da mantenere, uno dei quali ancora in ospedale ed in gravi condizioni di salute.

Le  saremo vicini come comunità, afferma con forza padre Stabile, ma tutti dovremo fare la nostra parte, (a partire dalle istituzioni aggiungiamo noi), e che, occorre dirlo, sono sate vicino alla famiglia sin dalle prime ore dopo il drammatico incidente.

Ed a ribadire con la sua presenza alla cerimonia funebre questo impegno a non dimenticare, c'è oggi  il vicesindaco Massimo Mineo.

Ma il problema che si è aperto con la improvvisa scomparsa di un capofamiglia, richiama anche le responsabilità della comunità più in generale, che dovrà testimoniare concretamente di essere tale, anche con gesti di generosità e altruismo.

Poi la benedizione finale e il lungo applauso di commiato dentro e fuori la Chiesa, ed il corteo che si avvia verso le strade di contrada Monaco per l'ultimo saluto e omaggio a Nicolò Grado.

Angelo Gargano