La "Città Che Vorrei", raccolte oltre 500 firme: 'Ridateci il parco giochi al Bagnera, facciamo giocare i bambini'

La "Città Che Vorrei", raccolte oltre 500 firme: 'Ridateci il parco giochi al Bagnera, facciamo giocare i bambini'

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“La Città che Vorrei” ha organizzato una raccolta firme per porre fine allo stato di abbandono del parco divertimenti del Bagnera, unico luogo di svago ancora integro per far giocare i bambini del nostro territorio.

A un anno dall’inaugurazione del parco giochi per bambini all’interno della scuola Giuseppe Bagnera, oggi i ragazzi dell’Associazione “La Città che Vorrei”, che grazie anche al contribuito di tanti cittadini bagheresi realizzarono l’area attrezzata, hanno organizzato una raccolta firme proprio nell’atrio della scuola per opporsi allo stato di abbandono in cui versa l’area a causa della non curanza da parte dell’amministrazione comunale.

L’area attrezzata, infatti, ricade in uno spazio comunale e l’amministrazione il giorno dell’inaugurazione si era impegnata di aprire alla cittadinanza, e quindi ai bambini, il parco divertimenti negli orari extrascolastici e quindi nelle ore pomeridiane, le domeniche e i giorni festivi e di prendersi cura di tutta l'area.
A distanza di un anno però l’amministrazione comunale non ha assolutamente mantenuto gli impegni presi, non permettendo l’accesso al parco divertimenti durante gli orari extrascolastici e non occupandosi affatto della cura delle piante ornamentali, senza predisporre nessuna vigilanza e controllo delle giostre costate oltre 10 mila euro. Inoltre non si è voluta assegnare a nessuna associazione la possibilità di gestire e quindi prendersi cura dell’area attrezzata.
Per questo motivo i ragazzi dell’Associazione “La Città che Vorrei”, stamattina, hanno organizzato questa iniziativa, raccogliendo oltre 500 firme, che verranno consegnate all'amministrazione comunale di Bagheria, per mettere fine allo stato di abbandono di un’area attrezzata pensata per i bambini e realizzata anche grazie al contributo di tanti generosi cittadini bagheresi.

La Città che vorrei