Di fronte al Gip Patrizio Cinque nega tutte le accuse, Lisuzzo si avvale della facoltà di non rispondere

Di fronte al Gip Patrizio Cinque nega tutte le accuse, Lisuzzo si avvale della facoltà di non rispondere

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Interrogato stamane per 2 ore dal GIP Guarnotta Cinque ha negato qualunque intenzione di gestire il Palazzetto dello Sport di Bagheria con Nuova Aquila Palermo, anzi di avere più volte negli anni chiesto l'affidamento del palazzetto ai comuni con Bagheria capofila e non ai privati. 


"Sono stato io a spingere mio cognato ad autodenunciarsi per l'immobile abusivo. Quindi quando ho saputo che l'autodenuncia, poi rivelatasi falsa, era stata presentata, gliene ho parlato, certo che avesse seguito il mio consiglio. Non potevo immaginare che la firma sotto l'esposto non fosse sua".
Nega qualunque rivelazione del segreto d'ufficio per quel che riguarda anche il suo presunto interessamento per la casa abusiva del cognato. Cinque è indagato in concorso con l'ispettore di polizia municipale Chiapone che aveva ricevuto l'autodenuncia. Il sindaco a cui si imputano anche pressioni sui vigili per far slittare la convocazione dei familiari da parte della polizia ha anche precisato che nessun ritardo ci fu.
"Dovevano essere convocate otto persone e serviva il tempo per riunirle tutte", ha spiegato. L'immobile abusivo, una palazzina con diversi appartamenti, comunque è stata dichiarata abusiva ed è stata, dopo l'ordine di demolizione del Comune, acquisita al patrimonio del Comune stesso. Resta da capire chi firmò l'autodenuncia per far scoppiare il caso.
"Ribadisco quel che dissi all'assessore, ci vuole proporzionalità. Non si può dare una multa di 20mila euro a chi ha costruito una verandina abusiva equiparandolo a chi edifica in zona vincolata", ha spiegato il sindaco dopo l'interrogatorio del gip, riferendosi alla sua conversazione con un assessore, intercettata nell'ambito dell'indagine che lo vede coinvolto con altre 22 persone. Cinque, commentando la multa che era stata irrogata a un suo familiare per un abusivismo, diceva al telefono che si trattata di una somma eccessiva. E bacchettava l ex collega di partito, Claudia Mannino, firmataria della norma che aumenta le sanzioni pecuniarie per gli abusivismi. "Il fenomeno va storicizzato e contestualizzato - spiega - e poi un politico deve comprendere i problemi reali. Non siamo più negli anni dei grossi abusi". "La Mannino dovrebbe occuparsi delle vicende che, mi dicono, riguardano alcuni suoi familiari", conclude.
"Abbiamo fornito un quadro più ampio della vicenda che si basa solo sulla denuncia di una dirigente, guarda caso sottoposta a procedimento disciplinare", ha detto Cinque dopo l'indagine su presunte irregolarità nell'affidamento del servizio di raccolta rifiuti alla società Tech. 

Solo uno dei sei indagati si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Michele Guarnotta. In tutto a finire sotto inchiesta sono stati in 23.
Si tratta di Onofrio Lisuzzo, presidente di gara accusato di aver turbato le procedure di affidamento del noleggio degli automezzi da destinare alla raccolta dei rifiuti nel territorio di Bagheria. Una scelta tecnica, quella di Lisuzzo, che, spiega il suo legale, l'avvocato Salvo Priola, dipende dalla mancata conoscenza di tutti gli atti della inchiesta.

Hanno, invece, risposto al giudice, a parte il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, il cui interrogatorio è durato due ore, l'ex commissario della città metropolitana, Manlio Munafò, indagato per avere "concordato clandestinamente" il contenuto del bando di gara per l'affidamento del palazzetto dello sport, prevedendo una clausola di preferenza dei partenariati pubblico-privati per favorire l'associazione Nuova Aquila Palermo.
Al giudice, Munafò ha spiegato di avere allargato alle partnership pubblico-privato la platea dei soggetti che avrebbero potuto manifestare l'interesse all'affidamento dell'immobile per ampliare la partecipazione e aumentare i ricavi eventuali per l'ente. Peraltro, il bando per l'affidamento non è mai stato fatto e il palazzetto ad oggi non è utilizzato. Munafò è indagato insieme al legale rappresentante di Nuova Aquila Palermo e al sindaco di Bagheria.
Ha risposto al gip anche Domenico Chiappone, vigile urbano accusato di avere rivelato al sindaco l'esistenza di un esposto su un immobile abusivo riconducibile al cognato e di avere comunicato al primo cittadino che erano in corso accertamenti in sulla vicenda. Dati che Cinque avrebbe poi riferito al cognato. "Tutto nasceva da un'autodenuncia a firma del cognato del sindaco - ha spiegato Chiappone - che solo in un secondo momento si accertò non essere autentica. Certi che la firma fosse vera, ne parlai col sindaco non potendo immaginare che non sapesse nulla, visti i rapporti di parentela". Il vigile ha poi negato di avere ritardato gli accertamenti sull'immobile, sostenendo che vennero fatti a pochissimi giorni di distanza dalla falsa autodenuncia. "C'era un festivo in mezzo - ha detto - e noi attendemmo il primo giorno utile".
Ha risposto al gip anche Romolo Maggio, funzionario comunale accusato di avere, in concorso con Lisuzzo, turbato la gara per il noleggio dei mezzi destinati alla raccolta di rifiuti escludendo la società No.Ve.Ma. Maggio, inoltre, avrebbe affidato il servizio, oltre alle due imprese che avevano presentato l'offerta migliore, la Tes e la Ecotrucks, anche alla Ecogestioni che, secondo gli inquirenti, aveva presentato un'offerta tardiva e meno vantaggiosa.
La vicenda esce già ridimensionata dalla misura del gip che ha fatto notare come la esclusione della No.Ve.Ma fosse dipesa dal fatto che, interpellata, la ditta non aveva la disponibilità del mezzo. Quanto alle tre imprese "vincitrici" il giudice riconosce che ci fu una scelta di non scontentare nessuno dei partecipanti in quanto le offerte erano abbastanza simili e che tale scelta si sia rivelata più dispendiosa per il Comune.
In questo senso, per il giudice, si sarebbe alterato il confronto delle offerte e il gioco della concorrenza. "Non c'è nessun accordo collusivo", si è difeso Maggio, che ha però ammesso che nell'assegnazione venne commesso una errore e che comunque le offerte non erano molto distanti l'una dall'altra. Infine si è difeso davanti al gip anche il legale rappresentante dell'associazione Nuova Aquila Palermo, Salvatore Rappa.

da Gds.it