Se questo è un sindaco - di Salvo Perricone

Se questo è un sindaco - di Salvo Perricone

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Riceviamo e Pubblichiamo::

Dal titolo testè esposto, con un richiamo improprio all'opera di Levi, voglio subire fugare ogni dubbio: a me il Sindaco di Bagheria piace, lo considero, fatta tara delle vicende odierne, una brava persona, al massimo uno sprovveduto ma non è sul ruolo che io voglio dire la mia, ma sulla persona.


Prima che nelle inevitabili tifoserie di questi giorni si accalchi la ridda di commenti pro e contro, gli attacchi ad orologeria o la semplice e inevitabile macchina della giustizia che fa il suo dovere, non posso come cittadino e come uomo non notare quel senso di frustrazione e per certi versi delusione verso una persona che ha incarnato a torto o ragione il cambiamento in questa terra. Il Sindaco Patrizio non è minimamente paragonabile ai suoi avversari, loro sì colpevoli sopratutto di aver portato la vittoria del movimento cinque stelle e se fossero capaci di un pochino di autocritica, cosa rara in politica, evitassero le manfrine e le isterie che in questi giorni rivolgono verso un uomo che ha sbagliato sicuramente, ma non è paragonabile ai personaggi che orbitano da sempre in altri partiti, in interessi più o meno oscuri e le clientele aberranti che costituiscono la politica locale e italiana in genere. Ma tu Patrizio, che sei il mio Sindaco e ti do il tu perchè ti ho votato e riposto fiducia come un padre lo fa con il figlio, hai tradito quella speranza di vero cambiamento. Non posso processarti, non è la sede o il luogo per farlo, ma tu e soltanto tu sei caduto, e questo è difficile da negare, a prescindere dai futuri sviluppi processuali, in quella sordida e perversa abitudine di proteggere i tuoi interessi famigliari a scapito di ciò che era giusto fare, la casa di tuo padre, uno delle direttrici delle accuse che ti sono state rivolte, era abusiva ancora prima che tu pensassi di candidarti, e come hai potuto in campagna elettorale sbandierare principi difficili da digerire da queste parti come onestà e trasparenza? Non posso non credere che tu non potevi non sapere della situazione di casa tua e credere di poter veramente cambiare le cose. Come diceva qualche commentatore, la strada maestra sarebbe stata punire e in caso abbattere anche casa di tuo padre e tua. Difficile a dirsi, ma questo era l'inevitabile percorso di chi voleva realmente fare la differenza. Tralasciamo il fatto, se volete anche molto populistico se volete, che dentro il movimento bagherese, orbitavano persone che la politica e gli uffici comunali li masticavano da tempo e che specie nell'ambiente politico bagherese si sapevano che non erano delle verginelle, politicamente, o che molti degli eletti avevano interessi personali o addirittura cercavano un modo per sbarcare il lunario. QUalcuno le potrà definire illazioni, o semplici discorsi da Bar, ma la sostanza del mio ragionamento fa leva su un sentimento che per adesso attraversa molti di noi, anche internamente ai tuoi sostenitori, che qualcosa si è rotto, che quel cambiamento si è fermato in qualcosa che è più grande di noi, nella nostra vera paura di cambiare. Tu Patrizio, hai avuto gli onori e gli oneri del tuo ruolo, ma a questo punto, non lasciare che Bagheria sia preda di speculazioni selvagge, non lasciare che le tue vicende, al netto di queste insensate autosospensioni, creino un cancro indelebile che mangi da dentro ogni prospettiva futura di cambiamento. Caro Sindaco, un uomo per definizione può sbagliare, capita, ma la prima cosa che lo rende tale è saper rimediare ai propri errori, e nonostante il rischio di ciò che avverrà in seguito, per ristabilire ciò che è giusto sia fatto sia per te che per il movimento che per la cittadina che dici di amare, dimettiti. Certo questo non cambierà la situazione, ma almeno darai una speranza che ancora qualcosa possa cambiare o rischieremo di zavorrare e dimostrarci tutti incoerenti nel voler perpetuare una situazione ormai resasi ingestibile per noi tutti bagheresi.

Con affetto, un convinto elettore grillino.
Salvo Perricone