Lo riporta oggi il 'Giornale di Sicilia' in un articolo a firma di Sandra Figliuolo.
I due erano stati arrestati nel giugno del 2014 nell'Operazione 'Reset', ma ben presto avevano manifestato la volontà di collaborare con gli inquirenti.
Le imputazioni per Lo Piparo riguardavano il reato di essere un associato mafioso oltre ad una serie di estorsioni e danneggiamneti per costrigere gli imprenditori a piegarsi alla volontà di cosa nostra.
Per Morsicato l'accusa era quella di aver chiesto il pizzo e di avere danneggiato alcune attività commerciali, oltre ad avere neutralizzato due telecamere di sorveglianza sistemate dai Carabinieri per raccogliere elementi per l'indagine.
I daneggiamenti erano consistiti nel dare fuoco alle sedi di alcune attività economiche.
Hanno scelto la strada del rito abbreviato, ed hanno usufruito degli 'sconti' di pena previsti per i collaboratori di giustizia, per cui Salvatore Lo Piparo è stato condannato dal G.U.P Roberto Riggio a tre anni e otto mesi, mentre Benito Morsicato ha avuto due anni e quattro mesi.
I risarcimenti che dovranno liquidare sia al comune di Bagheria che ad alcuni imprenditori estorti verranno determinati in separata sede.
